Clima da campagna elettorale. Domattina le consultazioni al Quirinale
di Lega, An, Udc e Rifondazione. Forse giovedì la decisione di Napolitano
Fi: "Al voto o la gente in piazza" Veltroni: "Cambiare regole del gioco"
Il Cavaliere smentisce il nome di Letta premier di un governo per le riforme
Il ruolo dell’Udc: "Tutto il possibile per un governo ponte ma non perdere tempo"
ROMA - Ufficialmente nulla è deciso e i giochi restano aperti, incarico istituzionale o elezioni subito. Ma il clima della domenica nel cuore della crisi politica è già da campagna elettorale: convegni altrimenti secondari diventano pulpiti per dichiarazioni programmatiche; collegamenti radio o tivù occasione per scandire programmi politici in pochi punti. I rumors del sottofondo della politica parlano di liste già pronte, ad esempio a Napoli, in Campania ma anche in Sicilia. E nei partiti più piccoli si stanno decidendo passi importanti, diaspore e migrazioni dettate da rapporti di forza e di necessità.
Le posizioni in campo restano quelle note. Quasi tutto il centro destra - Fi, An, Lega. Nuovo Psi e Nuova Dc - ma anche l’Udeur e il Pdci vogliono le urne e mettono in guardia da "pasticci" e, Berlusconi avverte: niente accordi diversi perché in quel caso migliaia di persone marcerebbero su Roma. Per un governo "costituente", cioè che duri almeno un anno per fare le riforme necessarie a cambiare la legge elettorale, a modificare i regolamenti parlamentari e a dare più poteri al premier, sono schierati Pd, Udc, Radicali e Psi. Un governo a tempo, riforma elettorale e poi voto entro l’estate, lo chiedono Rifondazione, Sd e Idv.
Terza giornata di consultazioni al Quirinale. La settimana clou delle consultazioni si apre in una situazione cristallizzata. Domani saliranno al Colle Lega (ore 9), Udc (ore 10), Rifondazione (ore 11), An (ore 12). Martedì sarà il turno di Forza Italia e del Partito democratico. Mercoledì il presidente Napolitano potrebbe prendersi una giornata di riflessione e poi giovedì decidere cosa fare. "Ogni sintesi al momento non è possibile" aveva detto sabato concludendo il secondo ciclo di colloqui. Il presidente Napolitano ha detto e ripetuto in ogni occasione che il paese ha bisogno di riforme. Farà di tutto quindi per tentare almeno la carta dell’incarico esplorativo. Ma ha fatto sapere che "si adeguerà" e che "non forzerà la mano". Indiscrezioni dicono che Napolitano potrebbe però anche usare la carta del referendum, ovvero far presente alle forze politiche che migliaia di italiani hanno firmato per cambiare l’attuale legge.
Berlusconi: "Al voto, altrimenti italiani in piazza". Il Cavaliere respinge anche oggi il richiamo di Veltroni. In collegamento telefonico con un convegno a Riva del Garda, il leader di Fi chiede di nuovo con insistenza che si vada al voto anticipato e in caso contrario avverte che saranno "milioni" gli italiani a scendere in piazza a rivendicare il diritto di andare alle urne. Gianfranco Fini la pensa allo stesso modo e così anche la Lega. L’ex premier poi smentisce ogni ipotesi di incarico a Gianni Letta.
Veltroni: "Riforme in un anno, poi al voto". Il segretario del Pd, a Firenze per chiudere un convegno dedicato all’ambiente, ripete la posizione espressa anche sabato al convegno liberal del Pd. La sua proposta è "un governo di responsabilità nazionale almeno per fare la nuova legge elettorale" e rivolge al centro destra un appello "al senso di responsabilità nazionale". "E’ necessario riscrivere le regole del gioco - dice - noi siamo disposti a farlo. E siamo convinti che sia possibile prendere otto, dieci mesi, forse un anno, per avviare una stagione di riforma: cambiare la legge elettorale, i regolamenti di Camera e Senato, dimezzare il numero dei parlamentari".
Il Cavaliere già in campagna elettorale. Pensa al simbolo e alle liste. Per il primo dice che "nel simbolo di Forza Italia potrebbe essere anche inserito un richiamo al Popolo delle Libertà. Poi annuncia che "nel suo futuro esecutivo potrebbe anche esserci posto per personalità della sinistra".
Udc, possibile pontiere. Resta distinta dal resto del centrodestra la posizione dell’Udc. Dice il segretario Lorenzo Cesa: "Domani al presidente Napolitano chiederemo se ci sono le condizioni di dar vita ad un governo di responsabilità nazionale perché il Paese non ce la fa ad andare avanti e dovremo comunque andare alle elezioni con regole nuove che permettano governi stabili". Anche a Cesa, però, la strada sembra molto in salita. "E al tempo stesso non bisogna perdere tempo. Quindi se non ci sono le condizioni per fare un governo di responsabilità nazionale, all’interno del quale ci sia Forza Italia e Partito Democratico, bisogna andare velocemente al voto".
* la Repubblica, 27 gennaio 2008.