Il grande distruttore
di Pietro Spataro *
Nel giorno della pausa è arrivata la cannonata. La minaccia di Berlusconi ("o il voto o la piazza") è risuonata ieri nelle stanze del Quirinale dove Napolitano è alle prese con una crisi complicata. È la prima volta che il leader di un partito minaccia di portare milioni di persone in piazza se il Capo dello Stato non esegue i suoi ordini. Lo fa, oltre tutto, mentre sono aperte le consultazioni, fase delicatissima nella nostra vita politica. Ma il capo di Fi ci ha ormai abituato: la sua storia è infatti un pericoloso passaggio di prima volta in prima volta.
Nessuno ovviamente mette in forse il suo diritto di chiedere le elezioni. Berlusconi si sta giocando l’ultima partita: prima si vota e più è sicuro di essere il candidato premier. Quindi: alle urne ad aprile o al massimo a giugno con la speranza di tornare a Palazzo Chigi. Libero di crederci e di provarci.
La questione è un’altra. È che il signore di Arcore conferma anche in questi momenti il suo profilo di instancabile distruttore. Per lui le regole sono meno che un optional, le ha considerate così mentre governava (con tutti i disastri che sappiamo), le considera così anche oggi che servirebbero saggezza e misura.
Veltroni ieri ha lanciato un appello al senso di responsabilità nazionale: ha parlato di coraggio. Berlusconi ha risposto con la marcia su Roma. Non è un buon segno. Ma dal giornale fondato da Gramsci non può che venire un forte sostegno a chi in queste ore si affida all’"ottimismo della volontà" di fronte al "pessimismo dell’intelligenza" (frasi gramsciane citate ieri anche dal presidente della Camera). Ricordando ai lettori (e agli elettori) che la legge elettorale che ora tutti vogliono cambiare perché è una vera "porcata" l’hanno voluta loro, Berlusconi e i suoi. Così, tanto perché si sappia chi è che ha fatto a pezzi le regole del gioco e contribuito a combinare questo bel pasticcio.
pspataro@unita.it
* l’Unità, Pubblicato il: 28.01.08, Modificato il: 28.01.08 alle ore 10.36