IL CASO
Strage Nassiriya, dalla Cassazione
via libera alle richieste di risarcimento
L’Alta Corte annulla la sentenza con cui la Corte militare di Appello di Roma aveva assolto il generale Bruno Stano per non avere preso le dovute misure a difesa della base Maestrale, dove un’autobomba uccise 19 italiani il 12 novembre 2003, escludendo i familiari da qualsiasi risarcimento*
ROMA - La Cassazione ha accolto il ricorso dei familiari delle vittime della strage di Nassiriya, in Iraq. Ora la Corte d’appello di Roma dovrà stabilire il risarcimento in precendenza negato. A Nassiriya, il 12 novembre del 2003, un’autobomba lanciata contro la base "Maestrale" uccise diciannove italiani fra carabinieri, uomini dell’esercito e civili oltre a nove cittadini iracheni.
La prima sezione penale della Cassazione era chiamata a decidere se confermare o meno, ai fini civili, la sentenza con cui la Corte militare d’Appello di Roma, il 24 novembre 2009, aveva assolto il generale dell’Esercito Bruno Stano, condannato in primo grado dal gup del Tribunale militare di Roma a due anni di reclusione per non avere adottato tutte le misure necessarie alla difesa di base Maestrale. La sentenza d’appello aveva inoltre confermato l’assoluzione già accordata anche in primo grado all’altro generale dell’Esercito Vincenzo Lops.
Assolvendo i due ufficiali, la Corte militare d’appello aveva quindi escluso il risarcimento a favore dei familiari delle 19 vittime. Con il pronunciamento di oggi, la Cassazione annulla, con rinvio alla Corte d’Appello civile di Roma, quella sentenza e quindi l’esclusione del risarcimento dando il via libera alla richiesta dei parenti delle vittime della strage in Iraq, dando il via libera alle richieste di risarcimento per i familiari delle 19 vittime italiane della strage di Nassiriya. Le assoluzioni dei generali Stano e Lops, pronunciate in appello dalla Corte militare di Roma, erano già definitive perché la Procura militare della Capitale non aveva presentato ricorso in Cassazione.
"E’ una grande vittoria morale. I familiari delle vittime non hanno mai chiesto il ’vil denaro’ ma hanno combattuto per l’accertamento della verità. Anche quando eravamo soli, perché la Procura militare non ci seguiva, e anche quando il Governo ha fatto leggi a noi contrarie". Queste le dichiarazioni di Francesca Conte, legale dei familiari della strage di Nassiriya. "Resta un solo rammarico - ammette l’avvocato - quello che la Procura militare non abbia fatto ricorso, insieme a noi in Cassazione, contro le assoluzioni" dei militari.
* la Repubblica, 20 gennaio 2011