Turchia, nazionalisti occupano chiesa contro visita Papa
Sale la tensione per l’imminente arrivo del Pontefice. Dall’Italia una task force per la sua sicurezza*
ISTANBUL - Trentanove membri del movimento islamico di estrema destra Partito della Grande Unione sono stati arrestati oggi a Istanbul, dopo aver occupato la vecchia basilica bizantina ed ex moschea Haghia Sofia, o Santa Sofia, oggi museo, per protestare contro l’imminente visita di Papa Benedetto XVI. Il Pontefice si recherà in Turchia dal 28 novembre al 1 dicembre e ha in programma una visita a Santa Sofia per il 30 novembre.
Un filmato ha mostrato decine di uomini entrare nell’edificio urlando all’unisono «Allah Akbar» (Allah è grande), quindi inginocchiarsi per pregare. I nazionalisti islamici hanno ripetutamente urlato un monito al Pontefice: «Papa, non commettere l’errore di sfidare la nostra pazienza». Il leader del gruppo ha quindi letto un comunicato in cui si afferma che Benedetto XVI ha offeso la comunità musulmana per il nesso tra islam e violenza citato nel discorso pronunciato all’Università di Ratisbona, in Germania, lo scorso settembre. La lettura del comunicato è stata interrotta dall’irruzione della polizia. Davanti al rifiuto dei manifestanti di arrendersi, un agente di polizia ha fatto ricorso allo spray urticante prima di immobilizzarli. Caricati su alcuni autobus, sono stati trasportati in una centrale di polizia per essere interrogati.
«Si tratta di fatti che non mettono in questione assolutamente il clima generale di attesa e di serenità in cui pensiamo si svolgerà il viaggio del Papa» ha commentato il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
Nei giorni scorsi, il quotidiano turco Vakit aveva riportato la notizia di un presunto progetto del Pontefice per riportare l’ex basilica ai fasti del passato, quando era la più grande chiesa della Cristianità. Eretta nel VI secolo dall’Imperatore Giustiniano, Santa Sofia divenne moschea nel 1453, quando Costantinopoli, oggi Istanbul, cadde sotto il dominio dell’Impero Ottomano. Nel 1930 il grande riformatore turco, Kemal Ataturk, decise di trasformarla in un museo aperto a tutti, vietando le cerimonie religiose. Non si tratta di un museo in senso stretto, con opere in mostra, in quanto è lo stesso edificio a essere diventato museo.
* La Stampa, 22.11.2006