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La Costituzione ... e il "resistere, resistere, resistere"!!!

"Forza Italia": SPACCARE ... L’ITALIA !!! Un articolo del 25 marzo 2006: un omaggio a FURIO COLOMBO

sabato 28 ottobre 2006 di Federico La Sala
MISSIONE: SPACCARE
di Furio Colombo (www.unita.it, 25.03.2006)
Non è vero che non c’è un programma elettorale del gruppo Berlusconi. C’è, ed è così semplice e radicale che si riassume in una sola parola: spaccare. Non c’è spazio per la discussione se sia o no naturale o possibile o sensato impegnarsi a distruggere prima di lasciare il potere. E non importa neppure chiedersi: ma che senso ha spaccare tutto prima del tempo? Potrebbe anche vincere. So benissimo che evoco un incubo scrivendo (...)

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sabato 28 ottobre 2006

Rischio eversione

di Carlo Federico Grosso

(www.lastampa.it, 28/10/2006)

UNA nube inquietante è tornata a premere sulla politica italiana. Si è appreso che a partire dall’estate 2001, poco dopo l’insediamento del governo Berlusconi, una struttura legata al Sismi aveva raccolto informazioni su alcuni politici e magistrati con l’obbiettivo di «disarticolare» un loro asserito progetto antigovernativo. Subito dopo si è saputo che verso la fine della passata legislatura politici e non politici, ma soprattutto Prodi e sua moglie, sono stati spiati con ripetute intrusioni illegittime nei loro dati tributari.

Entrambe tali vicende appaiono gravissime. Qualunque sarà il loro specifico epilogo giudiziario, esse hanno l’odore pesante della slealtà istituzionale, dell’intimidazione, del ricatto, del fango. Lo stesso odore di molte altre inquietanti vicende che hanno intossicato la democrazia italiana nel corso degli anni. Per indicare soltanto le più recenti, ricordo le calunnie emerse durante l’attività della Commissione parlamentare su Telekom Serbia, i dossier illegali Telekom reperiti nell’ufficio di un agente dei servizi, il dossier Betulla sulle asserite coperture del sequestro di Abu Omar da parte del presidente della Commissione Europea dell’epoca.

E’ peculiare che tutte queste intossicazioni abbiano riguardato fra gli altri, ma soprattutto, la persona dell’attuale presidente del Consiglio. Può darsi che si sia trattato di una circostanza casuale. In ogni caso non si può che essere molto preoccupati. Se vi fosse stato un piano per distruggere l’immagine di chi nel 2005/2006 si apprestava a diventare il leader della coalizione elettorale di centrosinistra, ci troveremmo infatti di fronte ad una vera e propria operazione di natura eversiva dell’ordine democratico che si affiancherebbe alle numerose operazioni eversive che hanno contraddistinto, negli anni, il travagliato cammino della democrazia italiana.

Oggi non possediamo elementi ai quali affidare una risposta certa. Possiamo peraltro annotare i dati di cronaca.

Con riferimento alle intrusioni negli archivi tributari, abbiamo appreso che esse sono state particolarmente numerose nei confronti di Prodi e di sua moglie e che hanno avuto due picchi, rispettivamente individuati nell’ultima decade di novembre 2005 ed a cavallo tra marzo ed aprile 2006. I cronisti hanno rilevato che il primo picco corrisponde al periodo in cui è apparso su di un quotidiano un articolo sulla sanatoria fiscale ottenuta da una società partecipata dalla moglie dell’allora presidente Ue; che il secondo è a sua volta concomitante, oltre che con la vigilia dell’ultima campagna elettorale, con la pubblicazione della notizia secondo cui i coniugi Prodi avrebbero donato a fini fiscali un alloggio ai figli. Operazioni entrambe assolutamente legittime, che sono state tuttavia descritte analiticamente ed utilizzate per cercare di gettare discredito sul presumibile, se non già certo, candidato premier dell’Unione e per danneggiare la sua campagna elettorale. Sappiamo pure che Prodi non molto tempo prima era stato falsamente accusato di avere percepito tangenti concernenti la vendita di Telekom Serbia, che nei suoi confronti era stato confezionato un falso dossier che lo coinvolgeva nel sequestro di Abu Omar, che era stato più volte menzionato nei dossier Telekom.

Tale sequenza è molto inquietante, anche se, per ora, non vi è traccia di una regia: non è provato che ci sia un movente politico, non sono dimostrati collegamenti fra le diverse vicende menzionate, non si può escludere neppure che si sia trattato, come ha sostenuto qualcuno, di mera sciatteria nell’uso delle password o di pruriginosa curiosità per i dati personali di persone famose. Non si può, tuttavia, accettare che da coloro che erano al governo quando i fatti sono stati compiuti giungano reazioni infastidite, tentativi di minimizzare, accuse di strumentalizzazione nei confronti di chi registra con allarme la degenerazione della vita istituzionale e politica italiana.

Le vicende emerse sono, infatti, di estrema gravità. Si tratta ora di sapere se esse concretano episodi scomposti di ordinaria criminalità comune o politica o se si inseriscono in un ancora più pericoloso progetto di destabilizzazione e di eversione dell’ordine democratico.


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