Politica
Il ministro della Difesa in Iraq per la fine della missione. A Nassiriyah l’ammainabandiera *
Accompagnato dal capo di stato maggiore ammiraglio Giampaolo Di Paola, il ministro della difesa italiano Arturo Parisi è giunto a Nassiriyah per la cerimonia dell’ammainabandiera che segna la fine ufficiale della missione militare italiana in Iraq. Parisi è atterrato a Tallil, la base Usa alle porte di Nassiriya con un C130 dell’Aeronautica militare. Domani, dopo tre anni e mezzo di Antica Babilonia, tornerà a casa anche l’ultimo soldato. Saranno gli ultimi uomini della brigata Garibaldi a lasciare Nassiriya.
Sabato verranno poi accolti all’aeroporto militare di Ciampino dal presidente del Consiglio Romano Prodi. La cerimonia dell’ammainabandiera avrà luogo nei pressi dell’aeroporto di Tallil, essendo ormai chiusa la base italiana di Camp Mittica. Un ricordo andrà ai 32 militari morti dal 2003 in azione, attentati e incidenti. L’episodio più grave il 12 novembre 2003, quando un’autocisterna carica di esplosivo fu lanciata contro la base Maestrale dei carabinieri in un attacco suicida costato la vita a 19 italiani - 17 militari e 2 civili - e 9 iracheni. I familiari di alcuni dei militari uccisi hanno chiesto a Prodi, in occasione di una cerimonia a Bologna per il terzo anniversario della strage, che si faccia chiarezza intorno alla vicenda, su cui indaga la Procura di Roma.
Sono in tutto 39 gli italiani che hanno perso la vita in Iraq in questi anni, comprese le vittime civili e il funzionario del Sismi Nicola Calipari, ucciso a Baghdad dagli americani nel marzo 2005. Riguardo ai costi, Antica Babilonia è stata finanziata con un totale di oltre 1.500 milioni di euro per le attività proprie del ministero della Difesa. Sono stati sette i decreti (poi convertiti in legge) che ogni sei mesi hanno assicurato la copertura degli oneri finanziari: circa 225 milioni di euro per il secondo semestre 2003, 208 milioni per il primo semestre 2004 e, a seguire, 284 milioni, 268 milioni, 213 milioni, 187 milioni e, infine, 128 milioni e mezzo per la fase di rientro.
E sulla stabilizzazione dell’Iraq e più in generale sulle strategie di pace in Medio Oriente, il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha parlato nel suo incontro di venerdì in Giordania con il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice dell’importanza di coinvolgere tutti i paesi della regione, inclusi Siria e Iran, nella stabilizzazione dell’Iraq. «Ho insistito» ha detto D’Alema «che la soluzione per evitare che la violenza degeneri nella violenza civile comporta il coinvolgimento di tutti i paesi della regione. Gli iracheni senza dubbio sottolineano la necessità di avere un rapporto positivo con l’Iran. È importante avere una strategia che non isoli l’Occidente». «D’altra parte» ha detto D’Alema «è evidente che il conflitto rischia di coinvolgere tutti i paesi confinanti sia sciiti che sunniti».
Rifondazione saluta con gioia il ritiro dei nostri soldati dall’Iraq. «L’ammainabandiera di oggi a Nassiriya pone ufficialmente termine alla missione italiana in Iraq. È una grande vittoria del movimento per la pace, ottenuto grazie alla mobilitazione di milioni di persone», ha detto Giovanni Russo Spena, capogruppo del Prc al Senato. «Il ritiro -aggiunge- è motivo di grande soddisfazione e orgoglio per il nostro partito, che di quel movimento è stato sempre parte integrante. La mobilitazione per la pace, naturalmente, non finisce qui. Dovremo d’ora in poi impegnarci con altrettanta determinazione per ottenere la riconversione dell’impegno in Afghanistan da bellico ad esclusivamente cooperativo e far sì che il governo italiano possa dare un aiuto sostanziale all’avvio della pacificazione nel conflitto israelo-palestinese».
Anche i Comunisti italiani esprimono giubilo e propongono in sede Ue, una Conferenza di Pace internazionale «Con l’ammaina bandiera di oggi, il ritiro dei nostri militari dall’Iraq è dunque ultimato. La speranza è che, adesso, si possa aprire un processo politico e diplomatico, che veda sempre più l’Italia protagonista di pace nella risoluzione della crisi mediorientale», afferma Pino Sgobio, Capogruppo dei Comunisti Italiani alla Camera. «Il ruolo dell’Italia - conclude Sgobio - può acquistare maggior peso con la messa a punto di una concreta exit strategy dall’Afghanistan e con la proposta ufficiale, in sede di Unione Europea, della indizione di una Conferenza di Pace internazionale, che coinvolga attivamente i paesi mediorientali».
* www.unita.it, Pubblicato il: 01.12.06 Modificato il: 01.12.06 alle ore 12.03