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UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE [GIOCASTA] CON IL FIGLIO [EDIPO], REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

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> DONNE, UOMINI E VIOLENZA - Nove donne italiane su cento subiscono ricatti hard e abusi sul posto di lavoro. La Cgil: “Fenomeno considerato normale, zero denunce” (di Paolo Baroni)

domenica 12 novembre 2017

Un milione e mezzo di donne molestate

Nove donne italiane su cento subiscono ricatti hard e abusi sul posto di lavoro. Secondo l’Istat le molestie avvengono già al primo colloquio.

La Cgil: “Fenomeno considerato normale, zero denunce”

di Paolo Baroni (La Stampa, 12.11.2017)

«Ma mica le molestie ci sono solo nel mondo del cinema. Adesso va di moda questa narrazione, ma la questione non si ferma certo solo ad attrici e registi», avvisa Loredana Taddei responsabile delle politiche di genere della Cgil. Basta infatti alzare il velo sul mondo del lavoro per scoprire una realtà, purtroppo quotidiana, che presenta cifre impressionanti e che è fatta di avance, ammiccamenti, battute, ricatti e violenze, che nei casi estremi posso arrivare finanche allo stupro.

Gli ultimi dati li ha forniti a fine settembre in Parlamento il presidente dell’Istat Giorgio Alleva spiegando che 9 donne su 100 nel corso della loro vita lavorativa sono state oggetto di molestie o di ricatti a sfondo sessuale. Parliamo di qualcosa come 1 milione e 403 mila casi. Dalla carezza non gradita alla pacca sul sedere, dal bacio rubato sino alla richiesta esplicita di prestazioni sessuali per avere un lavoro, per mantenere il posto o magari per fare carriera. Poi ci sono gli stupri, consumati o anche solo tentati (84% dei casi): 76 mila in tutto sempre considerando l’intero arco lavorativo delle donne.

Chi sono le vittime

Molestie e ricatti sono sostanzialmente trasversali, ma riguardano innanzitutto le donne di età compresa fra i 25 ed i 44 anni, diplomate o laureate, residenti al Nord, nei grandi centri, occupate nel settore dei servizi (trasporti e comunicazioni) e nel settore pubblico. «I ricatti sessuali si verificano nei momenti in cui le donne si trovano più in difficoltà e nascono da una situazione asimmetrica: la donna ricerca lavoro dopo averlo perso, lo cerca al Sud dove è difficile trovarlo, si mette in proprio, vuole fare carriera e la sua carriera dipende dal giudizio o dall’azione di qualche superiore», segnalava tempo addietro Linda Laura Sabbadini che dai tempi dell’Istat segue questi temi. «In molti casi non c’è nemmeno bisogno di esplicitare il ricatto, la donna lo percepisce subito, lo capisce dagli atteggiamenti dei superiori - spiega Taddei -. Quello delle molestie purtroppo è un fenomeno che c’è da sempre e che per questo è considerato normale, tant’è che nella maggioranza dei casi non lo si denuncia nemmeno, perché ci si vergogna o perché si teme di venir ridicolizzati dai colleghi». E in effetti, segnalava Alleva, «solo una donna su 5 racconta la propria esperienza». E, soprattutto, «quasi nessuna ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine», lo fa appena lo 0,5%. Per il resto gli esiti finali sono altrettanto sorprendenti: l’11% viene infatti licenziata, il 34% cambia volontariamente lavoro o rinuncia a far carriera, un altro 1,3% è stata trasferita di ufficio. Poi c’è un 4,7% che continua a lavorare ed un 1,4% che cede alle richieste.

Norme inadeguate?

«Certamente, soprattutto in tempi di crisi, pesa molto la sudditanza psicologica della donna, che nel campo del lavoro ha sempre poche opportunità» segnala la presidente della Commissione d’inchiesta parlamentare sul femminicidio Francesca Puglisi (Pd). In Italia occorre rafforzare l’apparato legislativo, come segnala anche l’Ocse in un suo recente rapporto? «Con la legge del 2013 sulla violenza di genere abbiamo fatto molti passi avanti - risponde - ma è vero che sul fronte delle molestie sui posti di lavoro siamo meno attrezzati. Per questo abbiano deciso di ampliare il nostro raggio d’azione e già la prossima settimana ascolteremo Cgil, Cisl e Uil». «La questione delle norme merita una analisi approfondita - risponde a sua volta la Taddei -. Però, in quanto a regole, voglio ricordare che in Italia solo nel 2016 siamo riusciti a recepire l’accordo quadro europeo sulle molestie. Confindustria ha fatto resistenza e ci abbiamo messo 9 anni».


La tempesta che travolge il patriarcato

di Francesca Sforza (La Stampa 12.11.2017)

Può accadere che i quadri si stacchino dal muro in cui erano rimasti appesi per decenni. E quando accade, proprio in ragione della loro passata e rassicurante immobilità, si tende a pensare che sia accaduto «all’improvviso», «senza una vera ragione», o si tende a individuare il responsabile in «quell’inaspettato colpo di vento».

In realtà quel quadro era instabile da anni, anche se da fuori non sembrava: poi certo, se non ci fosse stato quel colpo di vento il quadro avrebbe resistito un altro po’, ma prima o poi, non c’è dubbio, sarebbe comunque caduto.

Non è molto diverso quanto sta accadendo sul fronte delle accuse di molestie sessuali, che giorno dopo giorno investono nuovi nomi dello sport della politica dello spettacolo, in una sorta di caotico e sempre più indecifrabile poltergeist. Dietro ci sono decenni di soprusi vissuti nel silenzio, di donne colpevolizzate per essersi vestite in un modo anziché in un altro, per aver esagerato con alcol o droghe, per aver sbagliato orario, e di infinite variazioni sul tema «stai attenta a non metterti nei guai», «l’hai provocato», «occhi bassi» e via dicendo.

Adesso che il patriarcato sta scricchiolando - perché le donne sono più emancipate, ma anche perché le loro ricette si rivelano più funzionali in un numero sempre maggiore di ambiti - ecco che quel sovraccarico di violenze accumulate diventa insostenibile, e si rovescia in maniera inevitabilmente scomposta. Non aspettiamoci educazione, in questa fase, né rispetto o attenzione per conclamati meriti e virtù. Sono in molti, in queste ore, a temere di veder saltare in aria carriere e annate di rispettabili apparenze, così come sono state molte, in passato, le ragazze e le donne costrette a cedere a ricatti (chi ha avuto la forza di dire no è perché se lo poteva permettere, anche soltanto grazie al fatto di essere stata più amata e per questo aver raggiunto una maggiore considerazione di sé). Non è escluso che si registreranno ingiustizie, e forse più d’uno sarà rovinato senza colpa, trovandosi così a condividere lo stesso destino di quelle vittime di violenza che pure, di colpa, non ne avevano alcuna. Quando la furia giacobina sarà passata - presto, ci auguriamo, e senza troppi danni, ma è bene non farsi illusioni al proposito - ci attenderà il compito di rimettere a posto la sconquassata casa della relazione uomo-donna. Si tratterà di studiare codici seduttivi diversi rispetto al passato, di immaginare narrative più egualitarie e non per questo meno amorose. Si potrebbe farlo insieme, uomini e donne.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

USCIAMO DAL SILENZIO: UN APPELLO DEGLI UOMINI, CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE. Basta - con la connivenza all’ordine simbolico della madre!!!.

UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE CON IL FIGLIO, REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO


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