Indizio di un consumismo sempre più vuoto
Eclissi del presepe. Forse rovinava la festa
di Umberto Folena (Avvenire, 01. 12.2006)
Caro Gesù Bambino, hai sentito la notizia? Non sei più trendy, non tiri, non stuzzichi il mercato. Rimani a prender polvere sullo scaffale, invenduto, accanto a capanne bisognose di ristrutturazione, san Giuseppe sempre più barbuti (con tutti quei trilama in offerta speciale), Maria con il manto azzurro sbiadito e i pastorelli tre per due. Lontano dagli occhi perché lontano dal cuore? Caro Gesù, sta succedendo - pare - a Padova, alla Rinascente, proprio nella piazza dove in cima a un’altissima stele veglia la Madonna... ma con tutte quelle vetrine rigurgitanti palle e palline, chi li alza più gli occhi al cielo?
Non vendi, il magazzino è piccino, quindi via il presepe. All’Ikea invece non ce lo mettono proprio, in vendita, ma per altri motivi: "Siamo svedesi". Ah. "Meglio l’albero, è un simbolo più trasversale". Oh. Caro Gesù, non sei abbastanza trasversale, e neanche svedese. Eppure, se è "Natale", qualcuno dev’essere pur nato. Che cosa si festeggia a Natale? Il Babbo omonimo? Santa Tredicesima? La Forestale (con tutti quei pini trasversali)? Sembra quasi che tutto congiuri per farcelo dimenticare. E il presepe, è davvero così pericoloso, imbarazzante, offensivo?
All’Università patavina il sociologo Stefano Allievi osserva (e sottoscriviamo): "Le comunità straniere sanno perfettamente che questo è un Paese cattolico. Anche più di noi. E per loro è naturale vedere rappresentata la fede attraverso simboli caratteristici. Anzi, probabilmente nelle scuole i bambini musulmani parteciperebbero volentieri a realizzare il presepe, o a recitare a fine anno la Natività, anche nella parte di Gesù. Di certo non si sentirebbero offesi".
Caro Gesù, ti stiamo togliendo pure la tua festa. E stiamo togliendo alla nostra fede, già fragile di per sé, il suo centro. Funzioni finché vendi e rendi; altrimenti sotto con palle e lustrini. Se gli italiani si mettono a pensare a te, alzando gli occhi al cielo, rischiano di non restare ipnotizzati dalle vetrine. Potrebbero spendere di meno . E sarebbe una vera catastrofe. Così ti tolgono dagli scaffali. Ciò significa - sperano? - toglierti dal cuore di chi posa il proprio cuore su quegli scaffali, di chi affida la ricerca della felicità alla macchina gioiosa e vorace del consumo.
Noi, caro Gesù, resistiamo. A Padova ci sono tanti bellissimi presepi. Il più visitato è alla Basilica del Santo. Pura tradizione, statuine centenarie, una giornata intera - notte e giorno, sole e stelle - condensata in pochi minuti. La vita, l’intera nostra vita stretta attorno a te, che vieni a redimerla, esaltarla, rivoluzionarla. Bel presepe. Non è abbastanza trasversale? Eppure lo montiamo e smontiamo da secoli con il cacciavite: ma vaglielo a spiegare, agli svedesi.