Ora, però, non approfittare dello spazio che ti è concesso in nome del pluralismo cui si tende dalla fondazione di questo giornale. Io non ti conosco se non per i tuoi commenti su queste pagine. Nei quali dimostri personalità e tempra. Che, tuttavia, non giustificano certi passaggi arbitrari all’indirizzo di chi dirige questa testata. Col debito rispetto, finché si scherza si sta al gioco. Quando si supera la misura, occorre riportare ordine e puntualizzare alcune cose. Lasciami dire che non hai alcun diritto di dirmi se devo o non devo presentarmi al giudizio degli elettori. La scelta è mia e non sarà certo un ragazzo come te, pur sufficientemente indottrinato, a stabilire qual è il mio futuro raggio di azione. Io ho sempre agito assumendomi pienamente la responsabilità per posizioni anche solitarie ma ragionate, sperimentate con sacrificio e indicate da un’indiscutibile onestà intellettuale e morale. Non ho mai espresso giudizi sulla tua persona, per concludere. Non ti so e, soprattutto, non ti ho sentito parlare né ho mai letto di tuoi impegni diretti per l’utile della società florense. Basta con le semplificazioni. Il professore Vattimo e il sottoscritto, di cui puoi non condividere le idee, meritano grande rispetto poiché, per quanto critici, non contravvengono alle regole, non scritte, della corretta prassi. Per chiudere, il professore Vattimo è più che degno di sedere ovunque. E questo lo ha dimostrato su ogni campo. Chi scrive, poi, non ha mai risparmiato energie e speranze per la sua mai dimenticata città. A buon intenditor poche parole.
Emiliano Morrone