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Petrolio e guerre...

SUDAN. DARFUR, DISASTRO UMANITARIO. MESSAGGIO E APPELLO DI KOFI ANNAN

lunedì 4 dicembre 2006 di Federico La Sala
[...] le testimonianze raccolte in questi mesi dall’autorevole coordinatore dell’Onu per le emergenze umanitarie, Jan Egeland parlano chiaro. Evocando nei suoi rapporti, anche gli scontri nelle regioni confinanti del Ciad e della Repubblica Centroafricana, oltre alle nefandezze perpetrate nel Darfur dai jajaweed, i feroci predoni al soldo di Khartoum, Egeland ha ripetutamente espresso grave preoccupazione per la regionalizzazione del conflitto [...]
Kofi Annan finalmente alza i toni
Darfur, (...)

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venerdì 26 gennaio 2007

Il progetto messo a punto da ricercatori trentini e l’ong Intersos. Come intervenire nell’area di crisi definita "l’inferno della Terra"

Computer e mappe su internet per aiutare i rifugiati in Darfur

di ROSALBA MICELI *

CON ogni probabilità oggi anche Madre Teresa, se fosse ancora viva, si servirebbe di un sistema informatico per seguire i diseredati che vivono sui marciapiedi di Calcutta. Lo stesso che potrebbe monitorare e contribuire alla gestione dell’emergenza umanitaria in Darfur, nel Sudan, e il cui progetto è stato presentato nei giorni scorsi al Centro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trento (ITC-irst). Si tratta di tecnologie WebGIS (GIS in Internet) tutte open source, pronte per essere operative fra brevissimo tempo sul posto, sviluppate da una collaborazione tra l’ITC-irst, un suo spin-off, e l’organizzazione umanitaria non governativa Intersos, partner dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite.

Dopo un primo periodo di test in Darfur, il sistema sarà disponibile sul web e farà conoscere a tutto il mondo la reale situazione in quell’area di crisi, definita "l’inferno della terra" da Kofi Annan. Spiega Alessandro Guarino, responsabile per l’Italia di Intersos: "Ci permetterà di sapere cosa accade veramente in Darfur in tempo pressoché reale, dando quindi gli elementi giusti per organizzare gli interventi umanitari in modo semplice e mirato, senza sprechi di tempo e risorse oltre a condividere le informazioni con altre organizzazioni che operano sul posto. E a pianificare gli interventi diretti a rimuovere le cause che ancora ostacolano la fine del conflitto".

Il progetto prende il via da un incontro fortunato: nell’agosto 2006, il matematico Cesare Furlanello, responsabile del progetto di ricerca "Modelli predittivi per dati biologici ed ambientali" dell’ITC-irst, specializzato in sistemi GIS, incontra Sergio Odorizzi di Intersos, venuto ad illustrare le attività in Sudan ai ragazzi ospiti di Web Valley, il campo estivo di formazione e ricerca dell’ITC. Nasce subito l’idea di unire le rispettive competenze, coniugando spirito umanitario e tecnologia d’avanguardia. Ieri la firma di un accordo aperto a nuovi sviluppi.

L’azione umanitaria nel Darfur occidentale. Intersos è una delle più grandi organizzazioni umanitarie europee, con sede centrale in Italia. Fondata nel 1992 con il sostegno delle Confederazioni sindacali italiane, dal 2004 è presente in Darfur a supporto degli sfollati e dal 2005, per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, si occupa del monitoraggio della situazione umanitaria in oltre 500 villaggi del Darfur occidentale. Sul posto, in un’area grande quasi quanto la Francia, si trovano diverse organizzazioni umanitarie anche se Intersos è l’unica che oltre a fornire assistenza, segue i movimenti dei rifugiati, con l’obiettivo di favorirne il ritorno, in condizioni di sicurezza. Dopo la mappatura dei villaggi (ottobre 2004-luglio 2005), le attività si sono concentrate nel monitoraggio dei ritorni su base trimestrale (agosto 2005-dicembre 2006). Gli operatori girano continuamente in lungo e in largo, con evidenti problemi di sicurezza e di accessibilità, muniti di carta e penna. Le informazioni raccolte con i questionari cartacei (nome e coordinate GPS del villaggio, condizioni generali, caratteristiche della popolazione, percentuale delle tribù) vengono trasformate in dati poi inviati al centro operativo di Garsila. Così finora è stato possibile mettere a punto delle carte tematiche che mediante semplici simboli, come cerchietti colorati, evidenziano lo stato dei villaggi (distrutti, abbandonati, abitati, insediati da nomadi), la presenza di sfollati interni, rifugiati o ritorni, lo stato di servizi essenziali (scuole, ospedali, pozzi), o le condizioni della terra.

"A causa del conflitto, dal 2003 in Darfur si sta consumando una grave crisi umanitaria, della quale in Europa non arriva la percezione, per numero di vittime e per drammi sociali" riferisce Sergio Odorizzi che vi ha appena trascorso 15 mesi. Impressionanti le cifre: 2.300.000 sfollati interni, 250.000 rifugiati in Chad e 350.000 le vittime stimate.

Il sistema informatico WebGis

I sistemi GIS, acronimo di Geographic Information Systems, sono strumenti software che permettono di gestire ed elaborare informazioni di varia natura associate al territorio. L’imponente mole di informazioni raccolte in Darfur ha orientato verso l’utilizzo di tecnologie GIS per disporre di un database centralizzato, continuamente aggiornato e accessibile da chiunque (naturalmente on line). La piattaforma WebGis presentata dall’ITC consente l’analisi integrata dei dati su rifugiati e sfollati e le rispettive aree di origine, lo studio delle dinamiche in atto e dei possibili scenari futuri. Per esempio, tramite una query, si può interrogare il sistema riguardo ai villaggi dove si trova attualmente una certa tribù, sapere di quante persone è composta, che movimenti ha avuto di recente, se dispone di risorse, quali sono i soggetti più vulnerabili. I dati vengono visualizzati mediante mappe o in dettaglio con tabelle. Tutti i componenti del sistema sono basati sulle specificazioni dell’Open Geospatial Consortium e le applicazioni informatiche del progetto saranno sviluppate in ambiente open source per svincolarle da licenze proprietarie, in modo da essere facilmente trasferibili ai partner locali. In una parola: tecnologia sostenibile e dal volto umano.

* la Repubblica, 26 gennaio 2007.


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