BENIGNI A TUTTO CAMPO CONQUISTA PALAROSSINI AD ANCONA
ANCONA - E’ arrivato correndo e saltellando come un folletto tra "i legnetti" della scenografia e dispensando saluti e baci che hanno alzato un fragoroso applauso di benvenuto, l’attore e poeta Roberto Benigni sul palco del Palarossini di Ancona nella tappa marchigiana del "Tutto Dante".
"Cari anconetani - ha esordito trafelato - io vi amo tutti e ci vuole coraggio a dire vi amo in questa lingua italiana. Le persone hanno una cosa in comune, che sono tutte diverse: ci vuole coraggio a dire vi amo".
Il pubblico - oltre 5 mila e 500 spettatori - è ’impazzito’ già alle prime battute del comico: applausi fragorosi hanno salutato il galoppo del grande Roberto che ha fatto in scena con il suo abito scuro, camicia bianca aperta e senza cravatta, quasi una divisa come il frac di Charlot.
"Vorrei essere un cane per potervi leccare tutti e scodinzolare e fare ad Ancona una grande orgia d’amore cosicché i giornali domani dicano che qui il quinto canto io l’ho fatto". E poi ha apostrofato "i signori in prima fila con oltre 70 mila euro annui di reddito e che non possono far finta di niente perché in Italia si riconta tutto e domani vi richiamiamo".
Non sono mancati poi i riferimenti alla finanziaria che "è passata dopo che il ministro Livia Turco ha aumentato l’uso personale di droga da 20 a 40 dosi". Poi ancora le pensioni prorogate fino all’età del morbo di Parkinson". Lo spettacolo è stato caratterizzato anche da battute sull’ ’onnipotente’ Silvio Berlusconi che "ha battuto Cristo a Montecatini perché se la passione di Gesù è durata 3 giorni quella dell’ex premier 3 minuti ben svenuti a Montecatini" ha incalzato Benigni.
Poi ’ballettopoli’, intercettazioni, calciopoli e il caso delle agenzie fotografiche sono stati gli obiettivi dell’ironia del comico. Non sono mancati riferimenti neanche ai "sacerdoti che si possono sposare: e proprio oggi a Roma sembrava di sentire la festa dell’addio al celibato in Vaticano".
Tra sacro e profano con riferimenti a Gesù il comico toscano ha parlato poi del linguaggio degli scandali e delle "telefonate" riferendosi a Mario Scaramella e Paolo Guzzanti che fanno pensare che "in questo paese di spie è meglio il piccione viaggiatore".
Introducendo la Divina Commedia si è poi soffermato sull’omaggio alla Madonna ripetendo i versi recitati dal Papa nell’Angelus dell’8 dicembre "Al Signore la Madonna gli è sempre piaciuta" ha detto il comico "è come se nostro Signore avesse detto a questa giovane di 16 anni mi sembra di averti aspettato da sempre. Il culto della Madonna ha fatto andare avanti il mondo di milioni di anni ed è proprio questa donna umile ad essere la rugiada dell’Altissimo. E le donne sono l’apice delle creature di nostro Signore".
Poi ancora un parallelismo tra la Bibbia e la Divina Commedia, due grandi doni: "Ma la prima ha venduto di più". Nella seconda parte dello spettacolo Benigni ha iniziato la Lexio Dantis: l’inferno dei lussuriosi. "Il Quinto Canto ha detto è il più richiesto, è un cerchio amplissimo dove si trovano milioni di persone perché la lussuria è un peccato di molti".
Un riferimento ad Ancona e alle Marche dove sono nati Guido da Montefeltro e Federico II e dove c’è ancora il papato - "come ora". Davanti al pubblico attentissimo Benigni ogni tanto si è concesso una battuta sul presente e ha parlato dell’indulto: "All’inferno la cosa è seria, per le anime laggiù non c’è l’indulto". Benigni si è poi soffermato sul concetto della poesia che tira fuori l’amore e che ci rende consapevoli delal meraviglia, perché ognuno di noi ha dentro abissi di bellezza". Dall’Inferno al Purgatorio fino al Paradiso il comico toscano è ha dipinto Dante in maniera originale e accattivante, tenendo con il fiato sospeso il pubblico anconetano. E la chiosa è stata a voce bassa: l’intero canto a memoria che sul verso finale ha scatenato una standing ovation.
ANSA » 2006-12-09 23:58