Correttezza. Sarà il Festival d’inverno
Oxford abolisce il Natale cristiano
di G. S. (Corriere della Sera, 03.11.2008
LONDRA - Il consiglio comunale di Oxford ha deciso di cancellare la parola Christmas, Natale, dalle celebrazioni: lo scopo è di rendere l’evento «più inclusivo». Quindi quest’anno nella cittadina inglese che è famosa per l’università e i suoi 39 college indipendenti dove nei secoli hanno studiato 25 primi ministri del Regno, due re, l’ex presidente Clinton, 47 Nobel e 12 santi, sui festoni delle manifestazioni pubbliche non si leggerà Merry Christmas ma auguri per il Winter Light Festival, la festa della Luce d’Inverno.
La trovata della burocrazia comunale ha messo d’accordo nella critica i leader delle comunità religiose locali: «Semplicemente ridicolo» è il giudizio generale.
Sabir Hussain Mirza, presidente del Muslim Council di Oxford, ha detto all’Observer: «Questa è la festa alla quale tutti guardiamo una volta l’anno. Cristiani, musulmani e fedeli di altre religioni, aspettiamo tutti il Natale. Personalmente sono deluso, offeso e anche arrabbiato: il Natale è speciale, non va ignorato e fa parte della cultura britannica». Per il rabbino Eli Bracknell «è importante conservare la tradizione natalizia, diluirla fa solo male all’identità di questo Paese».
L’idea di oscurare il Natale è venuta da Oxford Inspires, un’associazione benefica culturale. Un portavoce ha detto: «Nell’Oxfordshire abbiamo il Winter Light che dura due mesi e comprenderà i servizi natalizi». Il vice capo del consiglio comunale ha cercato di minimizzare: «Ci sarà un albero di Natale in città, anche se lo chiameremo diversamente».
La polemichetta natalizia ormai in Gran Bretagna è diventata tradizionale. Due anni fa il ministero dell’Interno ebbe l’idea di spedire i biglietti d’auguri con la scritta Season’s Greetings: auguri di stagione. Sulle cartoline campeggiava l’albero di Natale che ogni anno viene collocato al centro di Trafalgar Square a Londra, ma la parola Christmas era stata omessa, per non turbare nessuno. Eppure, lo stesso ministro (che all’epoca era lo scozzese John Reid), in un’intervista aveva appena detto: «Sono nauseato e stufo di questa correttezza politica che vorrebbe proibire alla gente di portare il crocifisso al lavoro».