Milano in piazza contro le mafie
"Non lasciamo soli giudici e polizia"
Nel capoluogo lombardo la grande manifestazione di Libera. L’appello di don Ciotti: "Far emergere le cose positive della politica senza rinunciare a denunciare le cose negative". Oltre 150mila partecipanti al corteo *
Uno per uno dal palco di piazza Duomo hanno scandito i nomi, pesanti come pietre, delle tante vittime della mafia e delle violenze, ma hanno anche voluto testimoniare con la loro massiccia presenza un futuro diverso per l’Italia fatto di memoria e impegno. E’ stato forse questo il momento simbolicamente più importante della manifestazione nazionale - fra l’altro tutto è stato proiettato su un maxi-schermo posto in alto vicino a Palazzo Reale - organizzata a Milano dall’associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti, per riaffermare il valore della legalità.
FOTO La manifestazione
Centocinquantamila in corteo. Al lungo corteo, partito da Porta Venezia, hanno preso parte secondo gli organizzatori circa 150mila persone, fra tantissimi studenti, militanti dei sindacati e molta gente comune. Era presente anche il generale dei carabinieri Antonio Girone, direttore della Dia (Direzione investigativa antimafia). Molti anche i politici del centrosinistra che hanno rilasciato dichiarazione a margine dell’iniziativa - alcuni hanno espresso un vero e proprio j’accuse contro l’esecutivo - e al massimo hanno letto a loro volta qualche nome di persone uccise dalla mafia. Fra i tanti, Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris dell’Idv, Walter Verltroni del Pd, Paolo Ferrero di Rifondazione comunista.
L’appello di don Ciotti. Don Ciotti ha lanciato un appello per "non lasciare soli magistrati e forze di polizia" e ha anche chiesto di "far emergere le cose positive della politica senza rinunciare a denunciare le cose negative". Per quanto riguarda invece la discussione in parlamento su quale data del calendario scegliere per la Giornata nazionale della memoria, il fondatore di Libera ha ribadito la sua speranza che la scelta ricada sul 21 marzo, giorno scelto da 15 anni da Libera per le sue manifestazioni.
I candidati lombardi. E poi i candidati presidenti alle regionali in Lombardia: Vittorio Agnoletto, Filippo Penati e Savino Pezzotta. La presenza di questi ultimi ha "stupito" il governatore Roberto Formigoni, che ha aderito idealmente alla manifestazione ma non è sceso in strada per rispettare la richiesta, si legge in una nota, che "nessuna bandiera, nessun simbolo e nessun candidato fosse presente oggi in piazza". Penati ha replicato di "aver concordato" la sua presenza.
I parenti delle vittime. Fra i parenti delle vittime - in 500 hanno aperto il corteo - Claudio Fava, Nando Dalla Chiesa, Elisabetta Caponnetto (la prima a iniziare la lettura dei nomi), Benedetta Tobagi e la vedova dell’avvocato Ambrosoli. Tanti anche i sindaci e gli amministratori con la fascia tricolore. Tutto è avvenuto tranquillamente e tanti sono stati gli striscioni contro ogni forma di violenza e sopruso. Si sono viste solo bandiere delle associazioni aderenti e qualcuna con il simbolo della pace.
La polemica politica. Critiche al governo sono state fatte - con toni diversi - dagli ex magistrati Di Pietro e De Magistris ("il nostro governo è quello che ha maggiormente favorito il crimine organizzato"), molto duri, mentre più soft sono stati Veltroni e Ferrero. Don Ciotti, dal palco, ha rimarcato che "i candidati non si scelgono solo in base alle vicende giudiziarie, ma anche in base ai comportamenti e alle frequentazioni". Ma il tema centrale è rimasto la lotta alle tante mafie e alla loro infiltrazione nelle istituzioni, nell’economia e nella società italiana.
Il blitz di Forza Nuova. Una ventina di giovani simpatizzanti di Forza Nuova sono entrati al Circolo della stampa, dove era in corso un incontro sul tema "Al Nord la mafia non fa notizia", interrompendo per qualche momento i lavori per protestare di essere stati respinti dal corteo. Ci sono stati scambi di accuse con gli organizzatori. Quindi i giovani di Fn, dopo aver mostrato uno striscione con la scritta "Noi nostalgici, un’Italia senza mafia", se ne sono andati tra i fischi.
FOTO L’irruzione al Circolo della stampa
*la Repubblica, 20.03.2010 (ripresa parziale).