Israele dice sì a nuove colonie, l’Anp si appella all’Onu
l’Unità, 06.06.2014
Il ministro per l’Edilizia israeliano Uri Ariel ha indetto ieri nuove gare d’appalto per circa 1500 abitazioni destinate ai coloni. Le gare d’appalto prevedono la costruzione di 900 unità abitative in Cisgiordania e circa 560 a Gerusalemme Est. Le gare d’appalto rappresentano in pratica l’approvazione finale del governo per il progetto. «È una risposta sionista appropriata al governo di terrore palestinese», sottolinea Ariel in riferimento al nuovo governo di coalizione guidato dal premier Rami Hamdallah in collaborazione con i radicali di Hamas. «Il diritto e il dovere dello stato di Israele di costruire sul suo territorio sono indiscutibili e credo che questi nuovi appalti siano solo l’inizio», ha poi ribadito. Detto e fatto.
RUSPE IN AZIONE
Il governo israeliano ha ordinato all’amministrazione di sbloccare un progetto per la costruzione di 1.800 alloggi extra nelle colonie, solo alcune ore dopo aver annunciato una gara di appalto per l’edificazione di 1.500 nuove case. Lo ha riferito un responsabile israeliano all’Afp. «L’amministrazione civile ha ricevuto l’ordine di far avanzare » un progetto di 1.800 alloggi extra in Cisgiordania, ha precisato il responsabile in condizione di anonimato. Secondo dei media israeliani, il progetto era stato congelato tre mesi fa dal governo.
Ma non tutti nell’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu sono d’accordo con la decisione assunta. L’annuncio da parte di Israele della costruzione di 1.500 nuove case in insediamenti nei territori occupati è «un errore politico che farà soltanto allontanare lo Stato ebraico dalla capacità di mettere il mondo contro Hamas», commenta la ministra della Giustizia israeliana, Tzipi Livni, la quale aveva ricoperto l’incarico di capo negoziatore dello Stato ebraico nell’ultima serie di colloqui di pace con i palestinesi, terminati ad aprile.
Intanto l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Dan Shapiro, ha ribadito in un’intervista alla radio dell’esercito che Washington è contraria al piano di costruzioni nei territori occupati. Una condanna è arrivata anche da Lior Amichai dell’ong israeliana Peace Now, secondo il quale l’annuncio «dimostra che il governo si sta muovendo verso una soluzione a uno Stato».
Immediata la reazione palestinese. l’Olp si è rivolta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in merito alla decisione di Israele di dare il via a nuove gare d’appalto per la costruzione di 1500 case per i coloni. «La commissione esecutiva dell’Olp sta guardando questa nuova escalation con grande preoccupazione», dichiara Hanan Ashrawi. «Abbiamo inteso contrastare questa decisione appellandoci sia al Consiglio di sicurezza sia all’Assemblea generale dell’Onu, come via migliore per frenare questa grave violazione », ha poi aggiunto.
Nel frattempo fonti riservate vicine al nuovo governo unitario e hanno riferito che «la dirigenza palestinese sta valutando seriamente l’ipotesi di adire le Corti internazionali contro le attività di costruzione negli insediamenti»: un’opzione resa possibile dall’ottenimento dello status di osservatore al Palazzo di Vetro da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese, in occasione della penultima sessione ordinaria dell’Assemblea, nel settembre 2012 a New York. «È tempo che Israele sia chiamata a rispondere davanti agli organismi internazionali e sulla base del diritto internazionale », rimarca Saeb Erekat, l’esperto capo negoziatore dell’Anp. «Chi teme le Corti internazionali», aggiunge Erekat, «deve porre fine ai propri crimini di guerra a danno del popolo palestinese, il primo e principale tra i quali sono proprio gli insediamenti».
Israele
Coloni, via libera a 3.300 nuove case, rabbia palestinese
la Repubblica, 06.06.2014
GERUSALEMME. Israele ha annunciato il via libera alla costruzione di altre 3.300 case per coloni. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dato l’ok a 1.800 nuove unità abitative la cui costruzione nei territori palestinesi occupati era stata congelata negli ultimi tre mesi, mentre qualche ora prima il ministero degli Insediamenti aveva pubblicato 1.500 nuove gare per la realizzazione di unità abitative in Cisgiordania e a Gerusalemme est, decisione definita dal ministro Uri Ariel una risposta al varo del nuovo governo di unità nazionale palestinese, frutto dell’accordo tra le fazioni di Fatah e Hamas.
Secca la replica palestinese: «Il nuovo governo ha chiesto a Washington di prendere «seri provvedimenti contro Israele», ha dichiarato Nimr Hammad, consigliere del presidente Abu Mazen. «Inoltre - ha poi aggiunto - condanniamo fortemente questa decisone che in pratica afferma che Netanyahu è solo un bugiardo, non interessato a una soluzione a due Stati».