Inviare un messaggio

In risposta a:
E’ tutto finito? La lezione di Antonino Caponnetto: "Nessuno di noi, e io meno di chiunque altro, puo’ dire che ormai tutto e’ finito" (Una preghiera laica ma fervente)!!!

RESTITUITEMI IL MIO URLO!!! IL GIORNO DELLA MEMORIA E LA DIGNITA’ DELL’ ITALIA. IL TRUCCO DELLO SPECCHIETTO DELLE ALLODOLE FUNZIONA ANCORA E LA CARTA DI IDENTITA’ DI TUTTI GLI ITALIANI E DI TUTTE LE ITALIANE E’ RIDOTTA IN POLTIGLIA .... DALLA CINA UNA GRANDE LEZIONE!!!

L’aver dimenticato l’importanza della Parola ci sta portando direttamente nelle fauci della guerra civile e al suicidio culturale, politico e sociale.
venerdì 1 febbraio 2008 di Federico La Sala
[...] ITALIA! La questione del NOME racchiude tutti i problemi: appropriazione indebita, conflitto di interessi, abuso e presa di potere... in crescendo! Sonnambuli, ir-responsabili e conniventi, tutti e tutte (sia come persone sia come Istituzioni), ci siamo fatti rubare la parola-chiave della nostra identità e della nostra casa, e il ladro e il mentitore ora le sta contemporaneamente e allegramente negando e devastando e così, giocati tutti e tutte, ci sta portando dove voleva e vuole (...)

In risposta a:

> ELEZIONI, SCHEDE BIANCHE, E DEMOCRAZIA: IL BROGLIO DEI BROGLI E’ STATO ED E’ QUELLO DI AVER PERMESSO A UNA PERSONA E A UN PARTITO L’AB-USO DELLA “PAROLA”: ITALIA. Istituzioni e cittadini, tutte e tutti - conniventi e sonnambuli !!! Una lettera del 27 gennaio 2002.

mercoledì 29 novembre 2006

Le lodi al Cavaliere per l’abile regia usata dopo il malore

Il Foglio provoca «Lo svenimento era perfetto»

di UGO MAGRI *

C’è modo e modo di sentirsi male. Quello di Silvio Berlusconi, per esempio, è stato «uno svenimento perfetto». Talmente bello e plastico, con «la mano appena sollevata a cercare sostegno, lo sguardo fisso ma non scomposto, un’ottima caduta e infine suole di scarpe sollevate a mostrare l’assenza di tacchi posticci, da poter sembrare anche finto, col Cav. che dall’elicottero, riavutosi dal mancamento, ridacchia al telefono...». No, non è la prosa al veleno di Curzio Maltese, e nemmeno un blog di Beppe Grillo. E’ l’ultimo divertimento di Giuliano Ferrara: un gioco brillante a prender sul serio la leggenda del Cavaliere che, da grande gestore della propria immagine, s’è tirato addosso i riflettori per lanciare in orbita la manifestazione di sabato. «L’arte di trasformare un mancamento in un colpo di teatro (e rivendicarlo)», è il titolo ammiccante del Foglio.

L’idea sembra spericolata ma, al fondo, è meno provocatoria di quanto appare. Addirittura, se si dà retta a un intellettuale di destra come Marcello Veneziani, cela un fondo laudatorio nei confronti di Berlusconi. «Un incrocio raffinato tra Oscar Wilde e Togliatti», arriva a definirla. Perché «da una parte c’è il gusto di buttarla sul dandismo, con quel richiamo di Ferrara alla finzione perfetta; dall’altro c’è l’astuzia di negare l’idea del leader malato, che se tale appare dev’essere per forza una finzione scenica. Sapendo perfettamente di incontrare per questa via la filosofia energetica e salutista del Cavaliere». Il paradosso di Veneziani è che mettere in dubbio il collasso, e segnalarne l’uso politico, costituisce la forma più sofisticata di berlusconismo, quella che alimenta «il mito dell’uomo immortale, indistruttibile».

Sottoscrive don Gianni Baget-Bozzo, «cappellano» di Forza Italia: «Ferrara considera Berlusconi inevitabilmente bello, e così pure il suo svenimento diventa opera d’arte. Da teo-con ateo non comprende, o finge di non comprendere, che pure la debolezza ha invece la sua forza. Un leader fragile fino a svenire davanti a tutti mostra agli italiani che per la causa è disposto a sacrificarsi personalmente. Giovanni Paolo II fu un esempio di immensa forza basata proprio sulla fragilità. Che poi Berlusconi desideri apparire sano e vitale, non è perché lui ami coltivare la mondanità, ma perché così va il mondo e dunque deve adeguarsi».

La stroncatura più netta viene da un personaggio che di palcoscenici televisivi se ne intende: Maurizio Costanzo. «Colpo di teatro? Non ce lo vedo proprio. A Berlusconi cosa servirebbe far leva su un episodio come lo svenimento? Per andare in televisione? Suvvia. Ma se il Tg5 di domenica sera non ha nemmeno trasmesso le immagini... E se l’hanno oscurato perfino in casa sua, mi sembra che ciò tagli la testa al toro». Il Cavaliere non ha tratto alcun giovamento, s’è sentito male e basta. Del che non dubita il massimo attore italiano vivente, Dario Fo. «Io tante volte ho recitato e insegnato la parte dello svenimento. Quello di Berlusconi non aveva affatto i canoni della finzione. Poi, certo, lui è bravissimo a ribaltare ogni situazione. Classico del teatro è anche dare all’incidente un significato spettacolare, girarlo dopo a proprio vantaggio. Ma andrei piano a parlare di svenimento perfetto. Semmai mi è sembrato più un deliquio femminile, da melodramma. Come quello di Mimì nella Bohème: a tavolino, ne avrebbe studiato uno assai più eroico».

E invece no, protesta Claudio Velardi, già consigliere di Massimo D’Alema, ora esperto di comunicazione politica: «Non c’è solo lo svenimento alla Mimì. C’è pure quello eroico e tragico di Berlinguer, caduto sul teatro di guerra. Se vogliamo parlare di politica, il corretto paragone, sia pure alla lontana, mi sembra quello». Che Ferrara abbia fatto centro? «Sì, è stato proprio uno svenimento perfetto. Ottimamente gestito. Berlusconi è talmente bravo nel comunicare che, perfino inconsciamente, ha interpretato la parte da grande campione...».

* La Stampa, 29.11.2006


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: