Turchia. Istanbul, la decisione è presa: Santa Sofia sarà moschea
Il Consiglio di Stato turco ha annullato il decreto del 1934 che aveva trasformato uno dei monumenti simbolo di Istanbul - fino al 1453 basilica e poi moschea - in un museo
di Redazione Internet e Marta Ottaviani (Avvenire, venerdì 10 luglio 2020)
Santa Sofia a Istanbul tornerà ad essere una moschea. Come già era stato anticipato, il Consiglio di Stato turco ha annullato il decreto del 1934 che aveva trasformato uno dei monumenti simbolo di Istanbul - fino al 1453 basilica e poi moschea - in un museo.
La notizia in Turchia circolava già da due giorni. La Danistay, il Consiglio di Stato, ha quindi accettato il ricorso presentato dal partito di centro destra Iyi Parti. L’edificio bizantino, quindi, verrà di nuovo adibito al culto islamico.
La Danistay si era riunita per esaminare il ricorso lo scorso 2 luglio. La seduta era durata appena 17 minuti. La decisione era attesa fra due settimane, ma il processo ha subito un’improvvisa accelerazione che, quasi sicuramente, non è frutto di un caso. Il 15 luglio, infatti, sarà il quarto anniversario del fallito golpe del 2016 e molti dirigenti dell’Akp, salutando nei giorni scorsi l’indiscrezione come se la notizia fosse già ufficiale, hanno ipotizzato una preghiera di inaugurazione nell’edificio proprio in quel giorno al quale, secondo il ministro dell’Interno Soylu, «dovrebbero partecipare tutti i leader politici turchi».
Un gesto che andrebbe a caricare ancora più di significato il ritorno dell’ex basilica cristiana in moschea e consacrare il presidente, Recep Tayyip Erdogan, non solo come il padrone assoluto del Paese, ma anche come il nuovo Sultano contrapposto all’Occidente, per il quale criticare le decisioni turche sull’argomento equivale a violare la sovranità nazionale della Mezzaluna.
Il suo portavoce, Ibrahim Kalin, giovedì aveva dichiarato che il monumento sempre «resterà patrimonio mondiale» e che con la trasformazione in moschea verrebbe visitata da ancora più persone.
La decisione della Danistay, però, potrebbe non essere accettata dall’Unesco, che ha iscritto Santa Sofia nella lista dei Beni patrimonio per l’Umanità, mentre la Commissione Europea ha chiesto ufficialmente e a gran voce che rimanga un museo, «simbolo di dialogo interreligioso e interculturale».