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Astro-fisica

"HAI VINTO, GALILEO"(KEPLERO): UNA SCOPERTA DECISIVA. "SIDEREUS NUNCIUS": CON UNA "COMETA" E’ ARRIVATA LA VITA SULLA TERRA. Finalmente, "NATALE"!!!

giovedì 14 dicembre 2006 di Federico La Sala
FOTO (ACCANTO AL TITOLO): "FUGA IN EGITTO" (Adam Elsheimer, 1609).
[...] Per questa scoperta, pubblicata questa settimana sulla rivista Science, l’Italia ha avuto un ruolo molto importante con l’Osservatorio di Capodimonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Università Parthenope di Napoli e l’Università di Catania.
I ricercatori sostengono che questa è la prima concreta evidenza a sostegno dell’ipotesi secondo cui la vita sulla Terra è giunta dallo spazio e che siano stati (...)

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> UNA SCOPERTA DECISIVA. "SIDEREUS NUNCIUS" -- La Terra ha un gemello. È stato battezzato «Kepler-186f».

venerdì 18 aprile 2014

Kepler-186f, la Terra ha un gemello

di Francesco Semprini (La Stampa, 18.04.2014)

L’annuncio ha messo in fibrillazione tutti coloro che per anni hanno virtualmente percorso la Via Lattea alla ricerca di un posto, al di fuori del nostro sistema solare, potenzialmente abitabile. Ebbene, per tutti questi, e non solo per loro, il 17 aprile 2014 appare destinato a diventare un giorno di svolta nelle antologie della scienza. Ieri, infatti, è giunto l’annuncio ufficiale di un’ultima sensazionale scoperta: il primo pianeta roccioso, di dimensioni del tutto simili a quelle della Terra, sul quale potrebbe esservi acqua allo stato liquido. Una condizione fondamentale per poter ospitare forme di vita, e che sembra appartenere a questo pianeta situato nella «Goldilocks zone», una zona dell’universo dove non fa né troppo caldo né troppo freddo.

È stato battezzato «Kepler-186f», perché a intercettarlo è stato l’omonimo telescopio spaziale, considerato il più importante «planet hunter» della Nasa, ovvero il principale cacciatore di pianeti dell’agenzia spaziale statunitense. Le caratteristiche ne delineano un profilo assai preciso: è del 10% più grande della Terra, ed è il più esterno di 5 pianeti che ruotano intorno ad una nana rossa (una stella più piccola e fredda del Sole) distante 500 anni luce. Su Kepler-186f «si celebra il compleanno ogni 130 giorni», spiega Elisa Quintana, coordinatrice delle ricerche dell’istituto Seti e del Centro Ames della Nasa.

In sostanza il pianeta completa la sua orbita in 130 giorni, mentre la distanza che lo separa dalla sua stella è pari a quella che c’è tra il Sole e Mercurio. Cioè, si trova nella cosiddetta «zona abitabile», ossia nella regione in cui riceve luce e calore tali da poter mantenere acqua liquida in superficie.

E’ la diversità di Kepler-186f rispetto ad altri pianeti simili alla Terra scoperti sino ad oggi. «Questo è il caso più plausibile di pianeta abitale che si sia mai visto sino ad oggi», commenta Geoff Marcy, astronomo dell’Università di Berkeley, in California, nulla a che vedere con il team di scienziati autore delle ricerche. Un clamore condiviso da gran parte della comunità scientifica quello che si sta creando attorno a Kepler-186f, e che conferma la vera portata innovativa della scoperta i cui dettagli sono contenuti nella pubblicazione «Science».

Gli astronomi non potranno dire con certezza assoluta se il Pianeta possa sostenere forme di vita, visto che è troppo lontano anche per la prossima generazione di telescopi che la Nasa dovrebbe lanciare nel 2018. Gli elementi in possesso, però, fanno ben sperare «sia nella possibilità di vita sia di processi di fotosintesi», dicono gli esperti. Dal suo lancio, avvenuto nel 2009, Kepler ha confermato l’esistenza di 961 pianeti, ma solo alcune decine sono stati localizzati in zone abitabili.

In gran parte sono grandi strutture gassose, come Giove o Saturno, dove forme di vita sono insostenibili. Di recente, invece, sono stati identificati una serie di pianeti poco più grandi della Terra, sempre nella Goldilocks Zone, chiamati «Super Earths», ma non è ancora chiaro se siano realmente rocciosi.


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