Inviare un messaggio

In risposta a:
Per la pace delle fedi !!!

"NATIVITY": E’ "NATALE"!!! L’ "EPIFANIA": IL "PRESEPE", "GESU’", E I "RE MAGI"!!! IL BUON-MESSAGGIO, I FILOSOFI E LA "FIABA" ... DI PINOCCHIO!!! Due "atei" a confronto: il cattolico Maurizio Schoepflin risponde a una "fortissima" provocazione di Maurizio Ferraris. Con GIOACCHINO, vincono PIRANDELLO e FREUD !!!

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO" ... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PREFERITO, "IL PADRINO".
venerdì 5 gennaio 2007 di Federico La Sala
[...] Se è vero, come è vero, che "costruire il Presepe in casa può rivelarsi un modo semplice, ma efficace di presentare la fede per trasmetterla ai propri figli" e alle proprie figlie; e, ancora, se è vero, come è vero, che "il Presepe ci aiuta a contemplare il mistero dell’amore di Dio che si è rivelato nella povertà e nella semplicità della grotta di Betlemme”, e, che “San Francesco d’Assisi fu così preso dal mistero dell’Incarnazione che volle riproporlo a Greccio nel (...)

In risposta a:

> "NATIVITY": E’ "NATALE"!!! L’ "EPIFANIA": IL "PRESEPE", "GESU’", E I "RE MAGI"!!! IL BUON-MESSAGGIO, I FILOSOFI E LA "FIABA" ... DI PINOCCHIO!!! Due "atei" a confronto: il cattolico Maurizio Schoepflin risponde a una "fortissima" provocazione di Maurizio Ferraris. Con GIOACCHINO, vincono PIRANDELLO e FREUD !!!

sabato 6 gennaio 2007

INTERVISTA

I Re venuti da lontano oltre duemila anni fa diedero inizio alla civiltà delle immagini: parla lo scrittore Michel Tournier

La rivoluzione dei Magi

Da Parigi Daniele Zappalà (Avvenire, 06.01.2007)

«Mi ritengo un prodotto della religione cristiana. Sono sostanzialmente cristiano ed è da ciò che è nato questo libro». Ovvero Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, la rivisitazione romanzesca dei Re Magi che Michel Tournier pubblicò in Francia nel 1980 e che da allora, sul filo di tante riedizioni in tutto il mondo (in Italia, per Garzanti), ha fatto molta strada.

Proprio come i re orientali, fulminati dalla luce e dal sacro, riplasmati dal romanziere con inimitabile eleganza di stile e qualche gustosa piega picaresca a partire da poche righe presenti nel Vangelo di San Matteo. «È il mio romanzo cristiano e direi quasi che è il mio libro più importante», chiarisce con suprema schiettezza Tournier fra le mura accoglienti della sua dimora-rifugio, un presbiterio parrocchiale immerso nel verdeggiante parco naturale della Chevreuse, a una cinquantina di chilometri da Parigi. In bella mostra, non lontano dal tavolo di lavoro, c’è una nitida riproduzione dell’Adorazione dei Magi del Perugino.

L’arte occidentale ha subìto da sempre il fascino della scena dei Magi. Perché, a suo avviso?

«Per me, i Re Magi significano tre cose, o meglio tre rivoluzioni che caratterizzano il Nuovo Testamento rispetto all’Antico. Il Nuovo Testamento ha portato la rivoluzione cristiana e i Re Magi simbolizzano tre aspetti di questa rivoluzione. Innanzitutto, essi giungono da molto lontano, sono stranieri e c’è un nero fra loro. È il simbolo dell’apertura cristiana a tutta l’umanità. Il cristianesimo riguarda tutta l’umanità e in ciò è unico. Il giudaismo, ad esempio, si riferisce solo ai discendenti del popolo ebraico. Il ruolo del cristiano è di essere missionario. Quest’apertura al mondo mi pare l’aspetto più importante dei Re Magi. Non a caso, ho scelto come copertina per l’edizione francese l’Adorazione di Albrecht Dürer, in cui compare un re di colore».

Qual è il secondo aspetto?

«Il secondo aspetto mi pare la riabilitazione del denaro e della ricchezza. Quasi tutte le religioni disprez zano la ricchezza. Occorre, anzi, essere poveri. Anche nel cristianesimo la povertà è evidentemente presente: la stalla, la mangiatoia, il bue e l’asino. Ma la povertà della Sacra Famiglia vede arrivare i Re Magi, coperti di denaro, coi loro cavalli e coi doni più preziosi dell’epoca: oro, incenso e mirra. È per me la riabilitazione della ricchezza che affianca la povertà più assoluta. Trovo che ci sia qui anche un insegnamento riguardante il Papa. Egli è circondato da un patrimonio artistico straordinario e al contempo è totalmente povero, nel senso che non possiede nulla a titolo personale. Tutto fa parte del patrimonio religioso. L’accostamento di povertà e ricchezza è essenziale e l’episodio dei Re Magi lo simbolizza alla perfezione».

E l’ultima rivoluzione?

«È la riabilitazione dell’immagine. Ebrei e musulmani condannano sostanzialmente l’immagine, con un conseguente impoverimento dell’arte figurativa in queste religioni. Ciò mi pare una spaventosa mutilazione del genio umano, che per me si esprime in gran parte attraverso la pittura e la scultura. Il cristianesimo ha soppresso l’antico divieto e la scena d’arte religiosa forse più lungamente sviluppata è proprio l’adorazione dei Magi, così naturalmente pittorica e pittoresca, nel senso etimologico del termine. Quella del Perugino è la mia preferita e veglia su di me. Una magia per gli occhi».

I regnanti d’Oriente convergono verso l’incontro con un Bambino. Cosa vuol dire per lei?

«È il cuore del mio romanzo. Per me, ciascuno dei Re Magi aveva una ragione diversa per partire. San Matteo è laconico in proposito, eppure è da qui che tutto è partito. L’evangelista non dice neppure che i Magi erano tre, ma il loro numero è stato ricavato da quello dei doni. Del resto, nonostante il titolo del mio romanzo, ho personalmente preferito ispirarmi a quella tradizione leggendaria che tramanda l’esistenza anche di un quarto re».

Cosa vuol dire per uno scrittore come lei l’accostamento al testo evangelico?

«Sono per la felicità, sono un ottimista. Il che può sembrare atipico, dato il carattere tenebroso di molti scrittori. Basti pensare al mio maestro letterario, Emile Zola. Un personaggio decisamente cupo. Anche nel Vangelo ci sono tante pagine cupe, accanto a quelle chiare. E, fra queste ultime, oltre all’Adorazione dei Magi, la scena più splendida mi sembra l’Annunciazione. Ecco, preferisco guardare al lato festivo del Vangelo e non a caso i miei romanzi si concludono tutti in apoteosi. Per usare una parola un po’ ridicola, sono uno scrittore positivo perché amo essere felice e rendere felice chi mi sta attorno».


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: