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> DONNE, UOMINI E VIOLENZA --- L’individuo e l’economia: L’ascesa dell’individualismo economico di Luigi Ferrari (di Maurizio Mori - Rileggere Marx per capire la psicologiaMori -

mercoledì 11 maggio 2011

L’individuo e l’economia

Rileggere Marx per capire la psicologia

di Maurizio Mori (l’Unità, 11.05.2011)

Prendendo spunto da uno studio sull’individualismo economico come “mentalità” tipica degli ultimi secoli elaborato nel cuore della produzione capitalistica, la Ibm del 1980, Luigi Ferrari ha scritto un libro impegnativo (quasi mille pagine) ma di estremo interesse e sul quale varrebbe la pena di riflettere. Ferrari, infatti, osserva come per riuscire a capire un gran numero di fenomeni socio-psicologici si debba ripensare lo status delle scienze sociali, ed in particolare della psicologia.

Contro l’idea che la scientificità rimandi di per sé a prospettive astoriche, Ferrari propone una “psicologia storica” basata su alcune tesi della scuola delle Annales che mette al centro la long durée integrata da apporti marxiani che, svincolati ora dalle gabbie mentali derivanti dai rapporti col “socialismo reale”, possono essere ripresi con maggiore libertà. Il risultato, come detto, è un libro imponente (L’ascesa dell’individualismo economico, Casa Editrice Vicolo del Pavone, Piacenza, pp. 962, € 31,00) ma che si legge bene e che propone una robusta teoria generale della mente umana come mente storica frutto della sommatoria incoerente di sedimentazioni storicamente determinate.

L’obiettivo è spiegare come può avvenire un cambiamento di “mentalità”, aspetto decisivo per capire la presenza delle diverse psico-patologie e di altri disagi sociali, frutto dell’incapacità di mantenere in equilibrio le diverse stratificazioni culturali. Riprendendo la tesi paretiana delle azioni non-logiche e dei residui, Ferrari conduce il lettore in un’attraente galleria di affreschi che illustrano meandri poco frequentati e reconditi dell’animo umano: le analisi di nozioni chiave nel nostro “inconscio collettivo”, come quella di “onore”, “lealtà”, “operosità”, “altruismo” ed “egoismo”, ecc., mostrano come l’ascesa o il declino di questi concetti in una cultura informino gli orizzonti culturali di una data epoca, ponendo le basi concrete della mentalità generatrice dei quadri mentali sia “normali” che “patologici”.

I disagi psichici vanno visti e curati tenendo conto di questa prospettiva ampia e allargata del processo, senza lasciarsi ammaliare dalle sirene che cantano un’astratta e astorica “natura umana”. Al centro del discorso stanno le nozioni di individualismo/collettivismo, i cui rapporti declinano la socialità umana e danno origine a una serie di paradossi e di dilemmi che possono essere chiariti e studiati coi metodi dell’analisi economica.

Senza cedere a mode passeggere e di maniera, il libro offre una teoria solida, meditata e ampia che mostra come in Italia ci siano ancora studiosi attenti e capaci di proporre un pensiero non settoriale, robusto, rigoroso e profondo. Stona però la presenza di passi dai toni negativi e cupi (es. l’individualismo come una storica, «immane, lunga, dolorosa distruzione di relazioni»), che sembrano alludere ai soliti rimpianti per i tempi passati, tesi che in realtà è diametralmente opposta a quella sostenuta nel libro.


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