MEROLA: DOMANI A NAPOLI I FUNERALI
NAPOLI - Saranno celebrati domani nella chiesa del Carmine a Napoli i funerali di Mario Merola. La salma ha lasciato poco dopo le 9 la camera ardente dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove il cantante e’ morto ieri sera ed e’ diretta nella chiesa di piazza Mercato. Fino alle tre di questa notte una folla commossa di fan ha reso omaggio alla salma del popolare cantante.
NAPOLI SI FERMA
L’anima della sua citta’, la lotta tra il buono e ’’o malamente’’, Mario Merola li ha sempre raccontati: con il sorriso. Lui, il re della sceneggiata, metteva il cuore, la passione in tutto quello che faceva. Era impetuoso, diretto e forse non e’ un caso se la sua morte sia arrivata proprio nel giorno in cui, dopo tanto, aveva aperto gli occhi. Quasi un segnale, l’ennesimo, della sua voglia di vivere. E’ morto cosi’, a 72 anni, Mario Merola. Tra l’affetto di chi durante tutta la sua carriera non lo ha mai abbandonato.
Come i suoi fan che lo hanno seguito in tutto il mondo. E che anche in questi giorni, da quando martedi’ scorso era stato ricoverato all’ ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli), il loro amore lo avevano scritto su degli striscioni: ’’vivi per te e per noi’’. Ci ha provato, il re della sceneggiata, a vivere. Ma questa volta la storia non e’ finita come nel luglio scorso, quando si era diffusa la notizia che fosse morto e invece proprio lui aveva risposto al telefono di casa. E a chi chiedeva notizie di Mario Merola, senza batter ciglio, aveva risposto: ’’No, non sono morto. Anzi, a dire la verita’, oggi mi sento proprio bene’’.
Ieri, invece, non e’ andata cosi’. Il ’’combattente’’, come lo aveva definito qualche giorno fa il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, ha smesso di combattere. Del resto, lui alla vita dura, alla vita vissuta, e’ sempre stato abituato. Da quando, da aiuto cuoco a scaricatore di porto, la vita e’ stato costretto a guardarla dritto in faccia. Come dire: la prima sceneggiata di cui e’ stato protagonista e’ stata, in fondo, la sua stessa vita. C’e’ chi, come l’attore Gino Rivieccio, alla notizia della sua morte ha detto che se ne va la Napoli buona, generosa. ’’E’ come se, aprendo la finestra di casa mia non vedessi piu’ il Vesuvio’’, ha esordito. Si’ perche’ Mario Merola, in fondo, ha da sempre rappresentato il volto di Napoli, quello che sorride. Che racconta con gli occhi, prima ancora che con le parole, l’amore, la mamma, il tradimento, l’amicizia e anche la malavita. ’’Era straordinario interprete dell’anima popolare di Napoli’’, ha detto stasera il governatore Bassolino, ’’se ne va una bandiera’’, ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale della Campania Sandra Lonardo.
In tanti, tantissimi, immediatamente dopo la sua scomparsa, sono accorsi all’ospedale San Leonardo. In tanti, centinaia, soprattutto giovani, hanno voluto dedicargli un ultimo saluto e hanno riempito la cappella dell’ospedale adibita a camera ardente. C’e’ anche chi, a Merola, stasera, gli ha portato una pizza con sopra scritto ’’Grande Mario’’. Gente comune accanto a comici come Angelo Di Gennaro, Alessandro Siani, cantanti neomelodici. Nel reparto di rianimazione del nosocomio napoletano, Merola era arrivato martedi’ scorso, per problemi cardiorespiratori. Il direttore del centro di rianimazione Aniello De Nicola ha parlato di uno ’’schock cardiogeno a seguito di una fortissima gastrinterite’’. Il suo cuore era malato da tempo e oggi proprio non ce l’ha fatta a subire ben quattro arresti cardiaci. Da allora, da quel giorno, Napoli, la Campania, l’Italia intera e’ stata con il fiato sospeso. Nel pomeriggio di oggi, ad un certo il punto, Merola ha aperto gli occhi. Il figlio Francesco ha urlato: ’’papa’ si e’ svegliato’’. Poche ore dopo, alle ore 21.30, Merola ha deciso di chiudere quegli stessi occhi. Per sempre. La figlia ha urlato ’’Tu si nu mito’’. In quel momento, Napoli, tutta intera, ha sicuramente pianto e forse, anche se a bassa voce, avra’ cantato, in suo onore, quelle sue canzoni che hanno segnato la storia, ’’I figli so piezz ’e core’’ e ’’Lacrime napulitane’’. Che hanno segnato la sua storia come quella di tanti, tantissimi altri.
* ANSA, » 2006-11-12 21:56