L’Università di Siena: «Da noi funzionano da 25 anni» «Bagni per i trans? Meglio toilette unisex» Toniollo (Nuovi Diritti - Cgil): «Bisogna creare spazi più grandi e destinati a tutti. Senza fare discriminazioni» *
«Qui da noi funziona così da almeno 25 anni e non ci sono mai stati problemi. A parte qualche piccola lamentela perché a volte i maschi sporcano più delle ragazze». A Siena, e non soltanto lì, i bagni dell’Università sono rigorosamente unisex. Gli studenti sono abituati, e secondo il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, il professor Gioachino Chiarini, nessuno ci fa quasi più caso. «Ci sembra una cosa naturale, un modo per imparare da giovani le regole della convivenza. Ma credo che i bagni unisex andrebbero benissimo anche in Parlamento».
PROPOSTA - Già, perché dopo la polemica Gardini-Luxuria, è l’Unità di oggi (martedì) a rilanciare l’argomento: «Polemica Trans. La soluzione? Bagni unisex». La questione dei diritti dei trans sul posto di lavoro non è certo nuova, ma a scatenare il dibattito è stato l’episodio avvenuto un paio di settimane fa alla Camera: Elisabetta Gardini, parlamentare di Forza Italia, se l’è presa con Vladimir Luxuria, di Rifondazione comunista, all’uscita del bagno delle donne di Montecitorio. «Tu sei un uomo, non puoi stare qui, devi andare nel bagno degli uomini». Il "caso" ha sollevato, ovviamente, una ridda di reazioni contrastanti. E di proposte, rivolte a risolvere la questione non solo nei palazzi della politica.
SOLUZIONE MIGLIORE - Una di queste è proprio l’introduzione di bagni unisex sul posto di lavoro. «Per il Parlamento la vedo dura - sostiene Maria Gigliola Toniollo, del Settore Nuovi Diritti della Cgil - visto che si sta parlando dell’argomento solo perché c’è stata un’uscita infelice della Gardini. Ma sarebbe davvero la soluzione migliore». «Basterebbe creare bagni più grandi, in modo che possano accogliere uomini, donne, mamme con i bimbi, portatori di handicap. Ci pensi: come mai le toilette riservate ai disabili non fanno nessuna differenza tra uomini e donne? Ecco, il bagno unisex, secondo me, risolverebbe tutte queste incongruenze». E quando non ci sono i bagni unisex, come ci si deve comportare? «Bisogna rispettare la scelta del singolo» spiega la Toniollo. «Una persona che sta facendo la transizione da uomo a donna, per esempio, deve utilizzare i bagni femminili. Usare quelli maschili sarebbe per lui qualcosa di profondamente innaturale».
Germano Antonucci 07 novembre 2006
*www.corriere.it, 07.11.2006