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Per la pace delle fedi !!!

"NATIVITY": E’ "NATALE"!!! L’ "EPIFANIA": IL "PRESEPE", "GESU’", E I "RE MAGI"!!! IL BUON-MESSAGGIO, I FILOSOFI E LA "FIABA" ... DI PINOCCHIO!!! Due "atei" a confronto: il cattolico Maurizio Schoepflin risponde a una "fortissima" provocazione di Maurizio Ferraris. Con GIOACCHINO, vincono PIRANDELLO e FREUD !!!

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO" ... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PREFERITO, "IL PADRINO".
venerdì 5 gennaio 2007 di Federico La Sala
[...] Se è vero, come è vero, che "costruire il Presepe in casa può rivelarsi un modo semplice, ma efficace di presentare la fede per trasmetterla ai propri figli" e alle proprie figlie; e, ancora, se è vero, come è vero, che "il Presepe ci aiuta a contemplare il mistero dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità della grotta di Betlemme”, e, che “San Francesco d’Assisi fu così preso dal mistero dell’Incarnazione che volle riproporlo a Greccio nel (...)

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martedì 27 febbraio 2007

LA NASCITA DI GESU’ .... I BAMBINI ABBANDONATI, E LA "RUOTA SALVA-BIMBI" (dopo il caso del piccolo lasciato nella culla termica del Policlinico Casilino di Roma). Una breve e preziosa intervista a cura di Gabriela Jacomella (Corriere della Sera, 26.02.2007, p. 21) ad Adriano Prosperi (fls).


LO STORICO

E nel Quattrocento si usava il presepe

MILANO - «C’ erano accessi con la "ruota", certo: quella stretta, che consentiva il passaggio di un neonato. Ma c’ erano anche forme più accoglienti, come il "presepe"...». Adriano Prosperi, professore di Storia dell’ Età della Riforma e della Controriforma alla Normale di Pisa, all’ infanzia abbandonata - e nel peggiore dei modi - ha dedicato Dare l’ anima, storia di un infanticidio nella Bologna del 1709.

Ma l’ idea di presepe è molto lontana dalla figura di una madre che arriva ad uccidere il «figlio della vergogna»...

«Infatti il "presepe" era stato introdotto nella Firenze del ’ 400, nell’ Ospedale degli Innocenti: l’ idea è che tocchi alla città nel suo insieme occuparsi dei suoi poveri. E l’ Ospedale, creato nientemeno che dal Brunelleschi, non ha la "ruota" ma una cappella aperta, il "presepe", dove il bimbo viene deposto tra le immagini di Gesù, nato povero e allevato nella carità».

Tutto alla luce del sole, dunque.

«Al punto tale che molti di questi bambini sono riconosciuti dal padre: a Firenze allora c’ era un figlio naturale di nome Leonardo da Vinci, le schiave circasse partorivano i figli dei padroni e li allevavano in casa... A metà ’ 500, però, con la legislazione tridentina il matrimonio diventa un’ istituzione obbligata, e l’ ingresso dell’ Ospedale viene chiuso da una grata; da luogo di accoglienza per i meno ricchi diviene rifugio per una sottospecie di infanzia, che nasce sotto il segno di una vergogna ereditata dalla madre».

E così si afferma la «ruota». Fino a quando durerà?

«Nel ’ 700, una ventata liberalizzatrice rende superata l’ organizzazione di "contenitori" per determinate fasce sociali: bimbi abbandonati, mendicanti... Gli ospedali per trovatelli però resteranno in funzione, alcuni fino al ’ 900».

Cosa resta, oggi, dell’ antica «ruota»?

«Mi sembra che si sia perso il senso dell’ accoglienza, quello del "presepe" fiorentino, e resti il marchio d’ infamia. Speriamo che un nuovo Brunelleschi intervenga a cambiare le cose».

Gabriela Jacomella


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