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La Costituzione ... e il "resistere, resistere, resistere"!!!

"Forza Italia": SPACCARE ... L’ITALIA !!! Un articolo del 25 marzo 2006: un omaggio a FURIO COLOMBO

sabato 28 ottobre 2006 di Federico La Sala
MISSIONE: SPACCARE
di Furio Colombo (www.unita.it, 25.03.2006)
Non è vero che non c’è un programma elettorale del gruppo Berlusconi. C’è, ed è così semplice e radicale che si riassume in una sola parola: spaccare. Non c’è spazio per la discussione se sia o no naturale o possibile o sensato impegnarsi a distruggere prima di lasciare il potere. E non importa neppure chiedersi: ma che senso ha spaccare tutto prima del tempo? Potrebbe anche vincere. So benissimo che evoco un incubo scrivendo (...)

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sabato 18 novembre 2006

Misteri d’Italia

di Antonio Padellaro *

L’altra sera, «Anno zero» di Michele Santoro ci ha mostrato il vero volto del presidente della regione siciliana Salvatore Cuffaro. Non il bonario «vasa vasa» campione di elargizioni clientelari e di baci elettorali sulle guance. Bensì un personaggio dall’eloquio minaccioso con chiunque osasse ricordargli il suo rinvio a giudizio per favoreggiamento della mafia. Che si definisce «uomo d’onore» e conferma colloqui e abboccamenti nel retrobottega dei negozi con pregiudicati per reati mafiosi. Che con fare obliquo parla di possibili «incidenti» rivolto all’avversario politico che gli siede accanto ben sapendo che si tratta di Claudio Fava, figlio di Giuseppe, giornalista coraggioso assassinato dai killer di Cosa Nostra. Ma vedendolo a un certo punto calarsi in testa una coppola nera in segno di dileggio verso tutti quelli che sulla mafia hanno il torto di non pensarla come lui (e incurante della presenza in studio di gente che ha visto cadere padre e fratelli sotto il fuoco della lupara) veniva da chiedersi come sia possibile che al vertice di una delle regioni più importanti della quinta o sesta potenza mondiale ci sia un politico con queste marcate caratteristiche. Perché un milione e mezzo di siciliani mi hanno confermato la loro fiducia, risponde lui orgoglioso ogni volta che lo si tocca sull’argomento. Ha ragione, ma il mistero è proprio questo.

Del resto, viviamo in uno strano Paese dove le varie forme di potere (politico, finanziario, mediatico) agiscono quasi sempre su piani diversi ma che tendono a confondersi. Quello dell’apparenza e quello della realtà. Le elezioni sono il paradigma perfetto di questa mescolanza di vero e di illusorio costituendo il risultato delle urne la parte emersa di una battaglia che si svolge in profondità, con patteggiamenti e voti di scambio spesso innominabili. Può accadere, tuttavia, che lo stesso scrutinio elettorale venga truccato in corso d’opera attraverso manipolazioni e brogli fino al punto di capovolgere il dato finale.

Ciò è accaduto nella notte dell’11 aprile, secondo Enrico Deaglio (direttore de «Il Diario») e Beppe Cremagnani, autori del dvd «Uccidete la democrazia» di prossima distribuzione. Le domande sono davvero tante ed alcune ci tornano in mente dalla famosa notte. Per esempio, come è possibile che le schede bianche e nulle siano improvvisamente crollate riducendosi a un terzo di quelle conteggiate solo cinque anni prima? E non è sorprendente che queste schede si siano fermate tutte allo stesso livello (dall’uno al due per cento), e in tutta Italia, dalle Alpi a Pantelleria? E come mai nelle ore cruciali dello spoglio il ministro dell’Interno Pisanu si allontanò improvvisamente dal Viminale per andare nella residenza di Berlusconi? Cosa è accaduto in quelle stanze che possa giustificare la lunga assenza del ministro dal luogo della istituzione garante della corretta conta dei voti, fatto grave e senza precedenti? E come mai, nei giorni successivi, mentre il premier uscente denunciava fantomatici brogli il titolare dell’Interno assicurava che il voto si era svolto regolarmente? E se si torna al pomeriggio dell’11 come si può spiegare il clamoroso tonfo degli istituti di sondaggio, tutti concordi nell’attribuire all’Unione un sostanzioso vantaggio poi polverizzatosi a quota 24mila, cioé a quasi nulla. Infine, giustamente ci si chiede come sia possibile che ancora oggi nessuna istituzione sia in grado di comunicare il risultato definitivo delle elezioni. Qualcuno ce lo dirà mai? Deaglio ipotizza una truffa telematica che avrebbe trasformato le schede bianche in consensi a Forza Italia. Ma se anche le cose fossero andate così, probabilmente nessuno potrà provarlo. E poi, a chi gioverebbe cavalcare l’eventuale scandalo? Non certo alla Cdl che di brogli, infatti, non parla più. Non all’Unione che, comunque, le elezioni le ha vinte punto e basta. Ovvero: chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, scordiamoci il passato. Resta la realtà apparente, quella di una partita vinta, poi persa, poi recuperata in fotofinish. Un esito incerto che ha prodotto una concatenazione di altre incertezze, e un governo appeso a un filo. Debolezza che fa comodo a molti. L’origine dei nostri guai.

Di un altro mistero, occorre parlare. Sta dentro il libro scritto da un bravo giornalista del «Corriere della sera», Massimo Mucchetti, che un brutto giorno scopre di essere illegalmente intercettato. Per conto di un’entità che si presume potente se arriva a piazzare le sue cimici nel cuore del più grande giornale italiano. «Il baco del Corriere», racconta una storia con due facce. Sulla prima - le scalate e i complotti azionari per impadronirsi di via Solferino - poco possiamo dire. Se non che nella sua storia il «Corriere» è stato spesso oggetto di voglie indecenti, dal fascismo alla P2. Poi ci sono le congiure e qui il racconto di Mucchetti si riunisce come un vorticoso affluente al fiume principale. Che è l’Italia dei poteri occulti, dei centomila dossier, delle morti violente. L’autore individua (forse) gli intercettatori. Ma non i mandanti. La cui identità, forse, si può intuire ma che nessuno può toccare. Proprio come nella vicenda elettorale. Qui però i fili sembrano più visibili. Perché le intercettazioni portano agli spioni di Telecom. E gli spioni di Telecom portano agli spioni del Sismi. Servizi al cui vertice continua a sedere, imperturbabile, quel Nicolò Pollari della cui giubilazione si continua a parlare da mesi. Ma nulla accade. Non è questo il mistero dei misteri?

* www.unita.itPubblicato il: 18.11.06 Modificato il: 18.11.06 alle ore 10.42


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