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Eu-ropa. Per una nuova laicità, e un nuovo cristianesimo!!!

L’ITALIA, LA CHIESA, L’ETICA E IL MERCATO. E LE TASSE?! Per ri-nascere, "due Soli"(Dante). Costituzione ("Bibbia civile"), Eu-angelo ("Charitas") ... ed Economia ("Caritas") !!! Un incontro (promettente e, si spera, senza furbizia!!!) a Chieti (2006) tra il ministro Padoa-Schioppa e il vescovo Forte, che ha proposto "un decalogo per l’Italia" (e per la Chiesa !!!). Bene. W o ITALY !!!

lunedì 22 ottobre 2007 di Federico La Sala
[...] il ministro, che per qualche ora ha lasciato a Roma i patemi della legge finanziaria (ricordatigli, però, da uno striscione con cui è stato accolto dai giovani universitari), confessare: «Ho diffidenza a coniugare l’etica con altri termini, perché l’etica dovrebbe essere una sola». Un filo comune ha legato però le due riflessioni: quali strade battere per una «rinascita» italiana [...]
DIALOGHI
L’economia e la lotta alle disuguaglianze: ieri a confronto a Chieti il vescovo Bruno Forte (...)

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> L’ITALIA, LA CHIESA, L’ETICA E IL MERCATO. E LE TASSE?! Per ri-nascere, "due Soli"(Dante). Costituzione ("Bibbia civile"), Eu-angelo ("Charitas") ... ed Economia ("Caritas") !!! --- LA CHIESA, LA DESTRA E I TRIBUTI DA PAGARE (Risposta ad una lettera di U. Galimberti).

lunedì 22 ottobre 2007

Lettere

la chiesa, la destra e i tributi da pagare

Scrive J.J. Rousseau: "Se lo Stato è fiorente, il cristiano gode della felicità pubblica; se lo Stato deperisce, benedice la mano di Dio che si aggrava sul suo popolo"

Risponde Umberto Galimberti

Mentre leviti e sacerdoti discettano sulla questione se per un cristiano sia peccato o meno evadere le tasse, sulla strada che da Gerusalemme porta a Gerico un uomo assalito dai briganti rischia di morire (Luca 10). Ma al samaritano, popolo di Dio in cammino nella storia, non dovrebbe sfuggire che si ama il prossimo anche concorrendo con le tasse al bene comune. È la "condivisione" il lievito della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Matteo 14). Quando Gesù ha parlato di povertà, non l’ha pensata come valore in sé, ma come condivisione. Ha scritto Arturo Paoli, Piccolo Fratello di Charles de Foucauld: "Condivisione non è beneficenza. La dignità dei poveri si scopre quando essi vi possono ricevere a casa loro". Viceversa un Piccolo Fratello di Silvio Berlusconi, il vicedirettore di Libero Oscar Giannino, ha scritto (10/8/07): "La nostra casa è laddove poniamo il nostro denaro. Pertanto viva Valentino Rossi e viva i paradisi fiscali".

Matteo 25: "Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato...". Una condivisione che sia amputata della dimensione economica e politica, non è piena. Arturo Paoli: "Se io ritengo di amare l’uomo e i miei fratelli in una linea affettiva, ma praticamente nego questo amore nella linea economica, evidentemente ho una personalità schizofrenica. Non posso io amare e politicamente odiare. Perciò più che con i canti, con le preghiere, io lodo Dio se le mie tre linee: l’economica, la politica e l’affettiva sono tutte e tre aperte all’amore; tutta la mia struttura sia veramente regno di Dio, progetto di Gesù". "I care: mi prendo cura" avrebbe aggiunto don Lorenzo Milani. Don Gianni Baget Bozzo invece ritiene che evadere le tasse non è peccato, perché non infrange nessun precetto (La Stampa 2/8/07). D’altra parte mentre don Milani, come Gesù, si è fatto uomo, don Baget Bozzo si è fatto soltanto prete.

-  Francesco Natarelli - Pescara m.natarelli1@virgilio.it

Tra l’attuale destra italiana e la Chiesa cattolica esiste una santa alleanza che è strutturale e non occasionale, dovuta al fatto che a entrambe manca il concetto di Stato e di bene comune.

E qui non mi riferisco al fatto che il leader della destra italiana è stato sottoposto a giudizio a più riprese e in più occasioni per problemi di evasione fiscale, da cui è uscito ora assolto, ora per prescrizione dei termini, ora perché la sua posizione è stata stralciata per la funzione politico-istituzionale che all’epoca svolgeva, ma al fatto che la destra, per la sua natura conservatrice, tende a difendere i privilegi acquisiti più di quanto non tuteli il principio di solidarietà che dovrebbe promuovere il pagamento dei tributi, in modo che i più svantaggiati possano fruire di qualche aiuto. Inoltre è nel codice genetico della destra la difesa dell’individuo e della sua libertà che, come recita la "Magna Charta" promulgata nel 1215 in Inghilterra, è da intendersi come "libertas a lege", libertà dalla legge, quindi difesa dai privilegi.

La Chiesa cattolica, dal canto suo, condivide con la destra il primato dell’individuo rispetto alla comunità, perché la salvezza dell’anima è individuale. Ed essendo questa salvezza la cosa più importante, la Chiesa ha sempre concepito lo Stato non come l’istituzione preposta al "bene comune", ma come l’organismo che ha per suo compito la "limitazione del male", ossia la rimozione degli ostacoli che si frappongono al conseguimento della salvezza individuale. In questo modo la Chiesa ha separato l’individuo dalla società, e quindi l’etica (che è rimasta individuale) dalla politica comunitaria, pensata come un luogo a cui l’individuo può prendere parte, ma non come il luogo della sua autorealizzazione. La destinazione ultraterrena dell’uomo e la conseguente limitazione della sfera di influenza dello Stato risulta evidente dal confronto tra la mentalità greca che non separa l’individuo dalla società e la mentalità cristiana che questa separazione effettua di fatto e di principio.

Scrive Aristotele: "Le stesse cose sono le migliori e per l’individuo e per la comunità e sono queste che il legislatore deve infondere nell’animo degli uomini. Gli uomini, infatti, hanno lo stesso fine sia collettivamente sia individualmente, e la stessa meta appartiene di necessità all’uomo migliore e alla costituzione migliore" (Politica). Al contrario Sant’Agostino scrive: "Due sono le città: l’una è formata dagli uomini che vogliono vivere secondo la carne, l’altra da quelli che vogliono vivere secondo lo spirito. [...] La vera giustizia è solo in quello Stato, se pure si può chiamare così, fondato e retto da Cristo" (De civitate Dei). Partendo da queste premesse Rousseau non può che concludere dicendo: "Il Cristianesimo, lungi dall’affezionare il cuore dei cittadini allo Stato, li distacca come da tutte le altre cose terrene. Non conosco nulla di più contrario allo spirito sociale. Il Cristianesimo infatti è una religione tutta spirituale, occupata unicamente dalle cose del cielo. Per cui se il cristiano fa il suo dovere, lo fa con assoluta indifferenza in ordine al fatto che tutto vada bene o male quaggiù" (Contratto sociale).

A questo punto a me pare del tutto evidente che per l’attuale destra italiana e la Chiesa cattolica l’evasione fiscale non costituisca un problema né di fatto, né di principio. I principi che regolano la loro santa alleanza non impongono in proposito alcun dovere.

* la Repubblica/D, 06.10.2007.


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