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UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE [GIOCASTA] CON IL FIGLIO [EDIPO], REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

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> DONNE E UOMINI: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi - nell’epoca dei Borromeo-Ratzinger ... degli Innominati, e dei don Rodrigo-Katzsav !!! Una nota di Federico La Sala

sabato 9 dicembre 2006

ROGO IN CLINICA A MOSCA, MORTE 45 DONNE *

MOSCA - La piu’ grande e importante clinica russa per il recupero di tossicodipendenti e alcolisti trasformata in una sorta di prigione per centinaia di pazienti, con finestre sbarrate e reparti chiusi a chiave, una trappola perfetta in caso di incendio.

Doloso o colposo che sia, anche se la procura privilegia la prima pista. Sono morte cosi’ ieri notte a Mosca 45 giovani donne (43 pazienti e due dello staff), per lo piu’ sotto i 35 anni, mentre altre dieci sono ricoverate in gravi condizioni. Alcune, come testimonia la posizione dei loro corpi, sono morte nel disperato tentativo di abbattere le inferriate delle finestre o di varcare l’unica uscita di sicurezza, bloccata dalle fiamme.

La maggior parte di loro e’ invece morta nel sonno, nel reparto al secondo piano: asfissiate o intossicate da un denso fumo ’’avvelenato’’ dal vetusto materiale plastico che rivestiva le pareti dell’ ospedale numero 17, a sud est della capitale. Un vecchio edificio di periferia di cinque piani, in mattoni rossi, risalente agli anni ’60 e dall’ 82 sede del maggiore centro russo per il recupero di persone dipendenti da droga e alcool, flagelli che nel solo 2006 hanno mietuto in Russia oltre 90 mila morti.

Le misure di sicurezza erano tali che lo scorso marzo il ministero per le situazioni di emergenza aveva chiesto la chiusura della clinica, ma l’autorita’ giudiziaria aveva respinto la richiesta, limitandosi ad un monito agli amministratori dell’ospedale.

A rendere quasi inevitabile la tragedia anche il comportamento del personale che, come ha stigmatizzato il vice ministro russo per le situazioni di emergenza Alexander Chupriyan, ’’ha pensato solo a mettersi in salvo abbandonando le pazienti’’ al loro destino. Ad infiammare le polemiche, inoltre, l’accusa del portavoce dello stesso ministero, Yevgeny Bobylev, secondo cui il personale dell’ospedale ha dato l’allarme con 30 minuti di ritardo, vanificando cosi’ l’arrivo in sei minuti dei pompieri e lo spegnimento delle fiamme in meno di mezz’ora. E consentendo cosi’ al fumo di saturare gli ambienti, uccidendo le pazienti.

I vigili del fuoco hanno potuto cosi’ evacuare solo gli ospiti degli altri reparti, in tutto 214. Il procuratore di Mosca Iuri Siomin ha aperto un’inchiesta con due ipotesi di reato, incendio doloso e violazione delle misure antincendio, ma non ha escluso altre piste, compreso un mozzicone di sigaretta abbandonato. Piu’ categorico il capo del dipartimento ispezioni incendi del ministero per le situazioni di emergenza, Iuri Nenaschev: ’’per il 90% si tratta di incendio doloso’’.

Fonti vicino agli investigatori ipotizzano anche che l’incendio sia stato appiccato con liquido infiammabile da una tossicodipendente che voleva vendicarsi dei medici dopo essersi vista rifiutare una dose di droga e che sarebbe morta tra le fiamme. Il focolaio, comunque, e’ stato individuato in un armadio in legno della mensa al secondo piano, dove il giorno prima erano stati eseguiti alcuni lavori di riparazione. ’’Si tratta di una tregedia’’, ha commentato il sindaco di Mosca Iuri Luzhkov, accreditando la pista criminale.

Ma quelle sbarre chiuse al secondo piano, annerite dal fumo, ora restano li’ a testimoniare anche nelle immagini trasmesse dalla tv pubblica una tragedia annunciata, l’ennesima con vittime emarginati come tossicodipendenti, alcoolisti e malati di mente, spesso ricoverati in strutture fatiscenti. Come i sette pazienti morti nell’incendio della clinica psichiatrica di Dmitrovski Pogost lo scorso dimembre, o i sette deceduti nel rogo di una clinica per tossicodipendenti a Samara nel marzo 2005.

ANSA » 2006-12-09 01:10


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