PRETI SPOSATI, RETROMARCIA DEL CARD. HUMMES *
ROMA - Non appena sbarcato a Fiumicino proveniente da San Paolo del Brasile, il cardinale Claudio Hummes ha voluto mettere subito le cose in chiaro: "Non ho nessuna nuova dottrina del celibato dei sacerdoti. Quello che dico si rifà alla Dottrina Sociale della Chiesa". Poi a scanso di equivoci, ha aggiunto: "Il Papa guida la Chiesa e io sono al suo servizio volentieri".
Poche parole per smorzare sul nascere il polverone originato da una intervista rilasciata a un giornale brasiliano che dava ampio risalto al fatto che il celibato sacerdotale non è un dogma. Il nuovo prefetto della Congregazione per il Clero scelto da Papa Ratzinger per sostituire il colombiano Dario Castrillon Hoyos andato in pensione per raggiunti limiti di età, inizia l’incarico in curia costretto a spiegare meglio cosa intendeva dire sulla dibattuta questione dell’abolizione del celibato. Tema, questo, che ciclicamente torna d’attualità. In questi mesi è affiorato con prepotenza per le prese di posizione di monsignor Milingo che in America - dove si trova con la moglie Maria Sung - ha fondato un movimento impegnato per l’abolizione del celibato. Il mese scorso il Papa aveva affrontato l’argomento convocando un summit con tutti i capi dicastero del Vaticano e dal quale era emerso che all’orizzonte non ci sono cambiamenti sostanziali. Anzi.
L’occasione era stata propizia per esprimere la validità della norma celibataria anche per fronteggiare la sfida della secolarizzazione. Il cardinale Hummes prossimo a insediarsi al timone del dicastero che governa tutti i sacerdoti del mondo, qualche ora più tardi al suo arrivo, ha concordato con la Segreteria di Stato una dichiarazione per non lasciare spazio ai dubbi e, di conseguenza, stroncare sul nascere ogni tipo di speranze. L’abolizione del celibato sacerdotale "non è attualmente all’ordine del giorno delle autorità ecclesiastiche".
Il celibato non si tocca e almeno con Papa Ratzinger non vi saranno aperture di sorta. Anche se non è un dogma è una prassi così antica che è impossibile venga ritoccata. Lo ha spiegato bene il cardinale Julian Herranz, uno dei massimi giuristi d’Oltretevere e presidente del Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei Testi Legislativi.
"Il celibato sacerdotale è legge da 17 lunghi secoli. Fermo restando che una cosa sono i dogmi e un’altra le leggi - che di per sé (e non solo per la Chiesa) possono anche essere sottoposte a modifiche - ciò non significa che sia opportuno o conveniente farlo". "Le ragioni che vengono date da coloro che vorrebbero procedere a modificare il celibato sono sbagliate: non è vero, infatti, che vi saranno più sacerdoti se si abolisce questa norma. Basta vedere cosa succede all’interno delle chiese protestanti che nonostante abbiano soppresso il celibato 5 secoli fa, hanno molte meno vocazioni che non la Chiesa cattolica. Penso, dunque, che l’abolizione del celibato impoverirebbe tremendamente la vita della Chiesa. La gente ama di più un sacerdote che ha fatto della sua vita una donazione completa. Il mondo non è tutto eros e sesso".
* ANSA » 2006-12-03 18:07