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"Pietà per il mondo, venga il nuovo sapere"(M. Serres, Distacco, 1986)!!!

LA STATUA DELLA LIBERTÀ DEGLI U.S.A. - CON LA SPADA SGUAINATA: "GUAI AI VINTI"!!! LA LEZIONE DI FRANZ KAFKA, IL MAESTRO DELLA LEGGE: RIPENSARE L’AMERICA. E il sogno del "nuovo mondo"!!!

"IN GOD WE TRUST": TUTTO A CARO-PREZZO ("DEUS CARITAS EST")!!! IL DERAGLIAMENTO DELLA DEMOCRAZIA E BUSH CHE FA LA "BELLA STATUINA".
martedì 12 giugno 2007 di Federico La Sala
[...] Sull’orlo dell’abisso, non ci resta che venir fuori dallo stato (cartesiano-hegeliano) di sonnambulismo: seguire il filo del corpo (l’ombelico!), riacchiappare il senso della vita, e riattivare la memoria delle origini. Con Kant, con Feuerbach, con Marx, con Nietzsche, con Freud, con Rosenzweig, con Buber, e con Kafka ... si tratta di capire il significato della “spada” impugnata dalla “Statua della Libertà” [...]
"Potrei, per me, pensare un altro Abramo" (F. (...)

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> LA LEZIONE DI FRANZ KAFKA, IL MAESTRO DELLA LEGGE: RIPENSARE L’AMERICA. E il sogno del "nuovo mondo"!!! --- "Un cuore al buio. Kafka": la memoria di Milena, Dora e le altre (di Vera Mantengoli).

venerdì 18 febbraio 2022

Milena, Dora e le altre: le donne di Kafka, una storia da romanzo

Intelligenti, colte, economicamente indipendenti, sfidarono i tormenti di uno dei più grandi autori di ogni tempo. Ora le racconta "Un cuore al buio. Kafka" scritto a quattro mani da Manuela Cattaneo della Volta e Livio Sposito, che qui spiegano come si sono documentati per recuperarne la memoria dimenticata

di Vera Mantengoli (la Repubblica, 17 Febbraio 2022)

      • Il libro. Un cuore al buio. Kafka di Manuela Cattaneo della Volta e Livio Sposito è edito da Francesco Brioschi editore (pagg. 216, euro 18)

      • [Foto] Milena Jesenská

Sembrava sempre sul punto di sposarle, ma ogni volta lo struggimento esistenziale lo trascinava in un abisso di angosce e Franz Kafka si ritirava nel buio del suo cuore. Loro, sensibili, colte ed economicamente indipendenti, pur di entrare nella vita reale dello scrittore lo attesero anche anni sperando che superasse le sue ossessioni, invano.

Delle cinque donne più conosciute che lo amarono soltanto Dora Diamant visse con lui quando era già malato. Se ne prese cura senza chiedere nulla, fino al 1924, quando morì di tubercolosi a Vienna, a 41 anni. Le altre - Felice Bauer, Grete Bloch, Julie Wohryzek, Milena Jesenska - vennero irretite dall’intelligenza di Kafka, dai suoi occhi profondi, dalle sue lettere vibranti di emozioni e perfino dalle sue nevrosi, ma gli incontri effettivi furono saltuari e a volte deludenti. Le storie di queste donne che sfidarono i tormenti di uno dei più grandi autori di ogni tempo sono raccontate nel libro Un cuore al buio. Kafka, in libreria per i tipi di Francesco Brioschi Editore, scritto a quattro mani da Manuela Cattaneo della Volta e Livio Sposito.

      • [Foto] Dora Diamant

"L’idea è nata durante una mia permanenza a Boston, a casa di amici" racconta Cattaneo della Volta. "Stranamente non avevo un libro con me e, guardando tra i loro scaffali, ne ho trovato uno di poche pagine, Kafka Lovers, con la cronologia di tutti gli amori di Kafka e l’ho divorato. Quando l’ho finito ho pensato che si parlava solo di lui e non di quelle donne che si erano totalmente date e annullate per lui. Così ho iniziato a volerne sapere di più anche perché un anno prima avevo visitato il museo di Kafka a Praga e continuavo a pensarci". L’autrice del romanzo Buon Compleanno, edito da Sonzogno, torna in Italia e inizia a documentarsi riprendendo in mano i capolavori dell’autore, inclusi i diari. Per immergersi nel groviglio di emozioni kafkiane coinvolge una conoscenza di lunga data, il giornalista Sposito, a sua volta autore di Il mondo dall’alto e Mal d’avventura, editi rispettivamente da Sperling e Kupfer.

      • [Foto] Lo scrittore Franz Kafka

Nato da una ricca documentazione riportata nella bibliografia, il libro dà voce alle cinque donne, intitolando i capitoli con il loro nome preceduto dallo scritto che Kafka realizzò durante quella relazione. Dalla lettera ai monologhi, passando per il racconto di chi le conobbe, ogni innamorata ha il suo spazio e il suo stile, basati sulla loro biografia. "Kafka aveva bisogno di essere innamorato per produrre" prosegue Sposito. "L’unico modo per sbloccare il suo tormento era l’esaltazione che gli veniva dall’idea di essere innamorato perché poi, quando queste donne gli chiedevano di incontrarsi, lui si sottraeva con mille scuse. Non era capace di liberarsi dalle sue nevrosi o aveva paura che senza le sue ossessioni non sarebbe stato in grado di scrivere, come invece avveniva quando manteneva le relazioni a distanza. Per esempio, la storia con Felice Bauer durò cinque anni, ma ebbero soltanto tre incontri sessuali e si videro poche volte". Di queste cinque donne, soltanto Bauer e Diamant muoiono di morte naturale, le altre vengono deportate nei campi di concentramento.

