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PER UNA SVOLTA UMANA E CULTURALE: SVEGLIARSI, SUBITO !!! PRODI DIFENDE LA FINANZIARIA E LANCIA L’ALLARME : Il Paese è impazzito, non pensa più al futuro!

martedì 14 novembre 2006 di Federico La Sala

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> PER UNA SVOLTA UMANA E CULTURALE: SVEGLIARSI, SUBITO !!! L’ALLARME DI PRODI: "Il Paese è impazzito, non pensa più al futuro".

sabato 11 novembre 2006

«Tra gli emendamenti del governo apprendistato, Tfr e 5 per mille»

Finanziaria, «Integrazione per la ricerca»

Lo ha annuncaito il sottosegretario Nicola Sartor, precisando che che anche gli effetti del decreto Bersani, che decurtava risorse per 60 milioni, «sono stati compensati» *

Il premio Nobel e senatore a vita: «Non potrei dare l’ok su questa manovra se dovessero rimanere i tagli dal governo sulla ricerca»

ROMA - «Se la Finanziaria taglia i fondi per la ricerca il paese è distrutto ed io non potrei votarla». Così il premio nobel e senatrice a vita Rita Levi Montalcini. «L’Italia ha tanto capitale umano - spiega - e se non si finanzia la ricerca, il Paese affonda. Noi siamo un paese povero di materia prima, ma ricchissimo di capitale umano. E la ricerca - conclude Rita Levi Montalcini - è il vero motore di un Paese moderno, sia per le ricadute a livello sociale sia per quella a livello economico».

In Finanziaria «ci sarà una maggiorazione, una integrazione delle risorse per i progetti di ricerca». Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Nicola Sartor, a margine dei lavori sulla manovra alla Camera, aggiungendo che la questione è allo studio del Governo. Tra gli emendamenti dell’esecutivo, ha aggiunto Sartor, ci sono quelli che risolvono le questioni degli apprendisti, del Tfr, del contratto di pubblico impiego, dei ministeri (con la riformulazione dell’art. 53 sui tagli)e del 5 per mille.

In particolare, il sottosegretario ha spiegato che le attività di ricerca «hanno avuto adeguati stanziamenti e crescenti nel tempo», il fondo di funzionamento ordinario degli atenei «viene dispensato dall’articolo 53 sui tagli ai ministeri». Sartor ha precisato che anche gli effetti del decreto Bersani, che decurtava risorse per 60 milioni, «sono stati compensati». Inoltre, sono state fatte delle deroghe per le assunzioni di ricercatori. Il nodo del contendere sarebbe quindi «l’accantonamento su alcune unità previsionali di base che riguardano il ministero dell’Università». Ma, ha ribadito, «i progetti di ricerca sono stati sostanzialmente finanziati in maniera adeguata».

«Almeno per il primo anno ci sarà una forte attenuazione» della contribuzione per gli apprendisti artigiani che la Finanziaria ha introdotto per la prima volta con un’aliquota del 10%. Lo ha spiegato ancora Sartor, confermando che il Governo ha presentato un emendamento alla Finanziaria per alleggerire il peso dei contributi. «Si tratta per il primo anno, cioè nel 2007, di una misura che si avvicina molto all’esenzione anche se non si tratta di un azzeramento dei contributi».

Le affermazioni di Sartor sui tagli alla ricerca in Finanziaria arrivano all’indomani della presa di posizione di Rita Levi Montalcini, che ha annunciato che non appoggerà in Senato la «Finanziaria dei tagli». «Apprezzo l’appello di Rita Levi Montalcini, ma non il tono minaccioso del premio Nobel sulla richiesta di aumenti sulla ricerca» ha detto il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. «È necessario e interverremo come governo sui fondi per la ricerca - ha aggiunto l’ex magistrato - ma prego il premio Nobel Montalcini di non porlo come ricatto: il Governo può operare nei limiti dei fondi a sua disposizione. Non ci sono soldi sprecati da qualche altra parte, ci sono soldi che mancano perchè nel precedente governo i conti non tornavano», ha concluso Antonio Di Pietro. E anche il premier Prodi è tornato sulle dichiarazioni di Rita Levi Montalcini. «Mi sembrano un giusto ammonimento, ma anche intempestive», ha detto. 11 novembre 2006

