Il Cavaliere interviene a Napoli e si mostra certo che alla fine si andrà al voto anticipato
"Il primo provvedimento sarà per limitare le intercettazioni telefoniche"
Berlusconi non aspetta il Quirinale
"Oggi apro la campagna elettorale"
ROMA - Le consultazioni del capo dello Stato sono appena iniziate con la salita al Quirinale dei presidenti di Senato e Camera, ma Silvio Berlusconi non sembra avere dubbi su quale sarà l’esito della crisi apertasi con il voto di sfiducia espresso ieri a Romano Prodi da palazzo Madama.
"Abbiamo dato qui l’inizio della campagna elettorale per la libertà", dice il leader di Forza Italia parlando a Napoli alla festa degli Italiani nel mondo, il movimento di Sergio De Gregorio, il senatore eletto nelle liste di Antonio Di Pietro e poi passato immediatamente con il centrodestra. Berlusconi è convinto che il presidente Napolitano dopo aver ascoltato tutte le forze politiche non potrà far altro che decidere lo scioglimento anticipato delle Camere, alle quali si oppone con fermezza ormai solo il Partito democratico.
"Il titolo comune della nostra campagna elettorale sarà la libertà", dice il Cavaliere. Parola d’ordine con cui intende forse recuperare il progetto del nuovo partito, messo nel cassetto per il precipitare della crisi. "Abbiamo dato vita al Popolo della libertà ed è un’intenzione che ha radici profonde e che vogliamo portare avanti - ricorda Berlusconi - Non sappiamo oggi se avremo il tempo per organizzarlo per le prossime elezioni che si annunciano così vicine. Lo faremo probabilmente dopo le elezioni, quindi ciascuna forza politica parteciperà al voto con il suo simbolo".
Nel suo intervento dal palco della convention napoletana, il Cavaliere, dando per scontato anche un successo alle elezioni anticipate, si spinge quindi a fare addirittura una scaletta dei primi interventi legislativi del suo futuro governo. "Non emetteremo mai una legge o un provvedimento che possa ridurre anche di un briciolo la libertà dei cittadini e quella sulle intercettazioni sarà la prima legge che approveremo", dice il leader della risorta Casa delle Libertà.
Berlusconi, si spinge quindi a fornire anche i dettagli della normativa che ha in mente. "Le intercettazioni - dice - saranno consentite solo per terrorismo, mafia e camorra". Per chi dovesse ordinare intercettazioni al di fuori di questa categoria, Berlusconi spiega di voler prevedere "cinque anni di prigione per chi le ordina, cinque per chi le esegue e due milioni di multa per chi le usa".
Insieme alle intercettazioni, Berlusconi immagina un pacchetto di interventi più vasto composto da "10-12 decreti legge da presentare agli elettori indicando, contestualmente, la data in cui entreranno in vigore". Tra questi dovrebbero trovare spazio, annuncia ancora il Cavaliere, l’abolizione dell’Ici, le opere pubbliche e i provvedimenti a sostegno dei giovani.
Completamente proiettato verso le auspicate elezioni anticipate, il leader del centrodestra usa persino parole di comprensione per lo sconfitto Prodi. "Per venti mesi - dice - siamo stati in balia di una minoranza rivoluzionaria esterna fatta dai movimenti che sono il popolo militante della sinistra e che ha chiesto a Diliberto, e agli altri componenti della sinistra che siede in parlamento, di essere di lotta". "Prodi - aggiunge - in questi mesi poteva solo dire sì ai diktat della sinistra estrema e nessuno al suo posto avrebbe potuto fare altro. L’alternativa era andare a casa".