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Archeologia

Al di là delle Colonne d’Ercole ... ATLANTIDE, ovvero LA SARDEGNA. Un’intervista di Marco Sedda a SERGIO FRAU

mercoledì 1 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] Premetto che non ho mai cercato e letto un libro su Atlantide, non mi piacciono i misteri. Il mio libro è un codice d’accesso, una mappa. In Platone c’è il ricordo di un’isola eccezionale e strabiliante che a un certo punto collassa. E questo coincide con tutto quanto gli antichi hanno scritto. Si parla di un paradiso di ventimila torri che d’improvviso diventa un inferno di malaria e fango. Per questo ipotizzo che la Sardegna sia stata spazzata da una sorta di tsunami. Platone (...)

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venerdì 5 gennaio 2007

ARCHEOLOGIA

L’ipotesi nella mostra «Atlantika» al Museo di Scienze naturali di Torino

Atlantide? In Sardegna

Le Colonne d’Ercole, prima che i geografi antichi le spostassero, erano nel Canale di Sicilia. Della mitica città scomparsa parla Platone in «Timeo» e «Crizia»

di Massimo Centini (Avvenire, 05.01.2007)

Tutto inizia con Platone: nel Timeo e nel Crizia il filosofo greco narra la storia e la tragedia di una meravigliosa isola-continente chiamata Atlantide, creando i presupposti per dare sostanza ad un mito che non ha mai cessato di affascinare gli uomini di tutti i tempi. Dalle sue parole otteniamo le informazioni su quel luogo straordinario situato oltre le Colonne d’Ercole (Stretto di Gibilterra), dove vi era un mondo perfetto ed equilibrato, che in un solo giorno scomparve nel mare.

Su Atlantide esiste una letteratura sconfinata: scienziati e visionari, esploratori ed esoteristi, hanno sentito il bisogno di indagare e di cercare di capire se questa isola-continente sia effettivamente esistita e quando; oppure, se tutto vada ascritto alla fantasia e al mito. Ognuno degli studiosi che ha cercato Atlantide nelle diverse epoche storiche, ha fornito una propria interpretazione dei fatti; va però osservato che le tesi sono spesso divergenti e non c’è accordo sulla collocazione del continente e neppure sulle motivazioni delle sua fine.

Dall’isola di Santorini nel Mar Egeo a Bimini in Florida, dall’Antartide al Nord Africa, Atlantide è stata "scoperta" più volte, anche se alla fine le tracce rinvenute, vere o presunte, non hanno mai retto la critica. Tra le tesi più recenti vi è quella di Sergio Frau che, qualche anno fa, si è posto all’interno del dibattito ponendo Atlantide in Sardegna.

Una tesi "alternativa" che adesso si è conformata nell’articolata mostra Atlantikà, allestita al Museo di Scienze Naturali di Torino fino al 25 febbraio. Immagini, cartine e ricostruzioni per sostenere la tesi che di fatto si basa su un’ipotesi controcorrente: le mitiche Colonne d’Ercole, prima del loro spostamento a cura dei geografi antichi, erano poste nel Canale di Sicilia. Quindi vi è il sospetto che quel limite estremo, quando Pindaro ne parlò per la prima volta nel 476 a.C., in realtà fosse all’interno del Mar Mediterraneo.

Tutto ciò prima di Alessandro Magno: fu nella sua grande biblioteca di Alessandria che vennero ridisegnate le mappe e, forse, in quell’occasione avvenne una sorta di spostamento "politico" di quel limite che il grande archeologo Sabatino Moscati chiamò la «Cortina di Ferro dell’Antichità». Ad accreditare il legame Sardegna-Atlantide la ricchezza dell’isola-continente di Platone: argyròphleps nesos, l’isola dalle vene d’argento. Si dice che quando i Fenici giunsero in Sardegna dopo il XII-XI secolo a.C. (vale a dire quando Atlantide avrebbe dovuto già essere stata distrutta dal mare), fabbricassero le ancore per le loro navi con l’argento per riuscire così a portarne via una quantità maggiore.

Nell’area di Sulcis-Iglesiente si trovano importanti miniere di zinco e piombo che hanno una particolarità: i due minerali sono ricchi di argento. Un altro elemento per relazionare la Sardegna all’Atlantide di Platone è costituito dalla fertilità: l’isola è stata, fino al XIX secolo, una "foresta galleggiante", con molti boschi e tante sorgenti; il clima particolarmente dolce consentiva fino a tre raccolti all’anno. Ma c’è di più. Infatti, nella parte meridionale della Sardegna, nell’area di Barumini, gran parte dei nuraghe risultano abbattuti, ridotti a mucchi di pietre e fango, mentre da Nuoro in su sono ancora in piedi. A determinare l’abbattimento di questi edifici nel sud dell’isola fu la furia degli uomini, forse dei Fenici? O forse le motivazioni furono altre?

Inoltre, non dimentichiamo che non mancano neppure indizi per porre sempre più indietro nel tempo la presenza umana in Sardegna. Tracce di insediamenti risalenti a oltre tredicimila anni fa, nel Paleolitico superiore, sono state rinvenute a poche decine di chilometri da Oristano.

Secondo Platone, Atlantide raggiunse il proprio splendore novemila anni prima del suo tempo: si tratta di un periodo lontanissimo, di cui abbiamo tracce archeologiche molto diverse, dal punto di vista tecnologico, da quello della perfezione ed evoluzione attribuita agli abitanti dell’isola che , sempre seguendo la traccia narrativa del Timeo e del Crizia, fu descritta al filosofo greco dai sacerdoti egizi. Forse Atlantide potrebbe essere il ricordo romanzato di un grande sconvolgimento geologico realmente accaduto e poi trasformato in racconto dei tempi "antidiluviani": tempi che tanta fortuna avranno nelle ricostruzioni di numerosi studiosi di preistoria del XIX secolo.


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