I partigiani e il veliero amico dei palestinesi
di Marco Rovelli (l’Unità, 29.09.2012)
UNA COLTRE DI SILENZIO È CADUTA SULLA PALESTINA, DOPO LE PRIMAVERE ARABE E LA CRISI SIRIANA. Eppure lì le cose continuano ad andare male come sempre: la West Bank colonializzata e frantumata come un arcipelago di tante isolette non comunicanti fra loro, Gaza assediata da un blocco che priva i suoi abitanti dei più elementari diritti umani, oltre che distruggendo l’economia del Paese. Ecco dunque l’importanza, anche solo simbolica e comunicativa, di imprese come quella della Freedom Flotilla. Nel 2010 una nave turca venne attaccata dagli israeliani, che fecero nove morti, mentre l’anno scorso le navi vennero bloccate in porto in Grecia.
Stavolta è stato un gruppo di svedesi ad acquistare un vecchio veliero finlandese, Estelle, che adesso si sta dirigendo verso Gaza. In questo viaggio la nave ha fatto tappa in diversi porti, e adesso è attraccata nel porto di La Spezia, dove stamani, al molo, ci sarà un corteo marino dove vecchi partigiani accoglieranno l’equipaggio, nel pomeriggio visite guidate alla nave, e in serata un concerto. Poi sarà la volta di Napoli, dove il Comune ha patrocinato l’evento (tutti i programmi su freedomflotilla.it).
A bordo, nell’equipaggio, c’è Dror Feiler, un ex paracadutista israeliano che nel 1970 si rifiutò di prestare servizio nei Territori occupati, uno dei primi refusniks. Feiler, che oggi è un artista, e portavoce dell’organizzazione European Jews for a Just Peace, era presente sulla nave turca assaltata dai militari israeliani, e anche lo scorso anno era sull’unica nave che riuscì a salpare dalla Grecia. È necessario sostenere queste imprese, fatte di tante singole testimonianze come quella di Feiler: laddove la politica internazionale non è in grado di risolvere la questione, è solo l’impegno dal basso che può sbrogliare il tragico intrico della matassa israeliano-palestinese.