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La "Camor-ra" ... e le "Camer-e" sgarrupate!!!

NAPOLI e LA CAMORRA. Vincenzo Cuoco insegna! E’ una storia di lunga durata. Un’analisi di Giancarlo Nobile - a c. di Federico La Sala

Ma che cos’è quel fenomeno che chiamiamo camorra? Dov’è? Come si struttura? Quali sono e dove sono le sue radici?
lunedì 6 novembre 2006
[...] La borghesia napoletana ha utilizzato l’altra società con una prassi che possiamo chiamare illegalità/legale che va dalle video cassette e musicassette pirata a basso costo, al pane ed altre mercanzie in qualsiasi giorno ed ora, al parcheggio abusivo, alle scommesse ed al lotto clandestino sino alle costruzioni abusive etc. il tutto senza tener conto che ciò, oltre che a formare la società senza l’indispensabile mediazione di regole e leggi, nutre economicamente le attività illegali (...)

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> NAPOLI e LA CAMORRA. Vincenzo Cuoco insegna! E’ una storia di lunga durata. Una analisi di Giancarlo Nobile.

lunedì 27 novembre 2006

NAPOLITANO: POLITICA OPERI PER EVITARE CHE RAGAZZI SI PERDANO

"La politica deve fare la sua parte per evitare che voi ragazzi siate costretti ad andare via o a perdersi". Il monito viene dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che dialoga via internet, inaugurando il primo centro multimediale in una parrocchia di Napoli, con i ragazzi riuniti nella postazione del rione Salicelle ad Afragola. Napolitano, collegato con loro dalla parrocchia del popolare quartiere Sanita’ risponde alla domanda di Gaetano che gli ha raccontato come insieme ad altri li’ al rione Salicelle abbia deciso di rimanere "e di costruire qualcosa. E’ della politica il compito di darci una mano?", lo interroga. "Non dobbiamo mai perdere la speranza di recuperare anche chi ha preso una strada malsana e pericolosa", aggiunge Napolitano, facendo riferimento poi alle "bande spietate che imperversano sul nostro territorio". "Guai se si assumessero modelli e modi di comportamento della criminalita’ organizzata", sottolinea. "La politica ha le sue responsabilita’ - ribadisce - ma questi sono segni effettivi di impegno della politica", dice alludendo al progetto inaugurato. "Altri devono venire dalle istituzioni locali, regione, comune e provincia, e dalle realta’ associative dei cittadini che devono dare risposte". "Senza nulla togliere alle responsabilita’ della politica, il futuro e’ nelle vostre mani - conclude il Capo dello Stato rivolgendosi ai giovani - nelle vostre e nelle nostre mani. Non siamo due cose diverse; siamo insieme, giovani, Stato e Chiesa, nella stessa battaglia. E sono sicuro che questa battaglia anche in quartieri cosi’ difficili la vinceremo".

Napoli, 19:01. la Repubblica, 27.11.2006


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