«La pedofilia ha minato la credibilità della Chiesa» di Franca Giansoldati in “Il Messaggero” del 18 giugno 2012
È con un videomessaggio di inusitata durezza inviato a Dublino, al cinquantesimo Congresso Eucaristico internazionale, che Papa Ratzinger è tornato a parlare dello scandalo della pedofilia in Irlanda. Un capitolo nero per la Chiesa irlandese, oltre che per la Chiesa intera vista la diffusione del fenomeno degli abusi esistente all’interno delle strutture cattoliche. «È stata minata la credibilità del messaggio cristiano».
Negli ultimi cinquant’anni in Irlanda, all’ombra dei campanili ma anche dentro scuole e orfanotrofi retti da religiosi si sono consumate autentiche tragedie, tanto che il Parlamento e il governo irlandesi, alcuni anni fa, hanno deciso di nominare una commissione ad hoc incaricata di fare luce sulle denunce e di redigere un rapporto finale. Il risultato è contenuto in due faldoni che hanno letteralmente choccato Papa Ratzinger tanto erano pieni di episodi scabrosi. In tutto si parla di centinaia di preti-orchi coinvolti e migliaia di vittime.
Per Benedetto XVI si tratta di un capitolo dolorosissimo che la Chiesa di Dublino fatica ad archiviare. Nel videomessaggio ai cattolici irlandesi il Papa ripercorre la storia millenaria vissuta nel segno del Vangelo della Chiesa sull’isola. Una Chiesa che oggi «è scossa in maniera orribile dalla rivelazione di peccati commessi da sacerdoti nei confronti di persone affidate alle loro cure» e che «al posto di mostrare ad essi la strada verso Cristo, al posto di dar testimonianza della sua bontà, hanno compiuto abusi su di loro e minato la credibilità del messaggio della Chiesa».
A chiudere il congresso eucaristico è toccato al cardinale Diarmud Martin, arcivescovo di Dublino, uno dei più strenui fautori della linea della tolleranza zero verso i pedofili nonostante abbia incontrato sul cammino della pulizia interna parecchie resistenze anche da parte di alcuni vescovi coinvolti nelle inchieste. In passato questi prelati pur sapendo quello che succedeva in alcune delle strutture parrocchiali hanno preferito voltare lo sguardo altrove per non compromettere il buon nome della Chiesa. E così finivano per trasferire il parroco pedofilo in un’altra parrocchia, dove a contatto con i bambini tornava a commettere altri abusi. Una catena di dolore e crimini.
Papa Ratzinger si chiede: «Come possiamo spiegare il fatto che persone che hanno ricevuto regolarmente il corpo del Signore e confessato i propri peccati nel sacramento della Penitenza abbiano offeso in tale maniera? Rimane un mistero. Eppure evidentemente il loro cristianesimo non veniva più nutrito dall’incontro gioioso con Gesù Cristo: era divenuto semplicemente un’abitudine».