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Teologia-politica: il "grande fratello", al posto del "Padre nostro"...

Dal "Logos" ... al "Logo"!!! Il broglio delle schede bianche. "Uccidete la democrazia": in uscita (venerdì 24, in edicola) il film-inchiesta di Enrico Deaglio, realizzato con Beppe Cremagnani, sui brogli elettorali del 9-10 aprile.

martedì 21 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] Alle critiche replica il diessino Giuseppe Giulietti: Uccidete la democrazia sarà proposto, in anteprima nazionale, mercoledì 22 nella sala conferenze di Montecitorio. Un’iniziativa di un gruppo di parlamentari di diverse aree politiche del centrosinistra. "E’ singolare - osserva Giulietti - che il servizio d’ordine della Cdl sia intervenuto in modo pesante, che si levino gli strali dopo che per settimane, dopo il voto, Berlusconi ha parlato di brogli che avrebbero penalizzato il (...)

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> Dal "Logos" ... al "Logo"!!! Il broglio delle schede bianche. "Uccidete la democrazia": in uscita (venerdì 24, in edicola) il film-inchiesta di Enrico Deaglio, realizzato con Beppe Cremagnani, sui brogli elettorali del 9-10 aprile.

mercoledì 29 novembre 2006

Amato: no al voto elettronico, Deaglio poco professionale *

Basta con lo scrutinio elettronico. Perché è più facile da "taroccare". Anche se, l’ombra dei brogli per le ultime elezioni politiche, è da escludere. È lo stesso numero uno del Viminale che, dopo la decisione della magistratura di iscrivere Deaglio e Cremagnani nel registro degli indagati per «diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico», per la prima volta parla dell’ipotesi brogli sostenuta nel dvd Uccidete la democrazia. E non usa mezzi termini.

«Se solo fossero stati seguiti i criteri di professionalità che la Reuters applica ai propri giornalisti, l’articolo e il Dvd non sarebbero mai stati pubblicati e tutto questo sconvolgimento non ci sarebbe mai stato» dice Giuliano Amato sottolineando con forza che il dato saliente che emerge dall’intera vicenda è «un maggior bisogno di professionalità».

Comunque sia il Viminale ha deciso di sospendere la sperimentazione dello scrutinio elettronico voluto con forza dal governo di centrodestra e in special modo dall’allora ministro dell’interno Pisanu. «Abbiamo deciso di bloccare la macchina del voto elettronico. Tale meccanismo è stato utilizzato nelle passate elezioni come sistema di voto in una parte molto limitata di sezioni, ma non come sistema di conteggio dei voti. Comunque abbiamo deciso di fermarci. Al suggerimento arrivato dagli uffici del ministero si è aggiunta la mia perplessità, e il presidente del Consiglio le ha convalidate» ha spiegato Amato intervenendo al convegno Ricerche sul voto, tra il dire, il fare e il...condire. «È il trionfo degli antenati - ha commentato scherzosamente Amato - Abbiamo deciso di rinunciare ai benefici di semplificazione della tecnologia e fermarci al voto manuale perché è meno facile da "taroccare"».

Tornando al caso Deaglio, anche Enrico Mentana, presente al convegno, stronca l’ipotesi del documentario: «L’inchiesta giornalistica di Enrico Deaglio era bacata all’origine, ma noi giornalisti, che siamo soliti fare dietrologia, non abbiamo notato che c’era un vizio di fondo, pensavamo magari che ci fosse qualche "gola profonda". Certo è che per i sondaggisti tale inchiesta è un livello diverso rispetto al quale loro sono soliti operare. Non è quindi possibile comparare questo livello con studi seri dei fenomeni elettorali». Per esempio seri dubbi sulla tenuta dell’inchiesta di Diario sono stati espressi, fin dall’inizio, da Roberto D’Alimonte, docente di Sistema politico italiano a Firenze, che ha spiegato all’Unità: «La teoria sballata di Deaglio si poteva chiarire in 5 minuti, invece media e politica hanno lasciato in piedi i sospetti e confuso l’opinione pubblica. Bastava ricordare i fatti certi - incalza D’Alimonte - Il primo è che il ministero dell’Interno non conta nulla nello spoglio, si limita solo a comunicare dati provvisori. La proclamazione dei risultati è affidata alla magistratura. Va poi detto che tra i numeri dei voti validi del Viminale, quelli della Cassazione e quelli già elaborati da Camera e Senato le differenze sono esigue, poche decine di voti».

Ma non solo. Per D’Alimonte anche l’altro pilastro portante della tesi di Deaglio, il numero di bianche omogeneo in tutto il territorio nazionale tra l’1 e il 2%, «non sta in piedi». «Anche nel 2006 le bianche sono state maggiori nelle regioni del Sud, come accadde nel 2001, dunque è falso che non ci sia più stata varianza territoriale». Perché dunque il calo delle bianche? «Per il sistema elettorale proporzionale che consente maggiore possibilità di scelta all’elettore: non a caso il dato del 2006 è assai più vicino a quello del 1992 (ultima elezione col proporzionale, ndr) che a quello del 2001». Conclusione di D’Alimonte: «Non ci si può fare pubblicità a scapito della delegittimazione del processo democratico».

* www.unita.it, Pubblicato il: 29.11.06 Modificato il: 29.11.06 alle ore 14.05


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