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Politica

Lettera a Prodi, Fassino e Veltroni, da parte degli amici del Phorum Palestina e compagni

Sulla visita a Sharon: un documento da leggere subito e divulgare all’istante
sabato 21 maggio 2005 di Emiliano Morrone
All’On.le Romano PRODI
All’On.le Piero FASSINO
Al Sindaco Walter VELTRONI
Abbiamo appreso dalla stampa che avete in programma una visita in Israele, dove incontrerete ufficialmente il Primo Ministro Ariel Sharon. Riteniamo che questo incontro sia un atto politicamente inopportuno e moralmente deplorevole, per i seguenti motivi.
Ariel Sharon non è un leader politico qualsiasi: è direttamente responsabile dell’assassinio di migliaia di uomini e donne, la cui unica colpa era quella di essere (...)

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> Israele contro la «Flytilla». Arresti a Tel Aviv. Liste «nere» di attivisti filopalestinesi consegnate a diverse compagnie aeree, tra cui Alitalia

lunedì 16 aprile 2012

Israele, pugno duro contro la «Flytilla». Arresti a Tel Aviv

Israele contro la «Flytilla».

Seicento agenti schierati all’aeroporto di Tel Aviv, liste di «indesiderati» consegnate alle compagnie aeree a Roma, Bruxelles, Parigi. È la risposta dello Stato ebraico ai «filopalestinesi»

-  Liste «nere» di attivisti filopalestinesi consegnate a diverse compagnie aeree, tra cui Alitalia
-  Seicento agenti presidiano l’aeroporto Ben Gurion. Ma c’è chi è riuscito a raggiungere la meta

di Umberto De Giovannangeli (l’Unità, 16.04.2012)

Bloccati a Roma, a Parigi, a Bruxelles...Fermati a Tel Aviv. Trattati come «Nemici» dello Stato ebraico. Israele dichiara «guerra» alla «Flytilla». Israele ha ieri messo in mostra i propri muscoli per scompaginare una manifestazione internazionale di solidarietà ai palestinesi (Benvenuti in Palestina, Flytilla) concepita per evidenziare le difficoltà negli spostamenti per chi da decenni vive sotto occupazione militare nei Territori.

Vedendo negli attivisti «elementi visceralmente anti-israeliani, quasi antisemiti» (queste le parole del ministro Ghilad Erdan, Likud) il governo di Benyamin Netanyahu ha condotto una operazione «a due fasi». Innanzi tutto ha inoltrato alle compagnie aeree dirette a Tel Aviv «liste nere» di militanti sgraditi allo Stato ebraico: non solo è stato avvertito costoro non avrebbero avuto il permesso di ingresso ma le spese di rimpatrio sarebbero state addossate alle stesse società di volo. In seguito la polizia israeliana ha presidiato l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv con oltre 600 agenti, per lo più in borghese.

A Betlemme (Cisgiordania) gli organizzatori attendevano 1.500 dimostranti, per i quali hanno organizzato una settimana di attività sociali. Ma i filtri predisposti da Israele hanno subito preso a funzionare a tutto ritmo. Centinaia di attivisti si sono visti così bloccati durante le operazioni di check-in a Parigi, Londra, Roma, Bruxelles, Londra, Ginevra, Istanbul. All’aeroporto Ben Gurion sono arrivate in definitiva solo diverse decine di attivisti che sono stati scortati ed interrogati in un terminal separato.

Gli ordini di espulsione, secondo valutazioni provvisorie, sono una sessantina. Almeno 20 attivisti sono stati subito rimandati a casa. Gli altri, a quanto pare, trascorreranno la notte nel centro di detenzione Givon. E a quanto si apprende, i funzionari dell’ambasciata italiana a Tel Aviv sono impegnati nel valutare la situazione dei nostri connazionali in loco. Fra quanti sono riusciti a superare tutti i filtri predisposti dai responsabili alla sicurezza di Israele alcune decine di attivisti di vari Paesi vi è stata anche la combattiva a ottantenne Rossana Platone, ex docente dell’Università di Napoli. Cosa l’ha spinta alla azione? «La mia motivazione generale ha spiegato Platone, appena arrivata a Betlemme è stata la sete di libertà. Avrei voluto atterrare direttamente in Palestina, ma un aeroporto non c’è. Sono stata obbligata a passare per Tel Aviv».

FALLE

Ma il pugno duro contro gli attivisti di «Flytilla» scatena polemiche anche nello Stato ebraico. In uno dei più duri editoriali degli ultimi tempi il quotidiano liberal Haaretz sostiene che in questa circostanza Israele si sta comportando in maniera non dissimile dall’Iran. «L’Iran nota l’articolista impedisce l’ingresso nelle proprie installazioni nucleari ai controllori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che vorrebbero riferire quanto vi avviene». «Israele aggiunge ha deciso di impedire l’ingresso nei Territori occupati di attivisti dei diritti umani che vorrebbero riferire dello stato dei diritti umani nella Regione». Questo editoriale (titolato: «Accoglieteli con i fiori») ha scatenato la rabbiosa reazione in alcuni siti della destra nazionalistica israeliana. E non solo. Ad alimentare ulteriormente le polemiche è una lettera, messa a punto da un funzionario dell’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu, che invita gli attivisti in arrivo in Israele a dimostrare piuttosto per il rispetto dei diritti civili in Siria, in Iran e a Gaza.

Ma «nonostante l’imponente schieramento militare e di intelligence israeliano, attivisti italiani e francesi sono entrati in Palestina, dichiarando apertamente le proprie intenzioni, e sono già stati accolti dalle associazioni partner della missione «Benvenuti in Palestina». Ad annunciarlo in serata sono gli attivisti italiani della «Flytilla». «Siamo orgogliosi spiegano di questi compagni e compagne, come di quelli che sono stati illegalmente bloccati negli aeroporti di partenza e di quelli che in questo momento si trovano in stato di detenzione».


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