Corriere della Sera


Letta: «Manovra impensabile con il suo voto contrario»

Montalcini: non voto la Finanziaria dei tagli

Il premio Nobel e senatore a vita: «Non potrei dare l’ok su questa manovra se dovessero rimanere i tagli dal governo sulla ricerca» *

ROMA - «Se la Finanziaria taglia i fondi per la ricerca il paese è distrutto ed io non potrei votarla». Così il premio nobel e senatrice a vita Rita Levi Montalcini. «L’Italia ha tanto capitale umano - spiega - e se non si finanzia la ricerca, il Paese affonda. Noi siamo un paese povero di materia prima, ma ricchissimo di capitale umano. E la ricerca - conclude Rita Levi Montalcini - è il vero motore di un Paese moderno, sia per le ricadute a livello sociale sia per quella a livello economico».

ENRICO LETTA: CERCHEREMO IL SUO CONSENSO - La rispota del governo non si è fatta attendere. «Non è pensabile una Finanziaria del centrosinistra con il voto contrario della senatrice Rita Levi Montalcini; quindi faremo di tutto per venire incontro alle sue richieste». Lo ha assicurato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta, interpellato dai giornalisti a Verona dove si trova per un foro di dialogo italo-spagnolo.

PADOA SCHIOPPA: I RETTORI SANNO DOVE TAGLIARE - E in un incontro con gli studenti è il ministro dell’economia a rispondere indirettamente ai richiami. Spostando il piano sul taglio degli sprechi e sulle economie che, dice Padoa-Schioppa, solo un rettore può operare in modo saggio. Parlando all’Università di Chieti, Padoa-Schioppa ha detto di riferirsi «alle economie che questa legge Finanziaria cerca di realizzare determinando anche la tensione, insoddisfazione, preoccupazione come quella che abbiamo letto sui giornali di oggi venire dall’Università». Ciò e dovuto al fatto che «l’azione che può fare il governo - ha sostenuto il ministro - è, per certi versi, un’azione indifferenziata: la differenziazione si fa in piccolo, non si fa in grande. Solo un rettore sa dov’è lo spreco in un’universita di cui è rettore, così come - ha aggiunto Padoa-Schioppa - solo un professore sa chi nella sua classe studia in maniera seria e chi non studia del tutto».

MUSSI: PARTIAMO MALE - Di altro avviso è il ministro dell’università e della ricerca, Fabio Mussi «Che nell’anno del risanamento si lesini sulle risorse è inevitabile, che si operi un massiccio definanziamento è un azzardo sul futuro» ha detto. «Posso convenire con Padoa Schioppa, che i soldi pubblici vanno spesi bene, sempre e in tutti i settori, compresa l’università e gli enti pubblici di ricerca. Mi permetto tuttavia di osservare che non siamo in una situazione di abbondanza, bensì esattamente contraria. L’Italia spende per l’università lo 0,88% del pil: la media Ocse è l’1,2%. L’italia spende in ricerca (tra pubblico e privato - poco privato -) l’1,1% del pil contro una media ocse dell’1,5%. Mi riferisco all’Ocse perchè non oso fare paragoni con le medie europee o americane, nè tantomeno riferirmi agli obiettivi di lisbona. Abbiamo - conclude il ministro - la metà dei ricercatori francesi, un terzo dei tedeschi, un decimo dei giapponesi, un trentesimo degli americani».

BERSANI: «MIGLIORAMENTI AUSPICABILI» - Anche il ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, era intervenuto in precedenza sul tema degli atenei universitari: «Alla luce anche delle successive decisioni della finanziaria - ha affermato il ministro - non mi opporrei certamente ad una soluzione che in sede parlamentare trovasse le condizioni di un miglior equilibrio a vantaggio delle università» Se gli atenei italiani piangono, quelli europei non ridono. A tracciare un quadro negativo della situazione di università e ricerca nel vecchio continente è il presidente del parlamento europeo Josep Borrell: «La situazione dell’università europea è negativa - sottolinea - non solo in Italia. Anche in Spagna, ad esempio, non è buona. Non possiamo pretendere di fare ricerca e innovazione a livelli competitivi senza investimenti importanti». 11 novembre 2006

* Corriere della Sera, 11.11.2006


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