Nel «Divan» di Barenboim prendono posto armonia e tolleranza
L’orchestra fondata nel 1999 dal direttore assieme a Edward Said mette insieme musicisti arabi e israeliani, facendo prevalere le ragioni musicali. Ieri in concerto alla Scala e oggi a Santa Cecilia a Roma con diretta su Radio3.
di Paolo Petazzi (l’Unità, 18.05.2011)
«La qualità musicale è sempre essenziale», osserva Daniel Barenboim a proposito dell’orchestra fondata nel 1999 da lui insieme con Edward Said, per far incontrare e lavorare insieme musicisti provenienti dalla Palestina, da Israele, Egitto, Libano, Siria e altri paesi arabi. Non sono in primo luogo le ragioni musicali che suscitano ammirazione per il coraggio dell’insigne direttore israelo-argentino e del grande intellettuale palestinese (scomparso nel 2003); ma Barenboim sottolinea che «tutto il lavoro deve puntare al massimo». E in verità la assoluta adesione che si deve all’iniziativa non può essere separata dal riconoscimento dello straordinario livello raggiunto dall’orchestra che ha preso nome di «West-Eastern Divan» dal titolo del «Divano occidentale-orientale» di Goethe. Ieri alla Scala e oggi a Santa Cecilia (con diretta su Radio 3) sono in programma la Terza Sinfonia di Beethoven e l’Adagio della incompiuta Decima di Mahler.
La Scala aveva già ospitato la giovane orchestra qualche anno fa, e già allora l’esecuzione delle difficilissime Variazioni op. 31 di Schönberg aveva dimostrato che i giovani musicisti guidati da Barenboim erano diventati una vera orchestra di alto livello. Da poco è stata pubblicata la registrazione del loro concerto a Salisburgo del 2007 con le Variazioni di Schönberg e la Patetica di Ciajkovskij, ed è incredibile che siano bastati otto anni per raggiungere simili risultati. Merito di Barenboim, della bravura di ognuno dei giovani musicisti, e della specifica formazione
Il maestro Daniel Barenboim offerta loro da membri della Staatskapelle di Berlino (l’orchestra della Staatsoper di cui Barenboim è direttore stabile) nelle giornate di lavoro che hanno luogo in Andalusia, la regione autonoma che anche in nome del proprio passato storico offre indispensabile sostegno, borse di studio e ospitalità all’iniziativa. Non c’è e non ci può essere unanimità di opinioni, soprattutto di natura storica e politica, tra i musicisti della Divan; ma si impara a conoscere e a cercare di capire la logica dell’altro, osserva Barenboim. Si parla insieme senza sentirsi obbligati a essere d’accordo. E dopo una giornata di lavoro musicale fianco a fianco, impegnati nello sforzo di raggiungere la massima fusione, se si parla di altri argomenti si discute in un altro modo.
Il concerto scaligero era a favore di «Children in Crisis Italy», una associazione che si adopera per migliorare attraverso l’istruzione e l’assistenza medica le condizioni di vita dei bambini più indifesi, vittime di conflitti, povertà o altre situazioni di grave disagio in diverse parti del mondo.