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O. - K.olossal-mente...

"AIDA": PROVA GENERALE. L’opera di Giuseppe Verdi, per Suez (Cairo, 1871). A MILANO, ALLA SCALA, TUTTO PRONTO. ZEFFIRELLI: RESTERA’ NELLA STORIA... Per "Zeus"!!! «La serata più bella della mia carriera».

giovedì 7 dicembre 2006 di Federico La Sala
ZEFFIRELLI: QUESTA AIDA RESTERA’ NELLA STORIA *
MILANO - "Attenzione prego: si tratta di una prova di lavoro", avverte l’altoparlante prima dell’inizio della ’generale’ di Aida, e aggiunge che qualunque parte dello spettacolo può essere cambiata in vista della prima del 7 dicembre. Ma al pubblico che stipava la Scala, in gran parte amici e parenti degli artisti, oltre a musicisti, musicologi, critici e cronisti, è piaciuta così e per il maestro Riccardo Chailly, Franco Zeffirelli, (...)

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> AIDA: PROVA GENERALE. A MILANO, ALLA SCALA, TUTTO E’ PRONTO. ZEFFIRELLI: RESTERA’ NELLA STORIA.

lunedì 4 dicembre 2006

Verdi: Aida (trama) *

Aida

Commissionata a Giuseppe Verdi dal chedivè d’Egitto Ismail Pascià per celebrare l’apertura del canale di Suez, l’Aida fu rappresentata per la prima volta al Teatro d’Opera del Cairo il 24 dicembre 1871. L’opera, che si distingue per la coloritura melodica e armonica e per la sottile delineazione dei personaggi, è una delle composizioni più importanti della maturità di Verdi.

Atto primo

Sala del palazzo reale di Menfi, nell’antico Egitto. Radames apprende dal sommo sacerdote Ramfis che l’Etiopia muoverà presto guerra contro l’Egitto. Il giovane ufficiale spera di essere scelto come comandante dell’esercito: sogna infatti di tornare dalla guerra vincitore e di ottenere così la libertà per l’amata Aida, la schiava etiope al servizio della superba principessa Amneris. Amneris, anch’essa innamorata di Radames, durante un incontro cui sono presenti sia Aida sia l’amato comprende quali sono i sentimenti che l’ufficiale nutre per la sua schiava. Una processione guidata dal re giunge ad annunciare che gli etiopi stanno marciando su Tebe. Il re nomina Radames a capo dell’esercito egizio, mentre nell’aria risuonano grida che inneggiano alla futura vittoria. Rimasta sola, Aida è combattuta tra l’amore per Radames e quello per la sua terra natia: sebbene ora sia ridotta in schiavitù, Aida è infatti figlia di Amonasro, re d’Etiopia. La giovane invoca il soccorso degli dei. Nel tempio, mentre le sacerdotesse intonano gli inni di Ptah, i sacerdoti consacrano la spada di Radames con una cerimonia sacra.

Atto secondo

L’Etiopia è stata sconfitta. Amneris, circondata dai suoi schiavi, prepara l’ingresso trionfale di Radames a Tebe. Quando Aida si avvicina, la principessa congeda gli altri servitori e cerca di scoprire i veri sentimenti della schiava per Radames, dapprima fingendo che l’ufficiale sia morto, poi rivelandole che è ancora vivo. Avuta conferma dalla reazione di Aida - dapprima lo sgomento, poi il sollievo alla notizia che Radames è vivo - che anche la schiava ama Radames, Amneris parte per i festeggiamenti della vittoria. Aida rinnova le sue preghiere e i suoi voti agli dei. Presso le porte della città, la vittoria viene festeggiata con parate e danze; alla cerimonia assistono il re e la principessa Amneris. Radames viene condotto al loro cospetto e riceve la corona del vincitore. Dietro di lui seguono i prigionieri etiopi, tra i quali Amonasro, padre di Aida, che con un cenno ordina alla figlia di non rivelare la sua identità di re. Colpito dall’eloquente supplica di Amonasro in favore del suo popolo, Radames chiede quale premio per la propria vittoria che la sentenza di morte pronunciata dai sacerdoti contro i prigionieri sia cancellata e che essi vengano liberati. Il re acconsente e concede a Radames la mano di Amneris, ma decide di trattenere Amonasro prigioniero presso la reggia.

Atto terzo

Amneris viene condotta dal sacerdote supremo Ramfis al tempio di Iside per la preparazione rituale che precede le nozze. Lì vicino, in attesa di Radames, Aida è sopraffatta dalla nostalgia per la sua terra natale. All’improvviso compare Amonasro, che chiede alla figlia di farsi rivelare da Radames i piani degli egizi per invadere l’Etiopia. Aida non vuole tradire Radames; ma Amonasro le impone il sacrificio per il bene del suo paese straziato. Quando finalmente giunge Radames, Aida gli propone di fuggire insieme. Radames accetta e le rivela qual è l’unica strada sulla quale essi non rischieranno di incontrare i soldati del re. Radames ha così involontariamente svelato il segreto militare che Amonasro bramava conoscere. Questi esce dal nascondiglio dove si celava e rivela la propria identità. Ramfis e Amneris accorrono dal tempio e gridano al tradimento. Aida fugge col padre, mentre Radames si consegna prigioniero ai sacerdoti.

Atto quarto

In una sala del palazzo reale, mentre attende il processo, Radames non si lascia smuovere dalle profferte di Amneris, che è disposta a salvarlo purché il giovane rinneghi il proprio amore per Aida e accetti di unirsi in matrimonio con lei. Quando Radames viene condannato a morte e condotto via, l’orgoglio di Amneris cede il passo alla disperazione. Sconvolta, la principessa maledice i giudici. Sepolto vivo al di sotto del tempio di Vulcano, Radames viene raggiunto da Aida, che si è nascosta nella cripta per condividere la sorte dell’uomo che ama. I due innamorati innalzano il loro canto d’amore e di addio alla terra, mentre Amneris si prostra sulla lapide che chiude il sepolcro implorando la pace.

* Fonte: ENCARTA. Enciclopedia.


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