E’ la prima volta che un presidente dell’ex Pci incontra un pontefice in Vaticano. Colloquio di 25 minuti. "Collaborazione tra Stato e Chiesa deve continuare"
Papa-Napolitano: incontro storico "Cattolici in politica con pieni diritti"
Napolitano: "In Europa è viva la lezione del cristianesimo". Ratzinger: "Tutelare la vita dal concepimento alla morte" *
ROMA - La "collaborazione" tra Stato e Chiesa "possa continuare a svilupparsi concretamente". Con queste parole il Papa nel discorso a Giorgio Napolitano - durante la visita del Capo dello Stato in Vaticano - si è associato all’auspicio formulato da presidente della Repubblica all’inizio del suo mandato. "Chiesa e Stato, pur pienamente distinti - ha detto il Papa - sono entrambi chiamati, secondo la loro rispettiva missione e con i propri fini e mezzi, a servire l’uomo".
Ecco perchè i "cattolici in politica hanno pieni diritti" e la "la libertà, che la Chiesa e i cristiani rivendicano, non pregiudica gli interessi dello Stato o di altri gruppi sociali e non mira a una supremazia autoritaria su di essi". Il Papa ha ribadito che fra le proprietà del nostro tempo c’è anche "la tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e dalla promozione della famiglia, fondata sul matrimonio e prima responsabile dell’educazione".
In tali ambiti i fedeli impegnati in politica "non agiscono per un loro interesse peculiare o in nome di principi percepibili unicamente da chi professa un determinato credo religioso: lo fanno, invece, nel contesto e secondo le regole della convivenza democratica, per il bene di tutta la società e in nome di valori che ogni persona di retto sentire può condividere". Così si è espresso Ratzinger nei 25 minuti di colloquio con il presidente della Repubblica.
Il Capo dello Stato ha avuto parole di elogio per l’attenzione dimostrata dal Papa verso la pace: "Ci toccano e ci confortano i suoi messaggi sulla pace", "ci colpisce la forza della sua denuncia del flagello della fame". Il Presidente ha esplicitamente citato gli appelli "risoluti e limpidi" del pontefice come quello "affinchè cessi la violenza che ancora dilania la vicina e cara terra del Medioriente".
Molto, in tema di pace internazionale e di lotta alla fame "può fare l’Europa unita", "parlando con una voce sola e riconoscendosi in grandi valori condivisi, che riflettono il ruolo storico e la sempre viva lezione ideale del Cristianesimo", ha aggiunto il presidente della Repubblica.
Quindi Napolitano ha spiegato che "il nostro principale assillo è rinsaldare l’unità della Nazione e la coesione della società italiana: per tale compito sappiamo di poter contare, Santità, sulla sua speciale sensibilità e sollecitudine". Poi ha sottolineato: "Mai dovrebbe la politica spogliarsi della sua componente ideale e spirituale, della parte etica e umanamente rispettabile della sua natura".
Al termine del colloquio il presidente ha quindi ribadito che "ci sono, certo, scelte che appartengono alla sfera di decisioni dello Stato, alla responsabilità e all’autonomia della politica. Ma avvertiamo come esigenza pressante ed essenziale il richiamo a quel fondamento etico della politica".
Napolitano è il primo ex esponente del partito comunista a fare visita a un pontefice in Vaticano da presidente della Repubblica. L’unico precedente assimilabile è la visita in Vaticano dell’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema, nel 1998. Quello di stamane è il tredicesimo incontro di questo tipo nella storia dei rapporti tra Italia e Santa Sede.
I rapporti tra Benedetto XVI e Napolitano si sono andati intensificando dall’elezione di quest’ultimo, avvenuta poche settimane dopo il Conclave. Fu proprio il Papa a scrivergli un telegramma di congratulazioni.
"Mentre auspico che ella possa esercitare con ogni buon esito il suo alto compito", scrisse Benedetto XVI, "invoco sua sua persona la costante assistenza divina per un’illuminata ed efficace azione di promozione del bene comune, nel solco degli autentici valori umani e cristiani costituiscono il mirabile patrimonio del popolo italiano".
Napolitano rispose a stretto giro di posta (non aveva ancora giurato da Presidente, e il testo del messaggio fu fatto trapelare dal suo studio di senatore a vita): "traggo dal richiamo del Papa ai valori umani e cristiani del popolo italiano motivo di incoraggiamento", grazie "per la benedizione che ha voluto estendere anche alla Nazione Italiana".
Ratzinger, dopo la sua elezione a Pontefice il 19 aprile del 2005, incontrò due volte l’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi, il 3 maggio e il 24 giugno, rispettivamente in Vaticano e al Quirinale, anche se c’era stato un anticipo già il 29 aprile, quando il Capo dello Stato si era recato in Vaticano per pregare sulla tomba di Karol Wojtyla, suo grande amico.
* la Repubblica, 20 novembre 2006