SCIAMANI, SIBILLE, E PROFETI: IL ’CASO’ PARMENIDE. L’esperienza sciamanica, la tradizione occidentale, (e il lavoro di Vico - a partire dalla "De antiquissima italorum sapientia"). Lettera a Elémire Zolla: *
Stimat.mo Prof.
E. Zolla
Domenica u.s. (Il Sole-24 Ore del 19.08.2001] ho letto la Sua recensione del bel lavoro di Kingsley (Nei luoghi oscuri della saggezza), ma sono rimasto deluso. L’ho trovata alquanto arida, senza acqua.
Tempo fa Le inviai un lavoro pieno di Sibille e altro, “Della Terra, il brillante colore. Note sul “poema” rinascimentale di un ignoto Parmenide carmelitano (ritrovato a Contursi Terme nel 1989), Edizioni Ripostes, Salerno-Roma 1996.
Probabilmente non l’avrà neppure sfogliato. Là, Parmenide è inserito nella trama carmelitana, tra Elia (il primo profeta e l’uomo salito al cielo sul carro del Sole) e Gesù, oltre che (implicitamente) con la “notte oscura” di Giovanni della Croce, e tutto il resto.
Kingsley ha avuto il merito di aver evidenziato la natura elianica dell’iniziazione di Parmenide, ma di non averla riconosciuta nella sua specificità e di non averla riportata alla sua fonte, quella di Elia...
Lo schermo della V davanti al nome della città di Parmenide non impedisca anche a Lei di dimenticare il solare Elia.
Con m.ma stima,
Federico La Sala
* Lettera inviata a Montepulciano, il 25.08.2001.