Notizie false soprattutto tendenziose
di LIETTA TORNABUONI *
CI voleva proprio Enrico Deaglio, direttore del Diario,con l’inchiesta sui brogli alle ultime elezioni, per far risorgere dal Codice il reato di «divulgazione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico».
Enrico Deaglio è indagato per aver eventualmente commesso questo reato. Innocente o no che sia, ci si possono chiedere, in nome del buon senso, diverse cose: come può essere sospettato se il magistrato, a quanto pare, non ha investigato neanche mezza giornata? Se ignora del tutto se le notizie siano false? Chi avrebbe potuto dirglielo? Quella fonte meravigliosa e innocente dell’ex ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, quello che nei giorni delle ultime elezioni politiche faceva su e giù tra ministero e casa di Berlusconi, in continue visite quotidiane? E, nel caso che Enrico Deaglio fosse colpevole, che senso dare all’espressione «notizie tendenziose»? In che modo, «tendenziose»? Secondo il Dizionario Zanichelli, «tendenzioso» significa ingiusto, iniquo, interessato, settario, parziale, partigiano. Allora Enrico Deaglio avrebbe divulgato notizie false e tendenziose a fini anti-Berlusconi? E perché, proprio adesso che è fuori dal governo? Per dispetto? Infine, in quale modo queste eventuali notizie false e tendenziose potrebbero turbare l’ordine pubblico? I più non se ne interessano affatto; cortei, cartelli e casini ora sono tutti organizzati dal centrodestra: andrebbe contro se stesso?
Il fatto è che reati e leggi di questo genere giacciono da molti anni addormentati, non adoperati però mai eliminati: l’occhiuta ipocrisia politica ha ritenuto che, benché democraticamente inapplicabili, possano sempre servire in caso di necessità. E per la libertà d’informazione, il momento buono arriva sin troppo spesso. Sono giorni di molte contraddizioni: se il Papa rende omaggio ad Ankara al Mausoleo di Atatürk, compie un gesto religioso oppure politico? È come andare in Moschea oppure come inchinarsi all’Altare della Patria? E se tanto il Papa quanto il Gran Mufti risultano elegantissimi, due anziani tutti in bianco, uno con lo zucchetto e un perfetto paltò bianco a doppio petto, l’altro con un originale copricapo quadrato, sarà un lusso da Paesi poveri o un dovere cerimoniale?
* La Stampa, 30.11.2006