      • [Foto] Manuela Cattaneo della Volta e Livio Sposito autori del saggio Un cuore al buio

La prima voce a raccontare i sentimenti per lo scrittore è la stenografa Felice Bauer, il cui carattere emerge dalle 600 missive che sono arrivate a noi firmate da Kafka dal 1912 al 1917, negli anni in cui le dedicò La condanna, scritto in una notte dopo averle inviato la prima lettera. Poi è la volta di Grete Bloch, la fiamma alla quale scriveva mentre prendeva forma Il processo. Amica di Bauer, Bloch conosce Kafka e viene risucchiata in un triangolo diabolico: inizialmente dovrà spiegare a Bauer perché lui la sta lasciando, ma poi anche lei finirà vittima del suo fascino. Segretaria e traduttrice, la donna cercherà di sfuggire alle leggi razziali, ma finirà prima internata a San Donato Val di Comino, poi deportata. Con Julie Wohryzek la storia va diversamente. Lei, la cui infatuazione porterà alla stesura di Lettera al padre, è cattolica e molto più giovane di Kafka. Si vedono, fanno lunghe passeggiate e hanno dei rapporti sessuali, ma ben presto lui (come al solito) sta già pensando a un’altra, alla giornalista Milena Jesenska, tra le protagoniste più intense del libro. Nel gelido campo di concentramento di Ravensbruck Margarete Buber Neumann incontra infatti di nascosto Jesenska. In quei momenti rubati alla morte, la giornalista le racconterà il suo grande amore per Kafka, durato cinque anni, fino al 1920. Ne nascerà il libro Milena, l’amica di Kafka, scritto dalla sopravvissuta Buber che qui prende voce per ricordare quegli incontri segreti, circondati da filo spinato, nel capitolo I diari. Infine c’è Dora Diamant sulla cui lapide si legge: "Chi ha conosciuto Dora sa cosa vuol dire amore" a memoria del suo carattere generoso e altruista che permise a Kafka di scrivere Il Castello. Sarà l’unica dalla quale Kafka si lascerà curare, come racconta Dora nel suo (ricostruito) monologo di attrice.

"Inizialmente vedevo Kafka soltanto come un narciso, uno che fa impazzire le donne riempiendole di attenzioni per poi sottrarsi, quello che oggi si chiama ghosting per capirci" spiega la scrittrice Cattaneo della Volta. "Il confronto con Livio mi è servito perché avevamo opinioni spesso diverse e questo aspetto è stato il punto di forza del libro. Kafka ne ha combinate di ogni. Per una donna è difficile non immedesimarsi e non vivere con loro questa sofferenza, ma dopo discussioni e discussioni, alla fine anch’io ho perdonato Kafka. Non ce la faceva davvero a lasciarsi andare e sembra proiettare nell’indipendenza di queste donne il suo desiderio di essere libero. Pur sottraendosi, cercava sempre di spronare le sue amate a realizzare i loro sogni, vedi Dora Diamant che, dopo averlo conosciuto, si dedicò finalmente al teatro. Inoltre tutte loro si sentirono amate e, anche se poi si sposarono o ebbero altri uomini, nessuna riuscì davvero a dimenticarlo".

Imprigionato dalle angosce, irretito nelle sue ossessioni, soffocato dall’autorità di un padre padrone, Kafka nelle lettere era un uomo presente e attento, ma davanti alla realtà dell’incontro fuggiva. "Per la prima volta mi chiede alla fine di potermi baciare. Soltanto con l’immaginazione, naturalmente. Perché non nella realtà?" si domanda Felice, per poi però sentirsi gratificata dal fatto che grazie a lei lui sta scrivendo un importante racconto.

"Queste donne soffrivano perché non riuscivano mai a concretizzare nulla con lui, ma nello stesso tempo si sentivano importanti perché capivano che con loro Kafka scriveva e, quindi, si realizzava" proseguono gli autori. "Il rapporto con ognuna di loro è estremamente complesso perché sono tutte indipendenti e forti. Si sacrificano, ma non si spezzano. Sembrano soccombere, ma poi riescono a liberarsi di lui e diventano ancora più solide, come Felice o Milena. Lui era intelligente, brillante e seduttivo, ma altrettanto evanescente, eppure considerarlo maschilista sarebbe davvero riduttivo".

Felice, Grete, Julie, Milena e Dora incarnano il desiderio di poter entrare nell’anima dell’altro, ma anche la sofferenza della consapevolezza del limite e la speranza di superarlo. Le donne che hanno amato Kafka non lo giudicano, lo ascoltano. Con loro ci si ritrova in un attimo laggiù, nel buio più buio, tra le struggenti viscere del suo cuore, palpitante, ma inafferrabile.


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