http://www.mednat.org/cancro/chemio_nonrisolve.htm
Sulla Chemioterapia si sa già tutto: Essa ha un’azione deleteria e devastante sull’intero organismo. La chemioterapia si regge su un assioma, anzi su un paradosso: "Ciò che fa venire il cancro, lo guarisce", guardate a che assurdità si è arrivati. Nella chemioterapia, la ciclofosfamide non è altro che un iprite chelata che viene introdotta nell’organismo, causa sui tessuti delle reazioni di Feulgen liberando quattro molecole di acido cloridrico. Quindi come si può pensare di curare il cancro con l’acido cloridrico ? Lo I.S.S. (Ist. Sup. Sanita’) afferma in questo articolo, http://www.mednat.org/cancro/chemio.pdf, che la "ciclofosfamide" (pag. 6,10,20,22,23,30) e’ una sostanza CANCEROGENA eppure viene utilizzata per la Chemio terapia... anche qui lo si conferma: http://www.cdc.gov/niosh/ipcsnitl/nitl0689.html
a pag.90 è riportato quanto segue:
La sorveglianza sanitaria
Nonostante il problema dell’eventuale inserimento dei chemioterapici antiblastici
nell’Allegato VIII del DL.vo 626/1994 o della loro classificazione 1 o 2 secondo il DL.vo
66/2000 sia ancora irrisolto, è generalmente riconosciuta la necessità di considerarli e trattarli
come agenti cancerogeni (vedi capitolo sulle linee guida).
Alla luce di quanto riportato e pur considerando tutti i limiti riferiti appare chiaro il ruolo
indispensabile di azione preventiva che ha la sorveglianza sanitaria nei confronti di operatori
esposti a chemioterapici antiblastici. I limiti descritti delle metodiche di monitoraggio
biologico, relativi sia alla sensibilità che alla specificità, rendono poco attuabile il ricorso ad
esse al solo scopo di formulare il giudizio di idoneità. Pertanto i test precedentemente descritti
dovrebbero essere utilizzati con cautela, e comunque sempre in associazione con altre
informazioni derivanti da raccolte anamnestiche mirate che vadano ad indagare i vari organi e
apparati considerati a rischio ed eventuali effetti mutageni sulla riproduzione.
La sorveglianza sanitaria deve tenere conto che i farmaci antiblastici, in particolare gli
agenti alchilanti, sono composti citotossici potenzialmente cancerogeni e possono causare
effetti negativi sulla riproduzione in soggetti professionalmente esposti.
Sono stati inoltre descritti, in pazienti sottoposti a terapia antiblastica, effetti irritativi e
allergici a carico della cute, delle mucose oculari e dell’apparato respiratorio, perdita di capelli
e peli, nausea, cefalea, vertigini, epatopatie ad impronta citolitica.
Durante la sorveglianza sanitaria dovrebbero essere valutate quelle condizioni fisiologiche e/o
patologiche, temporanee o permanenti, che potrebbero rappresentare situazioni di aumentata
suscettibilità individuale:
gravidanza e allattamento;
talassemie, emoglobinopatie, carenza da G6PD eritrocitaria ;
anemie, leucopenie e piastrinopenie di ogni origine;
immunodeficienze congenite o acquisite;
Mi interesso di tumori e ho pubblicato il libro "Gli sconvolgenti effetti terapeutici della SEMPLIFICAZIONE DEL PENSIERO tumori e casi clinici. Adesso un mio articolo: http://www.nienteansia.it/news-utenti/viewart.php?idart=112