Caro Gianni,
caro Vincenzo,
caro Saverio,
caro Federico,
cara Maria Costanza,
caro Domenico,
caro Mauro,
Caro Biagio,
caro Totti,
cari lettori,
ho deciso di lasciare la direzione della Voce di Fiore. Stavolta, non si tratta d’una trovata, d’una provocazione, d’una battuta, d’un motto, d’un refrain o qualcosa di artisticamente mediatico. La mia vita stava intrecciandosi troppo con questo giornale, da me fondato e da voi tutti tenuto, curato, migliorato, posizionato. La mia decisione è (...)
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