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No alle crociate: dialogo ... e pace!!!

"Sì ai Pacs, no ai matrimoni gay". Credente e omossessuale: "la mia storia fuorilegge". Un’intervista a Stefano Gabbana, a cura di Laura Laurenzi.

domenica 10 dicembre 2006 di Federico La Sala
[...] "Tutti lo sapevano ma nessuno osava dirlo. Quello che la gente ha apprezzato, per lo meno credo, è che Domenico ed io abbiamo raccontato una grande storia d’amore, non una storia a sfondo sessuale. Amore, capisce? Io credo che già nelle scuole elementari dovrebbero insegnare che la diversità sessuale non è un peccato. Si è omosessuali come si è biondi o bruni o con la pelle nera o con la pelle bianca. Siamo tutti uguali: questo andrebbe insegnato. E invece c’è ancora tanto razzismo in (...)

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> "Sì ai Pacs, no ai matrimoni gay". Credente e omossessuale: "la mia storia fuorilegge". Un’intervista a Stefano Gabbana, a cura di Laura Laurenzi.

domenica 25 febbraio 2007

E’ la pubblicità, bellezza

di Alessandro Robecchi (il manifesto, 25 febbraio 2007)

«Non siamo mica come Zapatero!», come tutti sapete, è lo slogan coniato dall’astuta sinistra italiana per dire che di noi ci si può fidare, mica siamo pericolosi estremisti. Basterebbe questa frase per farci guardare con attenzione alla Spagna, e infatti ecco che da laggiù giunge una voce di protesta. L’Istituto Donna (organismo del ministero del lavoro), i Verdi e alcune associazioni di consumatori hanno chiesto il ritiro di una pubblicità di Dolce&Gabbana. Nella foto, un uomo tiene una ragazza immobilizzata a terra per i polsi, e altri bellimbusti seminudi osservano la scena. Tutto un po’ ridicolo, se è permessa una notazione artistica. Ma di fatto anche piuttosto offensivo e violento, da cui l’incazzatura delle donne spagnole. Visto da qui sembra peccato veniale, ordinaria amministrazione. E quanto all’immagine mercificata e mortificata della donna, beh, «voi siete qui», cioè in un paese dove si usa un bel paio di tette anche per vendere il gorgonzola (claim: «Mai provato con le pere?»). Dunque diciamo così, che noi non siamo mica come Zapatero (che si va all’inferno), ma una cosa è certa: sull’argomento dignità e diritti in Spagna tengono la guardia più alta.

Del resto l’esperienza insegna che qui parlare liberamente delle opere e della vita dei santi (D&G) è pericoloso assai. Quando un inserto del Sole 24ore ha stroncato le cotolette del loro ristorante, i due sarti hanno ritirato pubblicità per centinaia di migliaia di euro, dato della «stronza» all’autrice dell’articolo in tivù, e poi ampiamente rivendicato il gesto. Qualche mugugno in sottofondo, ma non si sono sentiti né direttori né editori tuonare, dire che si tratta di una vera intimidazione e che così la libertà di scrivere (anche delle cotolette dei sarti) se ne va un pochino a puttane. Anzi. Poco tempo dopo il Sole 24ore ha mandato un altro recensore a mangiare dai due sarti pubblicando un’altra recensione, questa volta favorevole. Ora bisognerà spiegare agli spagnoli che qui non solo non ci indigniamo per una pubblicità volgare e violenta, che siamo abituati, ma abbiamo anche dei problemini di libertà. «E’ la stampa bellezza e tu non puoi farci niente», era una bella frase, ma non vale più. E’ l’inserzionista, bellezza, e tu non puoi farci niente. Ecco, così va meglio.


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