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Italia, Italia....

"TUTTO DANTE" ACCOLTO TRIONFALMENTE IN CALABRIA. Un urlo contro la ’ndrangheta. BENIGNI SI COMMUOVE.

"La Calabria e’ grande e dignitosa, e merita un inchino da parte di tutti gli italiani".
domenica 26 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] "Ormai l’Italia è il Paese delle violenze - ha detto - Bisogna fare una cosa sul sesso, sull’amore. E’ importante il quinto canto dell’Inferno che reciterò stasera, quello dei lussuriosi che trasmette la grande dignità che dà Dante alle donne. C’è questa violenza spaventosa su ciò che di più sacro ha fatto il nostro Signore, che è la donna. L’ha fatto proprio bene - ha aggiunto guardando, con il suo inconfondibile sorriso, una hostess - ha fatto la perfezione. ’La rugiada (...)

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domenica 10 dicembre 2006

BENIGNI A TUTTO CAMPO CONQUISTA PALAROSSINI AD ANCONA

ANCONA - E’ arrivato correndo e saltellando come un folletto tra "i legnetti" della scenografia e dispensando saluti e baci che hanno alzato un fragoroso applauso di benvenuto, l’attore e poeta Roberto Benigni sul palco del Palarossini di Ancona nella tappa marchigiana del "Tutto Dante".

"Cari anconetani - ha esordito trafelato - io vi amo tutti e ci vuole coraggio a dire vi amo in questa lingua italiana. Le persone hanno una cosa in comune, che sono tutte diverse: ci vuole coraggio a dire vi amo".

Il pubblico - oltre 5 mila e 500 spettatori - è ’impazzito’ già alle prime battute del comico: applausi fragorosi hanno salutato il galoppo del grande Roberto che ha fatto in scena con il suo abito scuro, camicia bianca aperta e senza cravatta, quasi una divisa come il frac di Charlot.

"Vorrei essere un cane per potervi leccare tutti e scodinzolare e fare ad Ancona una grande orgia d’amore cosicché i giornali domani dicano che qui il quinto canto io l’ho fatto". E poi ha apostrofato "i signori in prima fila con oltre 70 mila euro annui di reddito e che non possono far finta di niente perché in Italia si riconta tutto e domani vi richiamiamo".

Non sono mancati poi i riferimenti alla finanziaria che "è passata dopo che il ministro Livia Turco ha aumentato l’uso personale di droga da 20 a 40 dosi". Poi ancora le pensioni prorogate fino all’età del morbo di Parkinson". Lo spettacolo è stato caratterizzato anche da battute sull’ ’onnipotente’ Silvio Berlusconi che "ha battuto Cristo a Montecatini perché se la passione di Gesù è durata 3 giorni quella dell’ex premier 3 minuti ben svenuti a Montecatini" ha incalzato Benigni.

Poi ’ballettopoli’, intercettazioni, calciopoli e il caso delle agenzie fotografiche sono stati gli obiettivi dell’ironia del comico. Non sono mancati riferimenti neanche ai "sacerdoti che si possono sposare: e proprio oggi a Roma sembrava di sentire la festa dell’addio al celibato in Vaticano".

Tra sacro e profano con riferimenti a Gesù il comico toscano ha parlato poi del linguaggio degli scandali e delle "telefonate" riferendosi a Mario Scaramella e Paolo Guzzanti che fanno pensare che "in questo paese di spie è meglio il piccione viaggiatore".

Introducendo la Divina Commedia si è poi soffermato sull’omaggio alla Madonna ripetendo i versi recitati dal Papa nell’Angelus dell’8 dicembre "Al Signore la Madonna gli è sempre piaciuta" ha detto il comico "è come se nostro Signore avesse detto a questa giovane di 16 anni mi sembra di averti aspettato da sempre. Il culto della Madonna ha fatto andare avanti il mondo di milioni di anni ed è proprio questa donna umile ad essere la rugiada dell’Altissimo. E le donne sono l’apice delle creature di nostro Signore".

Poi ancora un parallelismo tra la Bibbia e la Divina Commedia, due grandi doni: "Ma la prima ha venduto di più". Nella seconda parte dello spettacolo Benigni ha iniziato la Lexio Dantis: l’inferno dei lussuriosi. "Il Quinto Canto ha detto è il più richiesto, è un cerchio amplissimo dove si trovano milioni di persone perché la lussuria è un peccato di molti".

Un riferimento ad Ancona e alle Marche dove sono nati Guido da Montefeltro e Federico II e dove c’è ancora il papato - "come ora". Davanti al pubblico attentissimo Benigni ogni tanto si è concesso una battuta sul presente e ha parlato dell’indulto: "All’inferno la cosa è seria, per le anime laggiù non c’è l’indulto". Benigni si è poi soffermato sul concetto della poesia che tira fuori l’amore e che ci rende consapevoli delal meraviglia, perché ognuno di noi ha dentro abissi di bellezza". Dall’Inferno al Purgatorio fino al Paradiso il comico toscano è ha dipinto Dante in maniera originale e accattivante, tenendo con il fiato sospeso il pubblico anconetano. E la chiosa è stata a voce bassa: l’intero canto a memoria che sul verso finale ha scatenato una standing ovation.

ANSA » 2006-12-09 23:58


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