LA BOMBA DI BRINDISI - POLEMICHE IN PIAZZA
Brindisi reagisce e scende in piazza
Fischiati il vescovo e alcuni politici
Tensione durante il comizio, il sindaco difende il prelato *
MILANO -Brindisi ha reagito all’attentato di sabato mattina con una grossa manifestazione di piazza. Ma la tensione, la paura della folla ancora scossa per l’esplosione della mattinata, si sono riversate sul palco improvvisato su cui politici e rappresentanti locali hanno preso la parola. Fischi, urla, contestazioni, soprattutto all’indirizzo dei politici che si alternavano al microfono: «Fuori i politici dal palco, non vogliamo collusi non vogliamo ascoltarvi. Le scuole non si toccano». Una porzione di insulti e fischi l’ha ricevuta anche l’arcivescovo Rocco Talucci, che cercava di invitare la folla alla calma e al raccoglimento per levare una preghiera alla memoria di Melissa e in sostegno delle ragazze ferite. È dovuto intervenire il sindaco Cosimo Consales per difenderlo: «Non è il momento delle contestazioni e dell’intolleranza - ha detto il primo cittadino raccogliendo applausi - ma dobbiamo dimostrarci uniti contro l’offesa e la minaccia che abbiamo ricevuto».
LA MANIFESTAZIONE - La città di Brindisi si è riunita in piazza della Vittoria a Brindisi. Numerosi gonfaloni delle città della provincia stavano a rappresentare l’immediata solidarietà di un intero territorio. C’erano anche alcune bandiere delle organizzazioni sindacali e striscioni che stigmatizzano la violenza nei confronti degli studenti. «Oggi ho ricevuto una telefonata da Camp David, dal premier Mario Monti - ha raccontato dal palco il sindaco Consales - di cordoglio per le vittime ma di solidarietà per la nostra città, che è stata colpita per colpire l’Italia». Per il primo cittadino oggi «è stata uccisa l’Italia, non facciamoci separare dalle polemiche».
IN PIAZZA - In piazza a Brindisi c’erano anche Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, e il governatore Nichi Vendola: «Avevo visto già in un’altra circostanza il triste spettacolo di zainetti, quaderni, libri sparpagliati sul selciato di una strada. Era a San Giuliano di Puglia, dopo il terremoto, nella scuola in cui morirono decine di bambini». Vendola ha ricordato l’elemento di paura e terrore associato ai bambini, alla scuola: «Il luogo dove portiamo i nostri ragazzi, il posto dove pensiamo possano essere al sicuro. Colpirli lì è come colpire al cuore la nostra società».