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Emi-grazi-One

San Giovanni in Fiore: la polpetta della Consulta degli emigrati. Pronta la bozza regolamentare, dentro soprattutto politici. Esclusi gli emigrati in Italia

giovedì 30 novembre 2006 di Emiliano Morrone
Già pubblicato su "il Crotonese" del 28/11/2006, invito soprattutto Biagio Allevato ad esprimersi e tutti i nostri emigrati.
EM
Dopo anni difficili, sta per concludersi l’incresciosa vicenda della Consulta degli emigrati. Pare che la commissione preposta abbia ultimato il regolamento e s’accinga a presentarne la bozza per la discussione in consiglio comunale. La riabilitazione dell’organo ha una storia travagliata quanto assurda. Durante il governo precedente, si decise una modifica dello (...)

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> San Giovanni in Fiore: la polpetta della Consulta degli emigrati. Pronta la bozza regolamentare, dentro soprattutto politici. Esclusi gli emigrati in Italia

giovedì 30 novembre 2006

Caro Biasi,

replico. Sono un emigrato come te. E sono assetato anzitutto di fatti. Per il Psu F. Nicoletti mise 60 mila euro. I fondi concessi per una parte del Programma furono 3,6 milioni di euro. Ci stanno realizzando i marciapiedi su Viale della Repubblica, per 200 metri. Ci si faranno cinque case per accogliere gli emigrati (180 mila euro), il museo della biodiversità silana, con annesso documentario (107 mila euro), e alcuni lavori di ristrutturazione nel centro storico. Il progetto prevedeva ben altro. Per ora, si può accettare, ma relativamente, questa traduzione pratica. Che, però, non sta tenendo conto, mi pare, di tempi massimi e obblighi di fronte all’Ue. La Consulta dovrebbe essere - a mio avviso - un organo di proposta. Dovrebbe, però, riuscire, se regolata con criterio, a rappresentare una novità, nel quadro ordinario dell’amministrazione. In altri termini, dovrebbe servire come concreto strumento di confronto fra chi fuori ha acquisito esperienze e mentalità utili a uno sviluppo collettivo e chi, in città, governa e/o lavora in un contesto più resistente a trasformazioni culturali e sociali. Dovrebbe servire, in termini spiccioli, a portare la voce degli emigrati. Personalmente, la penso come te, riguardo al fatto che chi vive in altri luoghi è già molto occupato dalle proprie necessità e da quelle familiari. Può essere che io abbia una visione più idealistico-utopistica della cosa pubblica. Però, credo molto nel coinvolgimento, anche istituzionalizzato, di soggetti e persone che abbiano altre formazioni e altri bagagli culturali da impiegare per la causa comune (e del Comune). Nicoletti ha scritto molte volte lettere e testi di vario genere sui giornali locali. Lo conosco da tempo. So che, come il sottoscritto, non piace a molti. Nicoletti è una persona che potrebbe starsene benissimo nel suo e non interessarsi alle sorti magnifiche e progressive di San Giovanni in Fiore; ciononostante, è sempre lì, a sbraitare, protestare e domandare giustizia. Ha un caratteraccio, lo ammetto: è testardo e molto passionale. Per questo, non suscita in genere molte simpatie. Ma, giusto in ossequio ai fatti, l’estate scorsa fu il solo a pronunciarsi per il difensore civico, la legalità e la considerazione degli emigrati, a un tavolo d’occasione dietro al quale stavano Nicola Adamo, Mario Pirillo, Antonio Nicoletti e altri illustri rappresentanti istituzionali. Forse, ciò che lo ribassa è l’incapacità di mediare pro domo suo. Come ogni emigrato, vive con doppiezze il suo rapporto con le origini. E, se finora gli è sempre riuscito accordare più strumenti all’estero, per certo lo stesso non ha saputo fare a San Giovanni. Io non intendo difenderlo né incensarlo. Ma vai a fargliene una colpa! Mi sono offerto gratis per organizzare un ciclo di incontri letterari nelle scuole florensi. Ho cercato l’assessore comunale alla cultura per valli e per verzieri, nell’agosto passato. Era sempre impegnato, oberato, affaccendato e via dicendo. Sono 40 giorni, inoltre, che non ho alcuna risposta dall’assessorato regionale alla cultura, pur avendo inviato innumerevoli fax e avendo telefonato ogni giorno, rispetto a un progetto per cui chiedevo un incontro con l’assessore. Dimmi tu. A San Giovanni in Fiore e in Calabria i tempi e le logiche sono diversi. Ogni invito o richiamo alla normalità cozza con la quiete pubblica. Spero, così, d’averti in qualche maniera risposto. Fammelo sapere. Ti saluto con l’affetto, la stima e l’entusiasmo di sempre.

Emiliano


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