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Politica

Lettera a Prodi, Fassino e Veltroni, da parte degli amici del Phorum Palestina e compagni

Sulla visita a Sharon: un documento da leggere subito e divulgare all’istante
sabato 21 maggio 2005 di Emiliano Morrone
All’On.le Romano PRODI
All’On.le Piero FASSINO
Al Sindaco Walter VELTRONI
Abbiamo appreso dalla stampa che avete in programma una visita in Israele, dove incontrerete ufficialmente il Primo Ministro Ariel Sharon. Riteniamo che questo incontro sia un atto politicamente inopportuno e moralmente deplorevole, per i seguenti motivi.
Ariel Sharon non è un leader politico qualsiasi: è direttamente responsabile dell’assassinio di migliaia di uomini e donne, la cui unica colpa era quella di essere (...)

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> LA SECONDA Flottiglia della Libertà è composta quest’anno da 10 imbarcazioni con a bordo centinaia di attivisti tra cui lo scrittore svedese Henning Mankell, il pacifista americano Hedy Epstein e la scrittrice americana Alice Walker, vincitrice del Pulitzer per il romanzo “Il colore viola” (di Carlo Antonio Biscotto - Sulla Fottiglia verso Gaza anche un Premio Pulitzer. lice Walker: “Viaggio di speranza”).

domenica 26 giugno 2011

Sulla Flottiglia verso Gaza anche un Pulitzer

Alice Walker: “Viaggio di speranza” . Tel Aviv: “È una provocazione”

di Carlo Antonio Biscotto (il Fatto, 26.06.2011)

Poco più di un anno fa, una unità navale della Marina militare israeliana fermò una nave turca in acque internazionali al largo di Israele, aprì il fuoco e uccise nove pacifisti.

La Flottiglia della Libertà era composta da sei imbarcazioni, tra cui la Mavi Marmara, e tentava di forzare il blocco navale per raggiungere Gaza. La condanna internazionale di quello che fu definito da molti un “atto di pirateria”, fu pressoché unanime.

LA SECONDA Flottiglia della Libertà è composta quest’anno da 10 imbarcazioni con a bordo centinaia di attivisti tra cui lo scrittore svedese Henning Mankell, il pacifista americano Hedy Epstein e la scrittrice americana Alice Walker, vincitrice del Pulitzer per il romanzo “Il colore viola”, da cui Steven Spielberg trasse uno stupendo film interpretato da Whoopy Goldberg. La flottiglia annovera imbarcazioni di diversi Paesi: Svezia, Gran Bretagna, Grecia, Spagna, tra gli altri. La nave italiana porta il nome di Stefano Chiarini, giornalista del Manifesto, che dedicò la vita alla solidarietà per i palestinesi e per tutti i popoli oppressi. Gli occhi del mondo sono puntati su Israele e sulle sue reazioni.

RON PRONSOR, ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, ha scritto una lettera nella quale, tra le altre cose, dice: “Israele invita la comunità internazionale a fare tutto il possibile per impedire alla flottiglia di salpare e di mettere in atto quella che il mio governo considera una provocazione”. E tanto per non lasciare adito a dubbi, le lettera finisce con queste parole: “Siamo decisi a difenderci e a riaffermare il nostro diritto ad imporre il blocco navale di Gaza”.

“Non ci faremo intimidire dalla violenza”, risponde Huwaida Arraf, che fa parte del comitato organizzatore della flottiglia. “Nessuno affronta questa cosa a cuor leggero, ma siamo tutti consapevoli della necessità di agire. I nove morti dell’anno passato non sono serviti a scoraggiare i pacifisti di tutto il mondo”. Secondo quanto riferito dalla signora Arraf, circa mezzo milione di persone di ogni parte del mondo hanno chiesto di partecipare alla traversata. “Purtroppo c’era posto solo per circa 400”.

La seconda Flottiglia della libertà è spinta anche dal vento di rinascita della “primavera araba”. Per Chris Doyle, direttore del Consiglio per le relazioni anglo-arabe, l’iniziativa è, se possibile, ancora più importante perché i cambiamenti in molti Paesi del Medio Oriente rischiano di “oscurare” la questione palestinese agli occhi dell’opinione pubblica internazionale.

“La Palestina resta il nodo centrale del rinascimento arabo”, aggiunge Karma Nabulsi, esperto di questioni mediorientali : “Forse gli occidentali tendono a dimenticarlo, ma la questione palestinese è sempre al centro delle preoccupazioni e dell’impegno politico dei giovani arabi che abbiamo visto dimostrare nelle piazze con così tanta passione”.

LA NAVE britannica, “The Audacity of Hope”, ospita la scrittrice americana Alice Walker che ieri sul Guardian ha spiegato le ragioni della sua partecipazione: “Perché voglio andare a Gaza con la seconda Flottiglia della libertà? Perché alla mia età, a 67 anni, è giusto raccogliere ciò che abbiamo seminato ed è giusto aiutare i giovani a realizzare i loro sogni”.

Il viaggio - sottolinea Alice Walker - “è un viaggio di speranza e di amore”. Un lungo, ininterrotto filo rosso unisce le lotte dei neri d’America, la rivolta dell’India guidata dal pacifista Gandhi, cui Alice Walker dice di ispirarsi, e i movimenti di liberazione in ogni parte del mondo. Ed è anche un modo per rendere omaggio al coraggio dei palestinesi e degli abitanti di Gaza in particolare. L’importante, ricorda la scrittrice, “è non arrendersi, rimanere vivi, continuare a credere”, e restare umani, come avrebbe detto Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano ucciso da un gruppo di islamisti salafiti a Gaza.

Nel libro Il colore viola la Walker racconta l’epopea di sofferenze, mortificazioni, oppressione, ingiustizia e violenza dei neri d’America e la capacità di molti di loro di conservare la dignità e la speranza nel futuro. “Sono povera, sono negra, sono anche brutta, ma grazie a Dio sono viva”, dice alla fine del romanzo Miss Celie. Le stesse parole che oggi potrebbero dire molti palestinesi di Gaza.


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