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UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE [GIOCASTA] CON IL FIGLIO [EDIPO], REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
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[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

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> DONNE, UOMINI --- La Francia sfida il sessismo: Olympe de Gouges! “Diritti umani non dell’uomo”. Cambiare nome alla Dichiarazione del 1789 (di Anais Ginori).

venerdì 22 maggio 2015

La Francia sfida il sessismo

“Diritti umani non dell’uomo”

La campagna di un gruppo femminista per cambiare nome alla Dichiarazione del 1789

di Anais Ginori (la Repubblica, 22.05.2015)

PARIGI DOVREBBE essere un testo universale e invece esclude metà dell’umanità. Nella famosa Dichiarazione dei Diritti d’Uomo e del Cittadino scritta del 1789 le donne non compaiono. E’ lo specchio fedele di una società che, nonostante la rivoluzione in corso, non accordava ancora i diritti civili al genere femminile. All’epoca la scrittrice Olympe de Gouges aveva anche pubblicato, in polemica, una Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina: il testo è finito nel cestino e lei sulla ghigliottina.

Nel frattempo sono passati più di due secoli e la Dichiarazione che ha ispirato numerose carte costituzionali ed è considerato un fondamento delle democrazie moderne viene ancora citata in Francia con la formula originale, come se i diritti fossero solo riservati agli uomini. Un dettaglio simbolico che ora gruppi della società civile chiedono di correggere in nome della parità.

Un nuovo appello lanciato a François Hollande propone di eliminare l’espressione “ droits de l’homme” considerata sessista e discriminatoria, a vantaggio di un più politicamente corretto “ droits humains ”, diritti umani, la stessa usata in italiano e in tante altre lingue. Per l’occasione, i firmatari della proposta hanno anche lanciato una petizione on-line destinata al governo.

Tra le richieste, quella di abbandonare «immediatamente» la terminologia ufficiale non solo nei manuali scolastici, ma anche in tutti i testi delle istituzioni repubblicane che includono il termine “ droits de l’homme”. Secondo Noé le Blanc, del collettivo “ Droits humains” che promuove la petizione, la Francia è sempre più isolata in questa visione discriminante. Nei paesi anglosassoni la Dichiarazione del 1789 è già stata tradotta come “ human rights” anziché “ rights of man”, ma anche altri paesi hanno adottato “diritti umani” (Italia), “ derechos umanos” (Spagna) “ menschenrechte ” (Germania).

Nella patria dei “Diritti dell’Uomo”, pardon dei “diritti umani”, si fa invece fatica a cambiare. «E’ una definizione che rende invisibili le donne, i loro interessi e le loro lotte» spiega le Blanc. Secondo i promotori dell’appello a Hollande bisogna al più presto mettere quel testo fondativo della democrazia al passo con i tempi. La Francia ha ostinatamente mantenuto la dicitura iniziale per rispetto alla Storia. Alcuni storici sostengono che cambiare sarebbe un anacronismo e che i diritti sono “dell’Uomo”, con la maiuscola, con un riferimento dunque universale. Ma è anche vero che si tratta di una sfumatura invisibile nei discorsi pubblici e che stenta a essere colta dalle nuove generazioni.

L’aggiornamento è sempre stato rimandato. Anche nel 1948, quando bisognava tradurre la dichiarazione dell’Onu sugli “ human rights ”, si è scelto comunque di usare “ droits de l’homme”. Ancora oggi esiste una commissione parlamentare che si occupa dei “diritti dell’uomo”. La deputata Catherine Coutelle ha proposto il 30 marzo un emendamento per sostituire finalmente il termine, proposta respinta dall’Assemblée Nationale, anche in nome di una presunta “incostituzionalità” della modifica.

La battaglia si collega al movimento che chiede di usare il genere femminile per le alte cariche dello Stato, un’altra trasformazione linguistica che si fa fatica ad accettare. «Abbandonare l’espressione ‘diritti dell’uomo’ permetterebbe di cancellare una logica discriminatoria nella lingua francese» spiega Coutelle. Ora la parola passa al Presidente che la settimana prossima farà entrare nel Panthéon due donne e due uomini: Germaine Tillion, Geneviève De Gaulle-Anthonioz, Pierre Brossolette et Jean Zay. Sono simboli della Resistenza durante l’Occupazione, ma sono stati scelti in nome della parità.

Finora nel mausoleo repubblicano c’erano soltanto due donne, Marie Curie e Sophie Berthelot. Sulla facciata del Panthéon è scritto a lettere cubitali “ Aux grands hommes la patrie reconnaissante ”. Ristabilire una parità a posteriori su una Storia fatta essenzialmente di “grandi uomini” sembra davvero un’impresa difficile.


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