LA NASCITA DI GESU’ .... I BAMBINI ABBANDONATI, E LA "RUOTA SALVA-BIMBI" (dopo il caso del piccolo lasciato nella culla termica del Policlinico Casilino di Roma). Una breve e preziosa intervista a cura di Gabriela Jacomella (Corriere della Sera, 26.02.2007, p. 21) ad Adriano Prosperi (fls).
LO STORICO
E nel Quattrocento si usava il presepe
MILANO - «C’ erano accessi con la "ruota", certo: quella stretta, che consentiva il passaggio di un neonato. Ma c’ erano anche forme più accoglienti, come il "presepe"...». Adriano Prosperi, professore di Storia dell’ Età della Riforma e della Controriforma alla Normale di Pisa, all’ infanzia abbandonata - e nel peggiore dei modi - ha dedicato Dare l’ anima, storia di un infanticidio nella Bologna del 1709.
Ma l’ idea di presepe è molto lontana dalla figura di una madre che arriva ad uccidere il «figlio della vergogna»...
«Infatti il "presepe" era stato introdotto nella Firenze del ’ 400, nell’ Ospedale degli Innocenti: l’ idea è che tocchi alla città nel suo insieme occuparsi dei suoi poveri. E l’ Ospedale, creato nientemeno che dal Brunelleschi, non ha la "ruota" ma una cappella aperta, il "presepe", dove il bimbo viene deposto tra le immagini di Gesù, nato povero e allevato nella carità».
Tutto alla luce del sole, dunque.
«Al punto tale che molti di questi bambini sono riconosciuti dal padre: a Firenze allora c’ era un figlio naturale di nome Leonardo da Vinci, le schiave circasse partorivano i figli dei padroni e li allevavano in casa... A metà ’ 500, però, con la legislazione tridentina il matrimonio diventa un’ istituzione obbligata, e l’ ingresso dell’ Ospedale viene chiuso da una grata; da luogo di accoglienza per i meno ricchi diviene rifugio per una sottospecie di infanzia, che nasce sotto il segno di una vergogna ereditata dalla madre».
E così si afferma la «ruota». Fino a quando durerà?
«Nel ’ 700, una ventata liberalizzatrice rende superata l’ organizzazione di "contenitori" per determinate fasce sociali: bimbi abbandonati, mendicanti... Gli ospedali per trovatelli però resteranno in funzione, alcuni fino al ’ 900».
Cosa resta, oggi, dell’ antica «ruota»?
«Mi sembra che si sia perso il senso dell’ accoglienza, quello del "presepe" fiorentino, e resti il marchio d’ infamia. Speriamo che un nuovo Brunelleschi intervenga a cambiare le cose».
Gabriela Jacomella