Serie tv
“Exterminate all the brutes” mostra i gesti colpevoli dell’occidente
Raoul Peck racconta come la nostra civiltà sia nata dall’esclusione e dalla soppressione dei «non bianchi»
di Gianluigi Rossini *
Nei primi minuti di Exterminate all the brutes (documentario in quattro episodi di Raoul Peck, uscito su HBO il 7 aprile) viene mostrata una scena del musical Un giorno a New York (1949) in cui Frank Sinatra, Gene Kelly e Ann Miller danzano in un museo di storia naturale sulle note di Prehistoric man, imitando movimenti scimmieschi e indossando abiti da cavernicoli e da indiani.
In alternanza appaiono foto in bianco e nero di reali nativi americani che guardano in camera, mentre la voce monocorde ma affilata di Raoul Peck parla del rapporto tra storia e potere. All’improvviso tutto il dibattito su cancel culture e indignazione social sembra un chiacchiericcio da bar, qui si va al cuore sanguinante del problema: la civiltà occidentale si fonda sullo sterminio dei non bianchi. Lo sappiamo tutti, eppure lasciamo questa consapevolezza ai margini della nostra coscienza collettiva e individuale, in un esempio lampante di bispensiero.
Sven Lindqvist
Se in I am not your negro (2016) Raoul Peck si affidava agli scritti di James Baldwin, in Exterminate all the brutes cita Sven Lindqvist e altre/i studiose/i ma parla in prima persona: non solo il commento è affidato alla sua voce, ma si parte dalla sua prospettiva personale, quella di un un haitiano che ha vissuto in Congo, in Europa, negli USA. Il materiale visivo mescola spezzoni di film hollywoodiani, di Peck stesso, animazioni, video amatoriali della famiglia Peck, fotografie e frammenti di docudrama girati appositamente, nei quali Josh Hartnett (Penny Dreadful, Pearl Harbor) interpreta “la punta della spada genocida della storia occidentale”, il volto mostruoso della colonizzazione.
Ucronie
Questi frammenti a volte sono ucronie in cui Colombo è stato massacrato dai nativi appena sbarcato ad Haiti, oppure dove ragazzini bianchi in catene vengono venduti da schiavisti neri.
È un documentario-saggio, ma non segue una progressione logica: Peck si muove associativamente tra le epoche e i continenti, accostando la secolare tratta degli schiavi allo sterminio dei nativi americani, una parata delle colonie britanniche a un raduno nazista. Per parlarne servirebbe un libro, più che una recensione: speriamo intanto di poterlo vedere presto in Italia.
* Foto: Il Sole-24 Ore, 20 aprile 2021 (ripresa parziale).