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Italia

PER UNA REPUBBLICA E UNA CIVILTA’ DEL LAVORO, CONTRO LA PRECARIETA’!!! 4 NOVEMBRE 2006: A ROMA, UNA GRANDE MANIFESTAZIONE. I PRECARI: "Abrogare la legge Biagi".

sabato 4 novembre 2006 di Federico La Sala
Lavoro, precari in piazza manifestano a Roma
Oltre centomila al corteo. All’iniziativa promossa dai sindacati ha aderito tutta l’ala sinistra dell’Unione dalle minoranze Ds fino al Prc: diversi gli esponenti della maggioranza presenti. Giordano (Prc): "Con i movimenti e al governo". Ma il ministro Damiano: "Amarezza per la manifestazione"
di CLOTILDE VELTRI *
17:07 Il ministro Bianchi: "Non è il momento per le manifestazioni di piazza"
Riserve e critiche da parte del ministro dei (...)

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> PER UNA REPUBBLICA E UNA CIVILTA’ DEL LAVORO, CONTRO LA PRECARIETA’!!!

giovedì 25 gennaio 2007

Il capo dello Stato invia un video messaggio alla conferenza in corso a Napoli. Stigmatizzata la mancanza di garanzie per i lavoratori

Napolitano contro il precariato "Causa principale delle morti bianche"

"Non bastano più le denunce indignate. Occorrono misure efficaci" *

ROMA - La precarietà e la mancanza di garanzie dei lavoratori "sono in effetti le cause principali dell’abnorme frequenza e gravità degli incidenti, anche mortali, sul lavoro". Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un video-messaggio inviato alla seconda Conferenza Nazionale su Salute e sicurezza sul lavoro, che si è aperta oggi a Napoli.

Nel messaggio il presidente punta l’indice sul lavoro nero ("così diffuso nel Mezzogiorno"), minorile e degli immigrati. Proprio ieri l’Anmil aveva fornito i dati dei primi 9 mesi dell’anno: 1141 vittime di incidenti mortali e sempre grave la casistica delle malattie professionali con altre centinaia di decessi, molti riconducibili all’amianto.

"Non ci si può limitare alla denuncia commossa e indignata", aggiunge Napolitano sollecitando ad "adottare misure realmente efficaci": quelle previste nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" inserito nel Decreto per il rilancio economico, approvato lo scorso luglio, e quelle del Testo unico sulla salute e sulla sicurezza del lavoro e del nuovo Codice degli appalti. "Spero che vedano presto la luce", auspica constatando la "fruttuosa collaborazione fra maggioranza e opposizione" che si è delineata su questi temi e ha portato all’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni.

Altrettanto importanti sono però, sottolinea il capo dello Stato, "i controlli da compiere sistematicamente sull’osservanza delle leggi e di tutte le misure di garanzia".

In questo campo, fa osservare, non siamo all’anno zero: "in questi mesi si sono dati dei buoni esempi, e si è deciso anche un primo adeguamento delle risorse di personale necessarie per i controlli".

Napolitano ritiene di rivolgere un appello anche alla società civile e ai giornali: "si elevi il livello di attenzione, anche sui mezzi di informazione, per questi fatti e e questi problemi, si elevi il livello di comune sensibilità sociale e civile".

L’intervento del capo dello Stato non giunge inatteso. Come ricorda egli stesso nel messaggio, fin dal giorno del suo insediamento ha invitato a guardare con più attenzione "al valore del lavoro, come base della Repubblica democratica", e a fare di più per tutelare la sicurezza sui posti di lavoro. Le morti e gli incidenti sul lavoro, conclude, costituiscono "una piaga", ma questo "non è un prezzo inevitabile da pagare, come in qualsiasi altro grande Paese con milioni di occupati".

* la Repubblica, 25-01-2007.


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