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Per la pace e il dialogo, quello vero ...

LA LINGUA ITALIANA E L’ EUROPA. Il Presidente NAPOLITANO: l’italiano "è una lingua di cultura, che può forse diventare una lingua franca". MEDITERRANEO, IMMIGRAZIONE, E INTEGRAZIONE. UNA RICERCA SUL LAVORO DELLA "DANTE ALIGHIERI". ***50 ANNI TRATTATI DI ROMA: LA COMMISSIONE "UE" AGGIUNGE ANCHE L’ITALIANO ***

sabato 20 gennaio 2007 di Federico La Sala
[...] Scrive il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella prefazione: «Il lavoro della Dante Alighieri, di cui questo libro è testimonianza, va in questa direzione: aiuta cittadini di altri stati a inserirsi nella nostra cultura, attraverso gli atti comunicativi più semplici, quelli che passano attraverso il "buongiorno" e la "buonasera", parole che aprono e chiudono una giornata di fatica quotidiana, accompagnata, forse, anche da qualche "grazie" ricevuto e dato. [...] (...)

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> LA LINGUA ITALIANA E L’ EUROPA ---- IL MARE. iL TEMA INTORNO A CUI RUOTERà QUEST’ANNO la annuale «Settimana della lingua italiana», manifestazione ideata nel 2001 dal ministero degli esteri nel tentativo, lodevole quanto arduo, di promuovere la conoscenza della nostra ling

mercoledì 24 ottobre 2007

Si inaugura domani sul tema del mare la settimana della lingua italiana

(il manifesto, 21.10.2007)

Sarà il mare il tema intorno a cui ruoterà, a partire da domani, la annuale «Settimana della lingua italiana», manifestazione ideata nel 2001 dal ministero degli esteri nel tentativo, lodevole quanto arduo, di promuovere la conoscenza della nostra lingua in un mondo sempre più dominato dall’anglofonia. Rassegna premiata da un crescente successo, almeno a giudicare dal numero di appuntamenti che in Italia e ancor più all’estero si svolgeranno nei prossimi giorni: oltre milletrecento, disseminati in un centinaio di paesi, grazie all’attività degli istituti di cultura, delle università e delle scuole di lingua che approfittano dell’occasione per organizzare incontri, mostre, proiezioni di video.

Lo sterminato programma prevede fra l’altro una esposizione, «La lingua italiana e il mare», organizzata dall’Università per Stranieri di Siena, viaggio linguistico attraverso le opere dei più grandi scrittori italiani, da Dante a Ariosto a Verga, allestito anche in forma virtuale presso il novantunesimo istituto di cultura italiana inaugurato qualche mese fa su «Second Life». Appartiene invece alla sfera della concretezza il viaggio della nave «Giorgio Cini» che, carica di libri di argomento marittimo («LibridAmare» è il titolo dell’iniziativa), approderà a Trieste dopo avere fatto tappa a Durazzo, Cattaro, Dubrovnik, Spalato e Capodistria e che ha a bordo, in veste di narratore itinerante, lo scrittore Mauro Covacich. Di fronte alla profusione di appuntamenti in calendario (da segnalare ancora la tournée dello spettacolo Mareamaré di Peppe Barra, la mostra Il mare di Salgari in programma negli istituti di cultura di Barcellona e Tunisi e il documentario di Francesco Conversano e Nene Grignaffini Fra il Danubio e il mare dedicato a Claudio Magris), resta tuttavia qualche dubbio sugli effetti a lunga scadenza di questa bulimica «vetrina»: nella quotidianità, infatti, le scuole di lingua italiana all’estero, che facciano capo agli istituti di cultura, alla Società «Dante Alighieri» o alle università, devono molto spesso fare i conti con una mancanza di coordinamento e di fondi, che rende difficile il loro compito.

Proprio al recente congresso della «Dante Alighieri», che si è tenuto a Roma a settembre, la relazione finale ha sottolineato come la promozione della lingua italiana all’estero sia «legata alla capacità da parte dei diversi enti che operano in tal senso di raccordarsi e lavorare insieme» e ha messo in evidenza alcuni problemi prosaici ma non per questo meno urgenti: dai costi proibitivi delle spedizioni dei libri all’estero alla difficoltà di proporre agli allievi materiali autentici audio o video per le restrizioni imposte dai diritti d’autore, fino ai materiali didattici giudicati in molti casi inadeguati a riflettere la costante evoluzione della lingua. Se è vero che l’uscita a cadenza ormai annuale dei dizionari di italiano è dovuta alla tirannia del mercato, altrettanto indubbio è il fatto che la maggior parte dei manuali destinati agli studenti stranieri propongono un modello linguistico assai lontano dall’italiano come lo si parla oggi.


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